Il nome ufficiale della città è
Rattenfängerstadt
Hameln, cioè "Hameln, città del cacciatore di topi".
Il pifferaio della famosa favola e i suoi topi sono onnipresenti a Hameln.
Infatti è lui che porta ogni anno decine di migliaia di visitatori da tutto
il mondo a Hameln che sta sfruttando questa fama in tutti i modi.
Da maggio a settembre, ogni domenica
a mezzogiorno, 80 cittadini della città, adulti e bambini, effettuano nelle
strade della città, in costumi storici una rappresentazione della fiaba
(vedi la foto sotto). Questa rappresentazione viene seguita, ogni settimana
da circa 2.000 spettatori.
Ogni mercoledì pomeriggio alle
16.30 invece si può assistere gratuitamente al musical RATS (dura 45 minuti),
ispirato in chiave comica alla favola dei fratelli Grimm, presso la terrazza
del Hochzeitshaus di Hameln. In più il museo della cittadina ha dedicato
un'intera sezione a questa leggenda. Infine è possibile soffermarsi davanti
al Rattenfängerbrunnen e alla Rattenfängerhaus, cioè la fontana e la casa
dell’acchiappatopi. E nelle pasticcerie di Hameln non mancano certo i dolci
a forma di topi. Per non parlare dei negozi di souvenir. Hameln è una
tappa importante della
La Strada
tedesca delle fiabe.
Il
leggendario pifferaio contribuisce così notevolmente alla ricchezza della
città. Ma in realtà Hameln non avrebbe neanche bisogno dell'aiuto del
"Rattenfänger" per attirare i turisti da ogni parte. I palazzi storici della
città sono noti come splendidi esempi di uno stile architettonico, il
"Rinascimento del Weser", che si sviluppò qui nel XVI e XVII secolo e che
caratterizza le costruzioni pubbliche e le residenze dei principi (vedi le
foto in basso). Questo stile spicca per la ricchezza di volute, frontoni e
sporti delle case in pietra in particolare intorno al Markt, la piazza
centrale della città.
La favola racconta che nel 1284
la città
di Hameln, infestata dai topi, incaricò uno straniero che si presentò come
cacciatore di topi, per liberare la città dai pericolosi roditori. Ecco come
riuscì in questa difficile impresa: il cacciatore suonò il suo magico piffero,
radunando così tutti i topi, poi li portò fuori città facendoli annegare in
un fiume. Quando i cittadini non vollero pagare il pifferaio per il suo
lavoro, questi si arrabiò, suonò di nuovo il piffero e questa volta portò
via tutti i 130 bambini della città facendoli sparire per sempre.
Questa
storia appare per la prima volta nel
1430
in un manoscritto di un monaco di Lüneburg. Nei secoli successivi questa
favola, di cui esistono alcune versioni, divenne molto popolare, oggi è nota
soprattutto nella sua trascrizione da parte dei
fratelli Grimm nel
1812
e nella messa in poesia da
Johann Wolfgang
Goethe.
Esistono molte teorie su come nacque questa favola. Sembra certo che in origine si trattava di due storie separate, una
sulla liberazione della città dai topi e un'altra su una misteriosa
sparizione di 130 bambini, che, più tardi, furono unite in una sola favola.
È possibile che lo sfondo storico della favola sia il fatto che nel
'200 molti giovani lasciarono la città, per essere arruolati dai padroni
nobili della zona - con o senza la loro volontà - per colonizzare i
territori all'est. Infatti, ancora oggi ci sono delle località nel
Brandeburgo e più all'est, persino nella Transilvania, che nei loro nomi
hanno dei riferimento alla città di Hameln.