Pedalare in Germania è una goduria: venite, vedete e
pedalerete. Perché in Germania le piste ciclabili sono cosi numerose, così
efficacemente segnalate, così ben tenute da apparire una parte del paesaggio
naturale e una componente scontata della vita nelle città. Ci si abitua così
in fretta, alle piste ciclabili, che ci si accorge di quanto esse siano
diffuse le rarissime volte che non si trovano. Il contrario di quanto accade
in Italia.
In Germania ci sono qualcosa come 200 piste ciclabili a lunga distanza per
circa 40.000 km complessivi, che diventano una rete di circa 70.000 km se si
contano anche tutti i collegamenti urbani, quelli intermedi, quelli che
congiungono i paesini alle frazioni. Per fare un confronto: in Germania ci
sono 12.531 km di autostrade (la rete stradale complessiva è di 231.359 km)
e 38.000 di binari ferroviari.
I 40.000 km di piste ciclabili sono pari a quasi trenta volte la distanza
che separa il Passo del Brennero da Messina. Trenta volte l'Italia, Sicilia
e Sardegna escluse. Pedalando. In Germania si può pensare di andare in
bicicletta più o meno dappertutto.
Questa differenza rispetto all'Italia ha conseguenze molto più profonde di
quanto si possa immaginare in un primo momento: dare per scontato che in
bicicletta puoi andare dappertutto vuol dire che in quanto cittadino hai
diritto a una scelta. Allora scegli: bicicletta per i tragitti
brevi, mezzi pubblici per quelli medi, treni per quelli lunghi.
Conosco molti tedeschi che hanno passato la soglia dei trentanni e ancora
non possiedono un'auto, pur avendo la patente. Non si considerano
un'eccezione. Una di queste persone è un'avvocatessa che lavora a
Francoforte per un prestigioso studio internazionale di consulenza
giuridica. I suoi colleghi e i suoi capi trovano normale che lei vada al
lavoro pedalando. Un altro esempio è un medico che lavora a Heidelberg,
sposato con tre figli. Né lui né la moglie hanno un auto. Spesso va al
lavoro in bici.