Tesina universitaria di Roberta Capozucca.
Informazioni generali:
- Titolo della tesina:
Das Wandern in "Die Leiden des jungen Werthers"
- Autrice:
Roberta Capozucca
- Università:
Università di Macerata - Lingue e Culture Straniere Occidentali ed
Orientali
- Anno di presentazione della tesina:
2013
L'inizio della tesina:
Uno dei principali Leitmotiven che si possono facilmente rintracciare
all’interno del romanzo epistolare “I dolori del giovane Werther” di J.W.
von Goethe è sicuramente quello del Wandern, uno dei temi più cari alla
cultura ed alla tradizione tedesca fin dai tempi antichi, come ci conferma
anche il grande Goethe. In questo saggio si cercherà di chiarire il concetto
analizzando le varie fonti a disposizione con particolare riferimento al
romanzo in questione, ponendo l’accento sul valore altamente simbolico che
tale concezione racchiude in se.
Per chiarire il significato etimologico del termine, dobbiamo
necessariamente chieder aiuto al tedesco. Una lingua, quella tedesca, che
non ha eguali quando si tratta di esprimere sfumature del pensiero umano che
non esistono nelle altre lingue. Per capire ciò di cui stiamo parlando
dobbiamo almeno citare dei vocaboli che considereremo fondamentali. In
tedesco infatti, esistono ben cinque modi per esprimere quella che in
apparenza sembrerebbe la stessa azione, cioè l’atto del camminare. Non
possiamo dire soltanto “sto andando”, sarebbe molto riduttivo di un’azione
così importante che facciamo con noncuranza tutti i giorni. In tedesco, se
diciamo fahren significa muoversi con un mezzo, gehen significa andare a
piedi, spazieren gehen vuol dire passeggiare, e ancora laufen è uguale a
correre ed infine eccoci al nostro wandern, che è tutt’altro che camminare,
contiene in sé, come ci dicono V. Vannuccini e F. Predazzi, “un senso di
libertà, di spazi aperti e di avventure, ciò che crea un profondo rapporto
con la natura e che è effettivamente un elemento fondante del sentirsi
tedeschi”.
Wandern, Wanderung sono appunto parole molto importanti per la storia del
grande immaginario tedesco. Il "viandante", nella nostra mentalità latina è
colui che , legato affettivamente alla famiglia, alla casa, alla terra che
lavora, è costretto a compiere un viaggio impervio e talvolta pericoloso.
Pensiamo al dramma degli emigranti che devono per forza di cose lasciare la
propria casa e vivere in nuove oscure realtà che sentono troppo “strette” .
Di tutt’altra connotazione il significato che la parola Wanderer, viandante,
assume nelle terre di lingua tedesca. Qui, chi segue un cammino non si
dirige verso una meta reale e concreta; egli è un essere che va alla ricerca
di sé stesso, o meglio dell'indefinibile, di ciò di cui il proprio animo
rende certi dell'esistenza, ma che sfugge ad ogni razionalità. Potremmo, per
avere un’idea, far riferimento ai pellegrini che nelle prime ere cristiane
solcavano l’Europa o, perché no, ai giovani uomini che intraprendevano il
loro viaggio di formazione. In ogni caso il cammino che si presentava loro
era lo stesso e prevedeva forse la stessa predisposizione d’animo. [...]
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Un argomento correlato:
Altre pagine su Goethe:
Vedi anche:
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La letteratura tedesca del medioevo
Walter von der Vogelweide,
Wolfram von Eschenbach,
e "I Nibelunghi"
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La letteratura tedesca 1750 - 1850
Lessing, Goethe, Schiller, Kleist,
Hoffmann, Heine,
Hoffmannsthal e altri
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La letteratura tedesca 1850 - 1950
Fontane,
Thomas Mann, Schnitzler, Hesse,
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La letteratura tedesca dopo il 1950
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