Das Wandern in "Die Leiden des jungen Werthers"
	Tesina universitaria di Roberta Capozucca.
Uno dei principali Leitmotive che si possono facilmente rintracciare 
all’interno del romanzo epistolare “I dolori del giovane Werther” di J.W. 
von Goethe è sicuramente quello del Wandern, uno dei temi più cari alla 
cultura ed alla tradizione tedesca fin dai tempi antichi, come ci conferma 
anche il grande Goethe. In questo saggio si cercherà di chiarire il concetto 
analizzando le varie fonti a disposizione con particolare riferimento al 
romanzo in questione, ponendo l’accento sul valore altamente simbolico che 
tale concezione racchiude in se.
Per chiarire il significato etimologico del termine, dobbiamo 
necessariamente chieder aiuto al tedesco. Una lingua, quella tedesca, che 
non ha eguali quando si tratta di esprimere sfumature del pensiero umano che 
non esistono nelle altre lingue. Per capire ciò di cui stiamo parlando 
dobbiamo almeno citare dei vocaboli che considereremo fondamentali. In 
tedesco infatti, esistono ben cinque modi per esprimere quella che in 
apparenza sembrerebbe la stessa azione, cioè l’atto del camminare. Non 
possiamo dire soltanto “sto andando”, sarebbe molto riduttivo di un’azione 
così importante che facciamo con noncuranza tutti i giorni. In tedesco, se 
diciamo fahren significa muoversi con un mezzo, gehen significa andare a 
piedi, spazieren gehen vuol dire passeggiare, e ancora laufen è uguale a 
correre ed infine eccoci al nostro wandern, che è tutt’altro che camminare, 
contiene in sé, come ci dicono V. Vannuccini e F. Predazzi, “un senso di 
libertà, di spazi aperti e di avventure, ciò che crea un profondo rapporto 
con la natura e che è effettivamente un elemento fondante del sentirsi 
tedeschi”.
Wandern, Wanderung sono appunto parole molto importanti per la storia del 
grande immaginario tedesco. Il "viandante", nella nostra mentalità latina è 
colui che , legato affettivamente alla famiglia, alla casa, alla terra che 
lavora, è costretto a compiere un viaggio impervio e talvolta pericoloso. 
Pensiamo al dramma degli emigranti che devono per forza di cose lasciare la 
propria casa e vivere in nuove oscure realtà che sentono troppo “strette” . 
Di tutt’altra connotazione il significato che la parola Wanderer, viandante, 
assume nelle terre di lingua tedesca. Qui, chi segue un cammino non si 
dirige verso una meta reale e concreta; egli è un essere che va alla ricerca 
di sé stesso, o meglio dell'indefinibile, di ciò di cui il proprio animo 
rende certi dell'esistenza, ma che sfugge ad ogni razionalità. Potremmo, per 
avere un’idea, far riferimento ai pellegrini che nelle prime ere cristiane 
solcavano l’Europa o, perché no, ai giovani uomini che intraprendevano il 
loro viaggio di formazione. In ogni caso il cammino che si presentava loro 
era lo stesso e prevedeva forse la stessa predisposizione d’animo. [...]
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