"Le affinità elettive" - di Johann Wolfgang Goethe
Una scena del film "Affinità elettive" (del 1996), diretto dai fratelli Taviani
tratto dall’omonima opera di Goethe.
"Chi, giunto ad
una certa età, vuole realizzare sogni e speranze di gioventù, si inganna
sempre, giacché nell'uomo ogni dieci anni cambia il concetto delle felicità,
cambiano le speranze e le prospettive. Guai a colui che, dalle circostanze o
dall'illusione, viene indotto ad aggrapparsi al futuro o al passato!" Johann Wolfgang von Goethe
"Le affinità elettive"
Sul titolo del romanzo:
Il titolo deriva da un fenomeno chimico ("affinità chimica") che descrive il
comportamento di certi composti chimici che, quando vengono in contatto con
altri composti, possono rompersi e formare dei composti nuovi. Il romanzo
usa questo concetto come metafora delle relazioni interpersonali.
Oltre ad essere poeta e drammaturgo, Goethe si occupa, per tutta la sua
vita, anche di scienze e le idee e convinzioni che ne ricava spesso
entrano nelle sue opere letterarie. Arte, cultura e natura sono, per
Goethe, tutt'uno e seguono le stesse leggi. La forza irresistibile dell'amore
appare nel romanzo come legge naturale, simile alle leggi che, nella
chimica, regolano le combinazioni degli elementi.
"Le affinità elettive" - un'opera per certi aspetti moderna:
Il romanzo (pubblicato nel 1809) è sicuramente il più profondo romanzo
pscicologico di Goethe, tratta argomenti piuttosto moderni: si parla di
matrimonio, amore e tradimento, tra passione e razionalità. Parla apertamente dei vantaggi e
svantaggi del divorzio, del "matrimonio a prova" per 5 anni e degli sconvolgimenti sentimentali che possono
investire anche un matrimonio che sembra stabile. A differenza del
“Werther”, scritto 25 anni prima, quando Goethe sceglie la forma del romanzo
epistolare per coinvolgere al massimo il lettore, questa volta fa raccontare
gli eventi da una persona esterna (che rimane anonima) e questo crea - nonostante la drammaticità
della trama - una distanza tra gli eventi raccontati e il lettore. Una
distanza voluta, perché Goethe vuole che si rifletta su quello che si legge.
La trama:
La coppia Edoardo e Carlotta (piuttosto ricchi, entrambi vedovi, ma ancora
giovani) si sono ritirati in campagna e vivono in una tenuta, quasi un
castello, con un grande parco, conducono una vita tranquilla.
Edoardo, venuto a sapere che un suo amico (il Capitano) ha grossi problemi
economici, lo invita a vivere con loro. All’inizio Carlotta è contraria,
teme che un terzo elemento possa rompere gli equilibri e la soddisfazione
sentimentale faticosamente raggiunta dai due, ma alla fine cede.
Viene dedicato un intero capitolo alla descrizione chimica di ciò che
sarebbe successo quando l'elemento C, il Capitano, si sarebbe unito
all'elemento B, Edoardo, lasciando così l'elemento A, Carlotta, solo.
La prima parte del romanzo è pervasa da uno spirito illuminista: quando i
tre si occupano dell'abbellimento e dell'arricchimento del parco, si tratta
in realtà, come dice il Capitano, di "rendere razionale la natura", un
concetto tipicamente illuminista. Anche i discorsi che confrontano il
comportamento delle molecole chimiche con quello degli uomini sono nutrite
dallo stesso spirito.
Per evitare il pericolo che Carlotta venga esclusa dalla stretta amicizia tra i
due uomini, essa invita nella loro tenuta una giovane
nipote orfana, Ottilia, che ha sempre amato come fosse una figlia. La
Preside del collegio dove Ottilia era sistemata aveva avvertito Carlotta che
la ragazza era troppo introversa per un'istruzione collegiale.
Ora sono in quattro e, un po’ alla volta, le “affinità elettive” cominciano
ad agire, avvicinando Edoardo ad Ottilia e il Capitano a Carlotta.
Inizialmente tutti cercano di contrastare questi sentimenti che presto
diventano molto profondi e intensi. E a questo punto gli elementi romantici
dell'opera cominciano ad affermarsi con prepotenza: Ottilia è una ragazza
romantica e il nascente amore tra lei ed Edoardo fa perdere a quest'ultimo
quel che restava del suo comportamento razionale.
In una notte d’amore tra Edoardo e Carlotta, entrambi sognano di tenere tra
le braccia non il coniuge, ma il nuovo amore. Da questo “adulterio mentale”
nasce un figlio che non assomiglia fatalmente a nessuno dei due veri genitori, ma al
Capitano e a Ottilia.
Edoardo vuole il divorzio, Carlotta (inizialmente) no – lei e il Capitano hanno deciso di
rinunciare a una loro possibile unione. Non vedendo nessuna possibilità di
vivere pienamente l'amore per Ottilia Edoardo fugge in guerra, arruolandosi
nell'esercito che combatte Napoleone. Ma il grande eroismo che mostra nei
combattimento non rivela nient'altro che il suo desiderio di morire. Lui
cerca la morte, ma la morte non cerca lui. Così torna a casa, ma con un amore per Ottilia
ulteriormente infiammato.
La fine è drammatica e nelle ultime pagine del romanzo gli eventi disastrosi
precipitano: ora Carlotta consente il divorzio, ma è troppo tardi. Muore per una disgrazia il figlio affidato a Ottilia, la quale si consuma per i sensi di colpa, si rifiuta di
mangiare e muore. La ragazza che ha aiutato Ottilia a nascondere questa sua
ricerca della morte, impazzisce anche lei per sensi di colpa e finisce in
una specie di delirio religioso. Dopo aver visto svanire definitivamente il
suo sogno di unirsi a Ottilia muore anche Edoardo, per crepacuore. Il
romanzo finisce qui.
Fu un romanzo molto discusso:
Fu un romanzo molto discusso, anche perché lascia spazio a interpretazioni molto
diverse: infatti comprende elementi classici, dell’illuminismo e romantici.
Un romanzo ritenuto da molti “scandaloso”, per l’associazione tra il
comportamento di elementi chimici e quello degli uomini, per la discussione
sul divorzio, ma anche per il modo distaccato in cui viene raccontata la
drammatica storia. Il romanzo ha spiazzato un po’ tutti, ma è
diventato comunque
un altro bestseller di Goethe.
Alla fine del romanzo muoiono Edoardo e Ottilia, i due personaggi "romantici" e il bambino, frutto
dell'adulterio immaginario dei due. Finisce impazzita la ragazza che ha
aiutato Ottilia - senza volerlo - a morire. Sopravvivono invece, ma senza
nessuna speranza, Carlotta e il Capitano, quelli più pragmatici e riflessivi. "Il romanticismo è una malattia" disse Goethe e questo romanzo
ne è una eloquente illustrazione.
Le critiche più frequenti riguardavano il comportamento
di Edoardo (il personaggio più irrazionale tra i quattro), ma questa critica
rimane alla superficie, perché il
messaggio che trasmette il romanzo è che l’essere umano adulto contiene
comunque aspetti sia della coppia (romantica) Edoardo/Ottilia che di quella
(più razionale) Carlotta/Capitano, e che, di conseguenza, la desiderata mediazione tra i
sentimenti e la razionalità resta spesso molto problematica.