"Il Viandante sul mare di nebbia"
Quadro del 1818 di Caspar David Friedrich (1774-1840)
fonte:
Wikimedia Commons
Il seguente articolo è il testo integrale di una conferenza.
Relatore:
Wolfgang Pruscha
Il Romanticismo - oggi:
Prima di andare all'inizio dell'800 che è il periodo in cui le idee del
Romanticismo in Germania trovano la loro massima diffusione e popolarità,
è utile soffermarsi per un attimo nel presente per vedere cosa significa
oggi "essere romantico".
Sicuramente viene in mente una cena
romantica, magari a lume di candela, o una serata romantica davanti al fuoco
del caminetto con un bicchiere di vino. Una poesia può essere romantica,
specialmente quando parla dell'amore. Un paesaggio può essere chiamato
romantico, soprattutto al tramonto. Persino l'industria turistica ha
scoperto il romanticismo offrendo degli "alberghi romantici", affacciati su
spiagge romantiche, e non solo quando si tratta di promuovere dei viaggi di
nozze.
Se adesso si torna indietro nel tempo, e cioè all'anno
1799, è necessario dimenticare tutto
questo. Perché in quell'epoca il romanticismo era una cosa abbastanza
diversa.
Oggi Jena si trova nella
Turingia, all'epoca era un piccolo centro
del Granducato Sassonia-Weimar-Eisenach.
Era noto soprattutto per la sua università di cui era supervisore niente
meno che Johann Wolfgang von Goethe. Fu
proprio per merito suo, cioè di Goethe, che l'università e con essa la città
ottennero un notevole prestigio, non solo in Germania, ma anche all'estero.
Perché Goethe chiamò all'università di Jena dei professori famosi, come
Schiller,
Fichte e Schelling che a loro volta attirarono
molti studenti a Jena. E gli studenti portavano soldi, di cui la città, che
era molto indebitata, aveva urgente bisogno.
Il primo nucleo del Romanticismo tedesco:
in alto: August Wilhelm
Schlegel, Friedrich Schlegel,
Caroline Schlegel, Dorothea Brendel
Mendelssohn, in basso: Ludwig Tieck,
Clemens Brentano, Friedrich von Hardenberg (Novalis) fonte:
commons.wikimedia.org
In quell'anno 1799 Jena pullulava di personaggi famosi, infatti, all'epoca
era chiamata anche "capitale della filosofia"
in Germania. Quattro di questi personaggi abitavano insieme nella grande
casa del professore di estetica August Wilhelm
Schlegel, e cioè lui, suo
fratello Friedrich Schlegel,
Caroline Schlegel, la moglie di Friedrich
e un po' più tardi anche Dorothea Brendel
Mendelssohn, l'amante di Friedrich. Ospiti fissi di questa casa
erano gli scrittori Ludwig Tieck,
Clemens Brentano e
Friedrich von Hardenberg, meglio
conosciuto come Novalis. Questi
personaggi, tutti giovani e appassionati di letteratura e filosofia,
rappresentavano il primo nucleo del Romanticismo tedesco. Per sei mesi
mangiarono e bevvero insieme e soprattutto discussero, fino a tarda
notte. Discutevano di politica, letteratura, arte, scienza e filosofia,
discutevano del grande fermento culturale che la
Rivoluzione francese di 10 anni prima aveva acceso tra gli
intellettuali in Germania.
L'eco della rivoluzione francese in Germania:
a sinistra: la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino (1789), a destra: Luigi XVI, re della Francia, viene ghigliottinato pubblicamente (1793)
fonte: commons.wikimedia.org
in alto: la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino (1789),
in basso: Luigi XVII, re della Francia, viene ghigliottinato pubblicamente (1793)
fonte: commons.wikimedia.org
in alto: la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino (1789),
in basso: Luigi XVII, re della Francia, viene ghigliottinato pubblicamente (1793)
fonte: commons.wikimedia.org
I nuovi ideali francesi libertè, egalitè e
fratenitè e la Dichiarazione dei diritti dell'uomo
e del cittadino che prevedevano
l'abolizione della schiavitù e del feudalesimo, l'introduzione della
tolleranza religiosa e l'abbattimento della monarchia a favore della
repubblica, avevano, inizialmente, suscitato un grande entusiasmo
nel mondo culturale in Germania. Ma le sconvolgenti conseguenze della
rivoluzione portarono la maggior parte degli intellettuali alla convinzione
che i grandi ideali non si potevano realizzare nella sfera della politica,
ma solo in quella delle idee. Il gruppo di Jena criticò soprattutto la
corrente filosofica che aveva preparato la rivoluzione, cioè
l'Illuminismo che vedeva nella ragione lo
strumento principale per interpretare il mondo e per uscire dall'ignoranza e
dalla superstizione. Per loro contavano soprattutto i sentimenti.
Per
Goethe e
Schiller, i protagonisti del classicismo, ragione e sentimento non
si dovevano contraddire, anzi, era nella ricerca dell'armonia che vedevano
il compito dell'arte e della letteratura. Trovarono il modello dell'armonia
nell'arte antica greco-romana, nella sua bellezza vista come valore assoluto
e valido per tutti i tempi. I romantici rifiutavano anche le idee del
classicismo, non accettavano nessun canone di bellezza. Il poeta, la sua
fantasia, il sentimento e la soggettività non dovevano essere vincolati da
nessuna regola.
Le idee programmatiche del Romanticismo tedesco:
Era Novalis, il più giovane del gruppo, riassunse le
loro idee, dicendo: "Il mondo va romanticizzato".
Ma cosa significava concretamente? Lo scrive sempre Novalis:
"Quando
conferiamo al comune un senso più elevato, all’ordinario un aspetto misterioso, al noto la dignità dell’ignoto, al finito un’apparenza infinita
allora io lo romanticizzo."
Per chiarire meglio alcune
delle
caratteristiche fondamentali di illuminismo e romanticismo può servire
questo schema:
Illuminismo
Romanticismo
razionalità
l'irrazionale
ragione
sentimento
realtà
fantasia
certezze fondate sulla scienza
aspetti inquietanti dell'insicurezza
la luce del giorno
i misteri della notte
tolleranza religiosa
cristianesimo come unica fonte di spiritualità
ottimismo verso il futuro
nostalgia verso il medioevo
Il Romanticismo tedesco e lo "Sturm und Drang":
Spesso il romanticismo viene considerato una evoluzione del movimento
letterario dello Sturm und Drang (in italiano: "tempesta e impeto"), molto
diffuso una ventina di anni prima. Anche lo Sturm und Drang aveva messo al
centro i sentimenti, ma quello che manca completamente al romanticismo è
l'impeto rivoluzionario e i problemi politici e sociali che spesso erano al
centro delle opere dei protagonisti stürmeriani. Un esempio tipico di un dramma
nello stile dello Sturm und Drang fu "I masnadieri"
di Friedrich Schiller. L'opera era una
forte espressione di ribellione contro le convenzioni sociali e
dell'autorità. Uno spettatore presente alla prima del dramma raccontò:
"Durante la rappresentazione alcune signore
sono svenute dall'emozione e molti spettatori si sono abbracciati perché
coinvolti emotivamente dall’azione."
L'uomo romantico non
conosce questo impeto travolgente, esso rivolge la sua attenzione piuttosto
verso se stesso e, almeno nella prima fase del romanticismo, tende ad
allontanarsi dalla realtà esterna.
La letteratura del Romanticismo:
Schlegel e i suoi amici non discutevano solo, scrivevano e pubblicavano
anche. Si trattava di una letteratura nuova, sia nei contenuti che nella
forma. Erano spesso dei frammenti, di
scritti che mescolavano filosofia, poesia e prosa.
I generi letterari, la filosofia e le arti dovevano diventare una sola cosa.
Ma anche la pittura, la musica, la religione le scienze e addirittura la
politica - come si vedrà più avanti - subirono l'influenza delle idee
romantiche. Insomma, per loro tutta la vita era poesia. E la poesia doveva
essere libera, senza regole, e seguire solo i sentimenti.
Friedrich Schlegel disse a proposito:
"La vera essenza della poesia romantica è che
essa è in un eterno processo di divenire, non sarà mai una cosa compiuta,
non può mai essere compresa in una teoria."
Caspar David Friedrich:
Caspar David Friedrich (1774-1840)
Autoritratto (1800)
fonte: Wikimedia Commons
Il pittore tedesco Caspar David Friedrich
visse a Dresda, una città della Sassonia.
È uno dei personaggi più importanti del romanticismo, perché meglio di
qualsiasi opera filosofica o letteraria sono le sue opere a far capire lo
spirito del romanticismo.
"Il Viandante sul mare di nebbia"
Quadro del 1818 di Caspar David Friedrich
fonte: Wikimedia Commons
Il suo quadro più conosciuto è sicuramente
"Il viandante sul mare di nebbia"
(sopra) che è
diventato una specie di icona del romanticismo. In primo piano si vede un
uomo solitario, in controluce, appoggiato su un bastone da viaggiatore che
osserva quel mare di nebbia che si trova davanti a lui. Sebbene lui si trovi
al centro della composizione il vero padrone del quadro è la natura, quasi
primordiale, e in un certo modo inquietante, inafferrabile per l'uomo. In
lontananza, le montagne, le nuvole e la nebbia si mescolano con l'orizzonte
in modo indefinito. Friedrich rappresenta qui l'uomo che contempla
l'infinito che lo fa riflettere sulla propria condizione.
Non è un
caso che Friedrich descrisse l'uomo in questo quadro come "viandante"
che è una figura ricorrente sia nella pittura che nella letteratura
romantica. Il viandante romantico non è qualcuno che va da A a B, è
piuttosto una persona che cammina alla ricerca di qualcosa di spirituale,
qualcosa di indefinito nel futuro. Il viandante è spinto e animato dalla "Sehnsucht",
un concetto chiave del romanticismo, traducibile forse con "ricerca
struggente dell'irraggiungibile".
"Un
uomo e una donna davanti alla luna"
Quadro del 1820 di Caspar David Friedrich
fonte: Wikimedia Commons
Anche nel quadro "Un
uomo e una donna davanti alla luna" le due figure sono
rappresentate di spalle. Ciò toglie loro l'individualità, le rende
rappresentanti dell'essere umano in generale. Gli elementi nei quadri di
Friedrich hanno sempre dei significati precisi: l'albero rigoglioso a
sinistra raffigura la vita, quello semi-sradicato a destra invece la morte, il crepuscolo
sta per la vecchiaia, mentre il sentiero che scende verso
destra è il cammino dell'esistenza dell'uomo.
Gli elementi della natura
sono dipinti con un estremo realismo, ma i paesaggi di Friedrich non
vogliono mai rappresentare la realtà, sono dei
paesaggi sentimentali. Anche la natura fa parte di un unico mondo
poetico che comprende l'uomo, l'arte, la natura e, come vedremo con il
prossimo quadro, anche la religione.
Il Romanticismo, la religione, il medioevo:
"La croce in montagna"
Quadro del 1812 di Caspar David Friedrich
fonte: Wikimedia Commons
Questo quadro di Caspar David Friedrich, La croce in montagna,
rappresentò, dal punto di vista iconografico, una vera e propria rottura con
la tradizione dei quadri religiosi: inserire la crocifissione in un contesto
naturalistico, privo di riferimento al racconto biblico, fu ritenuto da
molti un sacrilegio e il quadro suscitò molte polemiche in Germania. Ma
nelle opere di Friedrich tutti gli elementi hanno un valore simbolico. La
cattedrale gotica, la croce e la natura rappresentano l'unità
tra dio e natura, come una specie di manifesto del
panteismo.
Molti quadri di
Friedrich, e anche questo, sembrano avere una profondità che non si
esaurisce con gli elementi rappresentati e la profondità va sempre verso
l'infinito. Il mondo va romanticizzato
aveva detto Novalis, e questo valeva anche per la religione: il teologo e
filosofo tedesco Friedrich Schleiermacher
scrisse: "La religione non è nient'altro che
l'unione del singolo con l'infinito." La religione romantica ha un
carattere sentimentale e tende alla mistica.
Ma nel quadro di
Friedrich c'è anche un’altra cosa: la cattedrale gotica del quadro non è
solo un simbolo religioso, ma anche politico: è un
riferimento al medioevo. Molti romantici ritenevano il medioevo una
specie di paradiso perduto, sia in senso religioso che politico. Il medioevo
rappresentava per loro un epoca in cui esisteva ancora
una chiesa e un
impero che insieme formavano ancora un'unità spirituale. Questo
paradiso, in realtà, non è mai esistito: la chiesa del medioevo era
continuamente lacerata, anche prima di Lutero, da eresie di tutti i tipi e i
rapporti tra impero e chiesa non erano quasi mai pacifici, erano piuttosto
segnati da ripetute lotte per la supremazia e anche da guerre. Ma per i
romantici il medioevo era un mito senza ombre e contraddizioni.
Alla ricerca delle radici della cultura popolare tedesca:
Achim von Arnim (1781-1831) e Clemens von Brentano (1748-1842) con la
loro opera "Des Knaben Wunderhorn" (Il corno magico del fanciullo) fonte:
commons.wikimedia.org
Questa nostalgia verso il passato aveva anche dei risvolti letterari:
andando alla ricerca del medioevo germanico alcuni romantici raccolsero
antiche leggende, favole, ballate e canzoni popolari. In questo intento si
distinsero soprattutto Clemens Brentano e
Achim von Arnim, che pubblicarono una
raccolta di antiche ballate e canzoni popolari in un volume chiamato "Il
corno magico del fanciullo" che suscitò una grande eco positiva in
tutta la Germania.
Jacob Grimm (1785-1863) e Wilhelm Grimm (1786-1859) con le loro opere
"Fiabe del focolare" (1812) e "Grammatica tedesca" (1819) fonte:
commons.wikimedia.org
Anche i fratelli
Grimm facevano parte di questi ricercatori dei miti del
passato. Loro raccolsero e trascrissero delle fiabe della tradizione
popolare tedesca, pubblicandole nel volume "Le
fiabe del focolare", tra cui i famosi "Hänsel e Gretel" e
"Cenerentola", oltre a un altro libro sulle saghe
germaniche. Jakob Grimm, il più
giovane dei due, divenne famoso anche per le sue ricerche sulle radici della
lingua tedesca, pubblicando la prima grammatica
del tedesco e più tardi il primo
dizionario del tedesco.
Il Romanticismo e l'amore:
Per capire cosa significava "amore" per i romantici, dobbiamo tornare
indietro di alcuni anni al capolavoro del giovane Goethe, cioè "I
dolori del giovane Werther". Questo libro parla di un giovane, cioè
il Werther, che si innamora perdutamente della promessa sposa di un altro.
Anche Lotte, questo è il nome della ragazza, sembra ricambiare, almeno in
parte, i sentimenti di Werther, ma non vuole lasciare il suo amato. Alla
fine del romanzo Werther capisce che le sue aspirazioni non si potranno mai
realizzare e si spara un colpo in testa. Come suicida gli viene negato un
funerale cristiano.
a sinistra: Werther e Sophie che suona il pianoforte, a destra: Werther che viene trovato morto nella sua camera
fonte: commons.wikimedia.org
in alto: Werther e Sophie che suona il pianoforte,
in basso: Werther che viene trovato morto nella sua camera
fonte: commons.wikimedia.org
in alto: Werther e Sophie che suona il pianoforte,
in basso: Werther che viene trovato morto nella sua camera
fonte: commons.wikimedia.org
Questo libro del 1774
ebbe un incredibile successo non solo in Germania e divenne il
primo bestseller letterario al mondo. Ma non avrebbe mai avuto questo enorme
successo se, oltre alla coinvolgente e struggente storia d'amore, non ci
fossero stati anche altri elementi. Come nessun altro, Goethe celebra in
questo romanzo l’amore per la natura e critica aspramente le ipocrisie della
società aristocratica e borghese e centra così, in maniera perfetta, i
sentimenti di molti giovani dell’epoca. In questo rappresenta un tipico
prodotto dell'epoca dello "Sturm und Drang",
influenzato però anche dall'illuminismo.
Il tema del legame tra amore e morte
anticipa una componente fondamentale del Romanticismo che si sarebbe diffuso
in Germania circa 25 anni dopo.
Come possiamo immaginare, l'amore è
uno dei temi prediletti dei romantici. Per loro l'amore è un'esperienza
fondamentale che permette, a chi ama, di uscire da ogni costrizione del
quotidiano, del reale e del terreno, e di poter vivere una vita divina.
Quindi l'amore, con tutta la sua passione e sensualità, aveva per i
romantici un carattere squisitamente spirituale.
Nell'opera "Lucinde"
di Friedrich Schlegel il protagonista
Giulio si rivolge all'amata Lucinde con le parole: "Attraverso
tutti gli scalini dell'umanità tu vai con me dalla sensualità più sfrenata
alla spiritualità più elevata."
Georg Friedrich Hegel non faceva parte
dei romantici, ma riassunse un concetto molto caro a loro: "L'amore
è la rinuncia a se stesso per identificarsi con l'altro. Quest'abbandono nel
quale il soggetto ritrova tuttavia la pienezza del suo essere, costituisce
il carattere infinito dell'amore".
Quindi,
elevazione della sensualità e della passione
al livello della spiritualità
rinuncia a se stesso
uscire dalle
costrizioni del quotidiano e del terreno
abbandonarsi all'infinito
Questi
concetti non sono tanto lontani dall'idea della morte. Infatti, molti
scrittori, non solo i romantici, accomunavano l'amore alla morte. Dopo
Romeo e Giulietta di
Shakespeare troviamo degli esempi anche
nella letteratura italiana, basti pensare alla celebre poesia "Amore
e morte" di Giacomo Leopardi o a
Gabriele D'Annunzio che espresse più volte la
vicinanza tra amore e morte.
Gli "Inni alla notte" di Novalis:
Novalis (1772-1801), l'autore degli "Inni alla notte" e la sua fidanzata
Sophie (1782-1797) fonte:
commons.wikimedia.org
La più importante opera della prima fase del romanticismo è senz'altro "Inni
alla notte" di Novalis. Punto di partenza per la comprensione di
quell'opera è la morte della fidanzata di Novalis, una ragazza di nome
Sophie di cui si era innamorato quando lei aveva 13 anni. Solo due anni dopo
la ragazza morì per una grave malattia. Fu proprio la morte della fidanzata
ad avvicinare Novalis definitivamente a una visione mistica della vita. In
questa ragazzina Novalis vide tutto, il mondo, la vita, l’amore e la morte.
L'opera comincia - paradossalmente - con un inno alla luce del giorno descritta come
principio della vita. Quando arriva la notte, essa viene inizialmente
associata a sentimenti di solitudine e di speranze naufragate. Poi l'Io
dell'opera comincia però a sentire l'attrazione per i misteri della notte,
per il suo carattere infinito che comprende tutto e che lo avvicina alla
fidanzata defunta. La notte diventa "la
regina del mondo", l'ambiente naturale per l'amore dove sarà possibile
"l'eterna notte" insieme all'amata. L'amata, che è naturalmente la defunta
Sophie, negli inni diventa "il sole della notte" come una sintesi tra notte
e luce. L'opera finisce con una poesia dal titolo "Nostalgia
per la morte" in cui traspare una struggente nostalgia per una vita
eterna con l'amata, realizzabile solo dopo la morte.
Nei sei inni di
quest'opera, redatta sia in prosa che in poesia, si trova l'essenza pura del
romanticismo. Gli Inni rivelano che Novalis si sentì fortemente attratto
dalla morte, non come fine della vita, ma come un
idillio metafisico.
Un'altra poesia romantica che tratta il tema
dell'amore è di Ernst Moritz Arndt e cioè
"Il ragazzo e la bella fanciulla". La
poesia racconta, in uno stile leggero e sereno, di una bellissima ragazza
che, dopo aver passato una notte di passione con il suo amato nel mezzo
della natura, vuole subito sposarsi. Il ragazzo non è contrario, ma fa delle
obiezioni che sembrano anche sensate: non hanno preparato niente, gli ospiti
non sono invitati, manca la sala della cerimonia, i testimoni, la musica, i
fiori, i vestiti da matrimonio e poi chissà se i genitori sono d'accordo. La
fanciulla risponde di aver già pensato a tutto questo e che c'è persino già
una bella casa che li aspetta, dove possono godersi il loro amore per
sempre. "Ma dov'è questa casa?" chiede il ragazzo, e la ragazza risponde:
"Ti ci porto subito, seguimi!" E lo guida verso il fiume. L'ultima riga
della poesia dice: "E si aprirono le onde del fiume e i due non si videro
più."
Una piccola parentesi:
Nel primo dei sei "Inni" di Novalis c'è un passo che potrebbe sembrare un
po'
strano. L'Io dell'opera, cioè Novalis, quando sente che la notte si stava
impossessando dolcemente di lui, dice, rivolgendosi alla notte:
"Quale
cosa tu porti sotto il manto che con forza invisibile mi penetra
nell'anima? Delizioso balsamo stilla dalla tua mano, dal mazzo di
papaveri. Le gravi ali dell'anima tu innalzi."
Visto che
anche nel secondo inno parla nuovamente del "latice
bruno del papavero" la cosa diventa chiara: Novalis parla dell'oppio
che per lui "innalza le ali dell'anima".
Il fatto che alcuni scrittori, musicisti, pittori e altri artisti
usavano (e usano tuttora) le droghe per farsi ispirare, non è niente di
nuovo. Oltre a Novalis c'erano gli inglesi Lord
Byron, Oscar Wilde e Aldous Huxley,
i francesi Charles Baudelaire e
Victor Hugo e i tedeschi
Gottfried Benn, Georg Trakl e
Klaus Mann (il figlio di Thomas Mann) e
l'austriaco Joseph Roth, per indicare
solo i più famosi. La lista è lunga. Ma furono proprio i romantici i primi
che cercarono di esplorare il mondo della fantasia in questo modo - se si
esclude Shakespeare che fumava la
marijuana. Questo non diminuisce certo il valore letterario delle loro
opere, ma saperlo contribuisce comunque a capirle meglio.
I romantici e le guerre napoleoniche:
Napoleone riceve dai suoi soldati le bandiere prussiane catturate
durante la battaglia di Jena (1806) quadro di
Édouard Detaille
La guerra tra le vecchie monarchie europee e la Francia rivoluzionaria
iniziò nel 1792 e durò vent'anni. La
Francia vinse inizialmente quasi tutte le battaglie, cancellando con un
colpo di spugna decine di piccoli stati, ducati e principati della Germania.
Nel 1806 mandò anche definitivamente in
soffitta il vecchio e glorioso Sacro Romano Impero. Solo la battaglia delle nazioni
vicino a Lipsia nel
1813 che durò 4 giorni e che coinvolse
560.000 soldati, con circa 100.000 morti e feriti, portò la svolta
definitiva per la coalizione monarchica.
Fino alla fine del '700 non
esisteva nessuna consapevolezza nazionale tra gli abitanti del "Sacro Romano
Impero". Ci si sentiva sassone, bavarese, svevo, frisone,
prussiano o austriaco, ma raramente "tedesco". L'idea della Germania
unita nacque solo nella lotta comune contro l'occupazione francese durante le
guerre napoleoniche. E in questo i romantici ebbero un ruolo piuttosto
importante. La nostalgia di molti di loro per il medioevo tedesco dove,
secondo loro, esisteva ancora un Impero unito, ora, che praticamente tutta
la Germania era sotto il controllo dell'esercito di Napoleone si trasformò
in una crescente ribellione antifrancese.
Una nuova generazione di
romantici, meno influenzata dallo sfondo filosofico del primo romanticismo
scopre le idee nazionaliste e si impegnò, anima e corpo, nella lotta contro
la predominanza francese in Germania.
Ernst Moritz Arndt (1769-1860) e Theodor Körner (1791-1813) fonte:
commons.wikimedia.org
Due protagonisti in questa
direzione furono Ernst Moritz Arndt e
Theodor Körner.
Nel 1806 Ernst Moritz Arndt, professore di storia all'università di
Greifswald, sul mare Baltico, noto anche per alcune poesie romantiche (vedi
sopra: "Il ragazzo e la bella fanciulla"), pubblicò il saggio "Spirito del tempo", con
l'intenzione di risvegliare la coscienza nazionale del popolo, contestando
aspramente la politica di Napoleone. L'impatto di quest'opera fu talmente
forte, che Arndt fu costretto ad una fuga precipitosa in Svezia, per evitare
la vendetta da parte francese. L'anno seguente tornò a Greifswald sotto
falso nome e scrisse una serie di canti patriottici, poesie e volantini
antinapoleonici per spingere i tedeschi verso una guerra di liberazione.
Lo scrittore Theodor Körner, noto per le sue poesie patriottiche, non si
limitò invece a un'attività giornalistica antinapoleonica. Nel 1813 si
arruolò volontario come tenente nel cosiddetto "Lützowsches Freikorps"
(Corpo franco militare sotto la guida dell'ufficiale prussiano Lützow) che
fu un'unità speciale dell'esercito prussiano, composta solo da volontari,
incaricata a portare la guerriglia dietro le linee francesi e autorizzata ad
agire in modo autonomo. I componenti di questa milizia, che arrivò anche a
contare 3.600 soldati, provenivano da tutta la Germania, erano artigiani ed
operai, ma anche moltissimi studenti, scrittori e altri personaggi famosi,
tra cui molti influenzati dalle idee romantiche. Theodor Körner divenne
presto il numero due di questo corpo, noto anche come "Cacciatori neri", a
causa del colore delle loro uniforme.
I membri del Freikorps si
distinsero dai soldati dell'esercito regolare per la loro energia,
l'intraprendenza e per la forte motivazione, combattevano per l'ideale di
una futura Germania unita e non per lo stato della Prussia. Theodor Körner
morì a 22 anni sul campo di battaglia in uno scontro militare presso Lipsia,
contro le truppe di Napoleone. Le sue liriche di guerra, pubblicate postume
sotto il titolo di Lira e Spada, divennero velocemente molto popolari.
Alessandro Manzoni, colpito dal dramma della vita di Körner, gli dedicò
l'ode "Marzo 1821".
Anche il pittore
Caspar David Friedrich espresse, nelle sue lettere private, un
forte patriottismo pangermanico. Non poteva dipingere ed esporre dei quadri
esplicitamente anti-francesi, perché sarebbe stato colpito dalla censura e
dalla repressione, ma in alcuni quadri dipinti durante l'occupazione
francese si vedono dei chiari simboli che molti dei suoi contemporanei
potevano capire, se volevano. Uno dei più famosi quadri di quella serie è
"Il cacciatore nel bosco"
Caspar David Friedrich: "Der Chasseur im Walde" (Il cacciatore nel
bosco) fonte:
commons.wikimedia.org
Lo stile dell'opera è quello inconfondibile di Friedrich. Il fatto che, nel titolo originale del quadro,
usa la parola francese per cacciatore, cioè chasseur fa capire che l'uomo
solitario che si vede nel quadro è un soldato francese, che si sta
inoltrando in una fitta foresta che inevitabilmente lo annienterà.
E.T.A. Hoffmann è il più importante rappresentante della seconda fase del
Romanticismo tedesco. Ebbe una vita molto movimentata, anzi, non aveva solo
una vita, ma ben tre. La
prima vita fu quella di un funzionario
prussiano, un giudice molto pignolo, preciso e accurato nell'interpretazione
e nell'applicazione della legge. Era molto stimato tra i suoi colleghi, un
po' meno tra i suoi superiori. Successe una volta che un suo superiore gli
fece pervenire un documento con delle prove che sarebbero state decisive per
condannare un imputato. Dopo aver esaminato queste prove Hoffmann scoprì
che erano tutte false. Cosa fece? Accusò il suo superiore pubblicamente di
truffa. Inutilmente.
La sua seconda vita
fu la musica, una sua grande passione. È autore di undici opere, di
composizioni vocali, una sinfonia, una ouverture e di varia musica da
camera. Ma quando capì che con questa sua passione non aveva il successo che
credeva di meritare iniziò la sua terza vita. Mentre spendeva le sue mediocri entrate da giudice nelle birrerie e osterie,
cominciò a scrivere dei racconti, che riscossero subito un grande successo e
che diventarono presto la sua nuova passione.
Le componenti del fantastico e dell'irrazionale
avevano già caratterizzato la prima fase del Romanticismo, Hoffmann aggiunge
quelle dell'inquietante, degli incubi e dei lati notturni delle persone.
Scrisse romanzi, favole e decine di novelle in cui il grottesco e il
demoniaco sono i motivi principali, in alcuni racconti si aggiungono anche
degli elementi polizieschi. Alcuni esempi:
• Il suo racconto "La
Signorina di Scudéry" parla di un gioielliere che durante il giorno
fa il suo lavoro, molto apprezzato anche nei ranghi alti della società, ma è
talmente ossessionato dalla bellezza delle sue creazioni che di notte uccide
i suoi clienti per riavere i suoi gioielli. • Il racconto "L'uomo
della sabbia" è tra le opere più angosciose di Hoffmann. Al centro
dell'opera sta l'amore del protagonista verso una bellissima donna, ma a un
certo punto scopre che la sua amata è invece una quasi perfetta imitazione
di una donna, cioè un automa meccanico. Questo risveglia tutti i suoi incubi
infantili, lui impazzisce e si suicida. Un racconto grottesco in cui
Hoffmann esplora gli aspetti più contorti della psiche umana.
• Il romanzo "Gli elisir del diavolo"
è l'autobiografia di un monaco che beve un elisir proibito, che ha trovato
nella cantina del suo monastero. Questo elisir rafforza tutte le sue doti,
ma lo porta anche alla megalomania e lo fa credere di essere Sant'Antonio di
Padova. Poi la sua persona si raddoppia e le due parti di sé cominciano a
lottare tra di loro, provocando un lacerante sdoppiamento della coscienza.
A chi ama il genere "Horror" di oggi questi racconti potrebbero
sembrare niente di particolarmente terrificante. Ma i contemporanei di
Hoffmann li adoravano e fecero diventare le sue opere un notevole successo.
Alcune di esse si vendono bene ancora oggi, in qualsiasi libreria.
Inoltre Hoffmann esercitò una notevolmente influenza sul Romanticismo in
altri paesi europei e ispirò molti altri autori, tra i quali p.e. Edgar
Allan Poe e Fëdor Dostoevskij. Proprio dello scrittore americano Edgar Allan Poe
c'è una citazione che potrebbe benissini aver detto anche E.T.A.
Hoffmann:
Mi hanno chiamato pazzo; ma
nessuno ancora ha potuto stabilire se la pazzia sia o non sia la più elevata
forma d'intelligenza, se la maggior parte di ciò che è glorioso, se tutto
ciò che è profondo non derivi da una malattia del pensiero, da umori
esaltati della mente."
Conclusione:
Questa conferenza non poteva certo comprendere tutto l'arco vastissimo della
galassia di scrittori, filosofi e artisti romantici tedeschi e tutte le sue
correnti interne. Ci sarebbero molte altre cose da dire sull'influenza del
romanticismo tedesco p.e. sulla musica che perdurerà fino alla fine dell'800
- il rappresentante più famoso è Richard Wagner - o addirittura sulla
medicina - qui sarebbe da citare Friedrich Wilhelm Schelling, uno dei
rappresentanti dell'idealismo tedesco che sviluppò idee che precedono la
cosiddetta "Medicina alternativa", di oggi. E poi c'è il romanticismo in
altri paesi, in Inghilterra, Francia e in Italia, correnti fortemente
influenzate dal romanticismo tedesco, che richiederebbero un'altra ricerca
approfondita.