"Ogni vera opera d'arte nasce in un
momento sacro, spesso inconsciamente da un forte impulso del cuore."
Queste parole del pittore tedesco
Caspar David Friedrich
possono servire molto bene per comprende meglio alcuni aspetti del famoso quadro "Italia
e Germania" del suo contemporaneo
Friedrich Overbeck. È nato sicuramente da
un "forte impulso del cuore" e molto di quello che ci può dire è
scaturito dall'inconscio dell'artista.
Friedrich Overbeck in Italia:
All'inizio dell'800
Overbeck faceva parte della cosiddetta
"deutschen Künstlerkolonie" (un
gruppo di artisti tedeschi) a Roma, nella quale formò, con altri, che la
pensavano come lui, il gruppo dei "Nazareni",
che rappresentò, in un certo senso, "l'ala radicale" di quel gruppo di
artisti tedeschi. Quello che gli artisti tedeschi cercavano in Italia era
l'ispirazione che davano i paesaggi e la vicinanza all'arte dell'antichità e
del rinascimento. Tra i motivi che li portarono in Italia c'era anche una "romantische Sehnsucht",
cioè una nostalgia dell'ignoto, comune a tutti gli spiriti romantici
dell'epoca.
Ma
Overbeck è andato in Italia non solo per questo, lui e gli altri Nazarener
cercarono in Italia anche
un'esperienza
mistico-religiosa. Il suo soggiorno a Roma, dove rimase per 59
anni, fino alla morte, fu anche una specie di fuga nel passato, verso
l'epoca dell'impero medievale, quando c'era ancora
una fede e
una chiesa, in un mondo per lui ancora sano. Cercò
un ideale che non trovava più nella vita della Germania dell'800
caratterizzata dall'inizio della rivoluzione industriale e dal crescente
materialismo. Era convinto che il suo secolo avesse corrotto l'originaria
purezza dell'arte cristiana. I Nazareni, ai quali appartenevano anche
artisti come
Peter von Cornelius,
Friedrich Wilhelm Schadow e
Philipp Veit, condussero una vita
ascetica, quasi come i monaci: rifiutavano l'arte dell'antichità perché
pagano, il rinascimento perché falso e promuovevano artisti come
il Perugino e
il primo Raffaello. La religiosità popolare che Overbeck trovò in
Italia lo entusiasmò. Egli, nato e cresciuto nella
Lubecca protestante,
divenne un cattolico fanatico, che auspicava addirittura la reintroduzione
dell'inquisizione e la punizione pubblica degli eretici pagani. Per circa
vent'anni Overbeck faceva parte dei pittori più noti in Germania, ma il
crescente realismo fece sì che, un po' alla volta, i nazareni furono
dimenticati.
Cosa voleva esprimere Overbeck con questo quadro?
Ciò che colpisce subito, è la composizione armonica del quadro, la simmetria:
a sinistra l'Italia con i capelli scuri, dietro di lei un paesaggio
tipicamente italiano con una chiesa in stile romanico. A destra la bionda
Germania con un paesaggio cittadino tedesco in cui spicca una chiesa gotica.
Il bordo giallo-oro del vestito dell'Italia rimanda al sole del sud, il
vestito bordato di pelliccia della Germania ricorda gli inverni freddi del
nord. Lo stile pittorico è soffice,
simile a quello di certi quadri di Leonardo da Vinci e di altri pittori
italiani del rinascimento:
links: la testa della Madonna in un quadro di Friedrich Wilhelm Schadow (1818),
rechts:
una madonna dipinta da Raffaello
Sanzio,
(1505)
Il rapporto amichevole delle due donne emana tranquillità e calore, è
certamente un simbolo per la desiderata sintesi di nord e sud, di arte
antica tedesca e quella del prima rinascimento italiano, di Dürer e Botticelli.
Da notare sono i colori del vestito dell'Italia (rosso-bianco-blu), che sono
i colori tipici delle rappresentazioni medievali della Madonna, e
l'inclinazione della testa, un motivo che si può osservare proprio così in
decine di altri ritratti della Madonna. È un quadro profondamente romantico
che ancora oggi esercita un certo fascino. La prima reazione di molti
osservatori era, e lo è ancora oggi: "Che bello...". Mentre per
altri - almeno oggi - il confine al Kitsch è pericolosamente vicino.
Ma il quadro dice anche altre cose...
...e questo forse non in modo intenzionale. In realtà, il quadro non è così
armonico e equilibrato come sembra a prima vista. La chiesa tedesca in stile
gotico a destra è più luminosa e si erige più alto in cielo rispetto alla
piccola chiesa italiana a sinistra che sembra quasi accovacciata in una
valletta. Dietro la Germania si vede il muro di una casa (o di una rovina)
che chiude il quadro a destra. Questo è senz'altro un mezzo pittorico usato
in molti altri quadri, ma qui conferisce comunque alla Germania un accento
più forte.
Di solito si attribuisce ai popoli meridionali un
temperamento aperto e vivace, ai popoli del nord invece un carattere più
chiuso e riservato. Qui sembra l'opposto: la Germania
è indubbiamente più attiva, ha preso la mano di Italia, si inclina verso di
lei, sembra che le dica qualcosa. In confronto l'Italia è più passiva.
Ritira, in maniera quasi timida, la mano sinistra, come se non volesse
lasciare a Germania anche la seconda mano. Il suo sguardo è rivolto verso il
basso, mentre
Germania guarda in lontananza, oltre il quadro, verso il mondo. Italia ha
invece un
aspetto introverso, quasi indifeso. Sembra che la Germania dovesse consolare
l'Italia.
L'Italia era il paese dei sogni per Overbeck, ma...:
L'Italia era l'oggetto dei sogni di Overbeck. L'Italia del quadro è spirituale
e idealizzata
(=Madonna), la Germania invece reale e terreno: i colori del suo vestito -
verde e marrone - sono i colori della natura. La comunicazione tra i
due è unilaterale, si ha quasi l'impressione che Germania sia un po' invadente.
Nonostante la trasformazione dell'Italia in "Madonna" la Germania è
dominante nel quadro. Il motto di Overbeck era: l'essenza dell'Italia deve
guarire il mondo (anche se aveva un'idea tutta sua dell' "essenza
dell'Italia"). Nonostante ciò, non è riuscito in questo quadro di non fa
emergere l'idea molto radicata della missione universale della Germania (pur
nella forma dell'impero medievale).
L'arte, la bellezza e la
religiosità erano, per Overbeck le caratteristiche più importanti
dell'Italia, la Germania invece rappresentava la forza, la lungimiranza, il
potere. I classici principi maschili e feminili. Questo si vede
chiaramente anche in altri due quadri di Philipp Veith, anch'esso parte del
gruppo dei Nazareni:
Due acquerelli di Philipp Veith (1834):
a sinistra: "Italia", a destra: "Germania", due acquerelli di
Philipp Veit del 1834
fonte:
Wikimedia Commons
Anche questi due acquerelli di Philipp Veit (1793-1877), un altro pittore
tedesco che faceva parte del gruppo dei nazareni, rappresentano "Italia" (a
sinistra) e "Germania" (a destra). Si notino anche qui i simboli:
l'Italia con i tipici paesaggi italiani e il simbolo della religione e
dall'altra parte la Germania con spada, corona e i simboli del potere
imperiale del medioevo. Ma quello che colpisce di più nei due acquerelli è
la massiccia quercia tedesca dietro la Germania e il sottile alberello
dietro l'Italia. Domanda: chi comanda tra i due?
Per approfondire:
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