"Il mondo deve essere romanticizzato.
Se attribuisco a ciò che è comune un aspetto misterioso, al noto la dignità
dell'ignoto, al finito un'apparenza infinita, io lo romanticizzo." Novalis
Vita e opere di Novalis:
Nessun poeta romantico tedesco è tanto sognatore quanto
Friedrich von
Hardenberg, conosciuto con lo pseudonimo di Novalis, dal latino “terra
nuova”. È uno dei più importanti rappresentanti del
romanticismo tedesco alla fine del
Settecento. Nei suoi scritti e articoli sono presenti tutte le posizioni
poetiche, filosofiche, religiose e politiche - che in Novalis si fondono
tutte in una - della prima fase del romanticismo. Le sue opere più famose,
gli Inni alla notte (Hymnen an die Nacht), il romanzo
Heinrich von
Ofterdingen
e il saggio Il cristianesimo, ovvero l'Europa
costituiscono il nucleo della sua esperienza di uomo e di poeta.
Nato nel 1772 nel castello
Schloss Oberwiederstedt
(oggi nella regione Sassonia-Anhalt), secondo degli undici
figli di una famiglia rigidamente pietistica, Novalis ricevette la sua
primaria educazione dalle mani di precettori, quindi al ginnasio luterano di
Eisleben e finalmente il consolidamento universitario alla
facoltà di
Giurisprudenza di Jena, la città che vide la nascita e la crescita del
movimento, conosciuto in Europa come "Romanticismo". Fu proprio a Jena che Novalis conobbe e strinse
amicizia con alcune delle personalità più in voga dell’epoca:Schiller, Fichte e i
fratelli Schlegel.
Dopo Jena, Novalis fu a Lipsia dove studiò filosofia e
matematica , ma non
ebbe successo e quindi si trasferì a Wittenberg dove finalmente si laureò.
Il punto di svolta nella vita di Novalis fu il grande amore per la
tredicenne Sophie von Kühn che morì per una
grave malattia già a 15 anni. Fu proprio
l’improvvisa morte della sua fidanzata ad avvicinarlo definitivamente alla vita
mistica. In questa ragazzina Novalis vide tutto, il mondo, la vita, l’amore
e la morte. Proprio nel 1794 Novalis inizia la stesura della
sua opera poetica più famosa: gli Inni alla notte.
Inizia in questo momento una fase fondamentale, quella della riflessione
sulla poesia in chiave filosofica che fornisce un valido supporto
all’interpretazione della sua opera.
Nei sei inni di quest'opera, redatta sia in prosa che in poesia, si trova
l'essenza più pura del romanticismo. Essi costituiscono una meditazione fra essere e
morire che porta il sognatore a chiedersi se ama o sogna davvero. Gli Inni
rivelano anche che Novalis si sentì fortemente attratto dalla morte, non
come fine della vita, ma come un idillio metafisico, un'idea presente anche nel suo diario
in cui Novalis racconta che una sera, recandosi sulla tomba della sua amata Sophie, ebbe un'esperienza
spirituale di straordinaria intensità:
"La
sera andai da Sophie. Qui mi sentii indescrivibilmente lieto / lampeggianti
momenti di entusiasmo / soffiai via la tomba avanti a me, come polvere /
secoli e momenti erano la stessa cosa / la sua vicinanza era sensibile / io
credevo che dovesse da un momento all'altro apparirmi."
Il romanzo di formazione Heinrich von Ofterdingen racchiude
uno dei concetti sostanziali della vita di Novalis.
L’apprendistato alla vita del giovane Heinrich lo porterà sulle tracce di
una caverna e di un fiore azzurro che rappresenta
la Sehnsucht, quel tendere
verso l’infinito che non si raggiunge mai, tipico per il romanticismo.
Heinrich, in cui si specchia Novalis, comprende che è nato per la poesia e per l’amore e,
attraverso un viaggio indietro nel tempo e nella sua anima, giungerà
finalmente al cospetto dell’amore. Un romanzo che
Novalis sentì molto caro al suo percorso interiore e nel quale
il poeta ci trasmette proprio quella forza vitale dell’amore e della vita.
Di fondamentale importanza per capire le idee di Novalis su religione e
politica, è il suo saggio Il cristianesimo, ovvero
l'Europa che comprende un vero e proprio programma ideale per il
futuro della Germania e dell'Europa. Il saggio inizia con una rievocazione
del medioevo che era felice perché era spiritualmente e politicamente una,
un'unità che si esprimeva nella mistica dei sacramenti, nella venerazione
dei santi, nel culto delle reliquie e nella intima relazione tra il Papato e
il Sacro Romano Impero. Questo stato quasi idilliaco venne poi distrutto
dalla riforma protestante e dalla irreligiosità dell'illuminismo. Ma Novalis
sente che nella sua epoca ci siano i presupposti per una riconciliazione
dell'Europa in un rinato senso del miracolo, in un "cristianesimo
dell'avvenire".
Ammalatosi di tubercolosi nell'agosto del 1800, morì nella sua casa di Weißenfels il
25 marzo 1801, senza aver compiuto i ventinove anni. Fu sepolto nel
cimitero della stessa città dove oggi c'è anche la sua tomba.