A
4 km da Berchtesgaden, in una delle zone più suggestive a ridosso delle
Alpi, si trova la montagna
Obersalzberg con il"
Nido dell'Aquila", un chalet
di montagna che Hitler scelse come abitazione estiva.
Su questa montagna, particolarmente
apprezzato da
Adolf Hitler, nel 1933 un rifugio di montagna fu
trasformato nella sede meridionale del governo nazista. Tra il 1933 e il
1944 Hitler trascorse qui complessivamente 4 anni. Qui il dittatore e i suoi gerarchi come Hess, Göring,
Bormann, Speer e Göbbels, tra uno svago e l’altro, presero alcune delle
decisioni più importanti destinate a incidere la storia, come ad esempio
l’operazione Barbarossa, ovvero l’invasione dell’Unione Sovietica nel 1941.
Il
Berghof (il nome della prestigiosa residenza) fu bombardato dagli alleati
nel 1945 e nel 1952 i suoi ruderi furono definitivamente rasi al suolo. In
quest’area oggi sorge l'esposizione
Dokumentation Obersalzberg,
un centro informativo oltre che museo atto a fornire una conoscenza più
approfondita su cosa questo edificio fosse e rappresentasse: la vita
quotidiana dell’élite nazista, la costruzione del palazzo, l’espropriazione
di terreni e case circostanti, insomma un’altra sfaccettatura del Terzo
Reich.
Dal centro di documentazione sul
Obersalzberg
si procede al vicino
Kehlsteinhaus (detta
anche
Nido dell’Aquila),
un'estensione del complesso del
Berghof. Questo chalet di montagna
fu un regalo dei gerarchi nazisti al loro "Führer" per il
suo 50esimo compleanno. Il progetto e i lavori di costruzione furono opera
di Martin Bormann; un’opera assai dispendiosa. Molti ingegneri e circa un
migliaio di persone (per la maggior parte manovalanza) furono ingaggiati per
questo piano di lavoro. Fu dapprima costruita l’impervia strada, lunga
circa 7 chilometri, che
conduceva alla cima del
Kehlstein (1.834 metri). La via d’accesso (la "Kehlsteinstrasse") e
l'edificio panoramico sulla cima furono portati a termine nel tempo record di
13 mesi. Il percorso letteralmente scavato ai fianchi della montagna approda
ad uno spiazzo adibito a parcheggio. Da qui, dopo un dislivello di 700 metri
da Obersalzberg, si procede in un tunnel lungo 124 metri che termina al
famoso ascensore scavato all’interno della montagna. Questo avveniristico
marchingegno (non solo per quell’epoca) è un lussuoso ascensore rivestito in
ottone e con sedili in pelle; spazioso e grande, oltre che interamente
mantenuto allo stato originale, copre in soli 41 secondi l’ultimo dislivello
di un centinaio di metri che giunge allo chalet-fortezza. Fatture degli anni
Trenta confermano che la costruzione costò in tutto circa
30 milioni di
marchi di allora.
La
Kehlsteinhaus è circondata da balconate che permettono una vista
meravigliosa sul lago
Königssee e sul
Watzmann, la seconda cima più alta della
Germania (vedi la foto in alto). Questa residenza panoramica fu arredata con mobili pregiatissimi
quasi tutti in marmo e legno. Nell’atrio ottagonale si trova il camino in
marmo rosso donato da
Mussolini ad Hitler.
Hitler non abitò mai al Nido dell’Aquila, né decise di usarlo per scopi
militari. L’aria troppo rarefatta dovuta alla notevole altezza fece in modo
che vi si recò assai poco. Vi fece solo qualche occasionale visita ufficiale
in particolare tra il 1938 e il 1939. Dato certo è che dallo scoppio del
secondo conflitto mondiale Hitler non soggiornò più presso la dimora del Kehlstein.
Alla conclusione della guerra fu distrutto il Berghof mentre, dopo diverse trattative tra il
presidente della giunta provinciale, il primo ministro della Baviera e gli
americani, l’edificio del Kehlsteinhaus fu risparmiato.
Fu creata l’associazione
Berchtesgadener Land che diede in affitto la
residenza all’ufficio del turismo del luogo per amministralo e offrire al
pubblico la possibilità di visita. Dal
1960 infatti è possibile recarsi al
Nido dell’Aquila. Oggi ospita un rinomato ristorante non solo per la storia
che porta con sé, ma anche per gli scenari che offre.