Reiner Kunze è uno dei più importanti poeti della ex-DDR che è stato tradotto
in più di trenta lingue.
Nelle sue liriche e nella sua prosa si rispecchiano cinque decenni di storia tedesca e la sua biografia è esemplare per il destino di chi si ritrovò a essere cittadino della Germania dell'Est.
Pagina a cura di Peter Patti.
Reiner Kunze nacque a
Oelsnitz (
Sassonia) nel
1933. Figlio di un minatore, studiò a
Lipsia filosofia e giornalismo. Nella stessa università lavorò come assistente dal 1955 al 1959, ottenendo sporadici incarichi di docenza. Aveva già incominciato l'obbligatoria carriera all'interno del
SED (il partito unico della DDR), quando, parzialmente influenzato dai poeti cecoslovacchi, decise di dissociarsi dalla vigente ideologia. Ebbe inizio così una lunga persecuzione nei suoi confronti.
Costretto a lasciare l'università, s'ingegnò alla meno peggio come apprendista meccanico e bracciante agricolo. Nel 1961 sposò la dottoressa cèca
Elisabeth Littnerová adottando la di lei figlia Marcela. Nel 1962 si trasferì con la sua famigliola in
Turingia, dove cominciò l'attività di libero scrittore.
Già a questo punto, per il Politbüro Kunze è persona non grata, in quanto continua a fare una critica spietata al regime. Pochissime sue opere verranno pubblicate nella DDR: la maggior parte di esse verranno fatte recapitare dallo scrittore in maniera spesso avventurosa agli editori della Germania Occidentale.
Le sillogi
Vögel über dem Tau (1959, con evidenti influssi di
Bertolt Brecht), auf eigene hoffnung (1981),
gespräch mit der amsel (1984) e
eines jeden einzigen leben (1986) gli varranno una certa popolarità anche fuori della Germania. Nella DDR, molte sue poesie sono propagate clandestinamente nei circoli della
Samsidat - l'organizzazione culturale del popolo - sotto forma di opuscoletti stampati in proprio o copie manoscritte. Il volume in prosa
Die wunderbaren Jahre (1976; trasposto per il cinema dallo stesso Kunze - poco felicemente - tre anni più tardi) provoca la sua esclusione dalla
Gilda degli scrittori tedesco-orientali.
È spiato e messo sotto torchio tanto a lungo e tanto spietatamente che, insieme alla moglie e alla figlia,
deve lasciare la DDR.
Il trasferimento nella Germania occidentale è proposto ai coniugi Kunze dallo stesso Politbüro quale alternativa a un processo politico. "Ormai davo per scontato che mi avrebbero arrestato. All'eventualità di andar via non avevo mai pensato" affermerà poi lo scrittore. Su di lui pesa l'imputazione di "attività sovversiva contro lo Stato". L'estradizione dalla DDR nel novembre dello stesso
1976 del poeta e cantautore
Wolf Biermann aveva causato una fervida protesta e spontanee manifestazioni di solidarietà da parte di molti intellettuali. L'accusa a Kunze di essere un "nemico dello Stato", con conseguente esclusione dalla
Gilda degli scrittori, accrebbe la celebrità di questo portavoce del "dolce dissenso". Il materiale critico di
Die wunderbaren Jahre è costituito da circa cinquanta testi brevi che illustrano i metodi usati dal potere nel tentativo di imporre una "socializzazione" su vasta scala.
I governatori di Berlino-Est rinunciarono a fargli il processo per paura di una protesta internazionale. Così, il
13 aprile 1977, Kunze (di salute cagionevole anche a causa dei lunghi anni di privazioni) attraversò insieme alla moglie Elisabeth e alla figlia Marcela (anche lei vittima di rappresaglie) il confine che divideva le due Germanie. "Non sono né un martire né un eroe" si giustificherà in seguito. Restare avrebbe significato per lui la sofferenza della prigione.
Soprattutto durante il difficoltoso periodo nella Germania comunista, la moglie
Elisabeth ha permesso a Kunze di dedicarsi alla scrittura, indipendentemente da ogni forma di guadagno. Negli scritti di Reiner Kunze traspare qua e là molto evidente l'importanza che Elisabeth ha rivestito nella sua vita, e non solo per l'appoggio materiale che lei gli ha sempre garantito.
Nello stesso anno della "fuga", Kunze ottiene il "
Georg Büchner Preis": il più ambito premio letterario nell'area germanica. "Non ho mai scritto per fare politica" spiega il poeta, "ma è inevitabile che la realtà si intrufoli in ogni testo e che molti libri assumano spesso un tono... politico."
Reiner Kunze durante una lettura pubblica, nel 2012, a Schorndorf
(Baden-Württemberg).
foto:
Schelm
I suoi impegni come artista lo conducono dapprima a
Monaco di Baviera, dove viene accolto nell'
Accademia Bavarese delle Belle Arti. Nella metropoli sull'Isar rimane fintantoché la moglie non trova a
Passavia un lavoro come ortopedica. Da allora i Kunze vivono nella "città dei tre fiumi" ai margini della Foresta Bavarese. Davanti alla loro casetta si allarga un bel paesaggio collinoso attraversato dal Danubio. "Poter ammirare questo panorama è un vero e proprio privilegio" riconosce il poeta. Gli anni trascorsi a Passavia saranno anche i più creativi per lui, che intanto è anche membro dell'
Accademia delle Arti di Berlino Ovest e dell'
Accademia di Darmstadt per la Lingua e La Poesia.
Nel dicembre
1989 (pochi mesi dopo il crollo del Muro) Kunze fa di nuovo parte della Gilda degli scrittori tedesco-orientali, destinato a fondarsi con il
Pen Club occidentale.