Gustav von Aschenbach, sulla spiaggia del Lido di Venezia, osserva il
ragazzo Tadzio, l'oggetto del suo fatale amore. Scena del film "Morte a
Venezia" di Lucchino Visconti (1971)
Uno scrittore tedesco in villeggiatura a Venezia vede nell'albergo dove
alloggia un ragazzo polacco e rimane fulminato dalla sua bellezza.
L'innamoramento, pur essendo del tutto platonico e "a distanza", diventa una
morbosa dipendenza e, man mano che si rafforza, procede non solo un completo
stravolgimento della sua ordinata esistenza borghese, ma anche una decadenza
fisica che alla fine porta alla morte. Gustav von Aschenbach, questo è il
nome dell'artista, si rovina a causa di questo amore: incurante di
un'epidemia di colera scoppiata nella città lagunare non riparte per la
Germania, come gli è stato consigliato, ma si ostina a rimanere per poter continuare a vedere l'oggetto
del suo amore che oltre ad essere platonico, oscilla tra il disperato e il
ridicolo.
È un racconto sul rapporto tra bellezza, arte e vita, tra borghesia
e decadenza, tematiche spesso trattate da Thomas Mann all'inizio del '900.
Per Mann il mondo borghese significa vitalità, quello dell'arte, al
contrario, raffinatezza ma anche decadenza che conduce alla morte. In questo
racconto il contrasto tra arte e vita è portato all'estremo, sono due mondi
inconciliabili: la bellezza concreta e reale della vita sopravive, l'artista
invece muore.
Il contenuto autobiografico:
Thomas Mann scrisse questo racconto nel 1912 quando era appena ritornato da un viaggio a Venezia. Come in molte altre opere di Mann il contenuto autobiografico è molto elevato.
Anche l'amore omoerotico verso il bel ragazzo non è estraneo all'esperienza personale di Mann.
Katia Mann, moglie di Thomas Mann, scrisse a proposito:
«Tutti i dettagli della storia, a partire dall’improvvisa apparizione del
pittoresco straniero nel cimitero, sono frutto dell’esperienza. Il
primissimo giorno nella sala da pranzo, vedemmo la famiglia polacca, che
appariva esattamente nel modo in cui la descrisse mio marito: le ragazze
erano vestite in modo abbastanza convenzionale ed austero, e il bellissimo e
affascinante ragazzino di tredici anni indossava un vestito alla marinara
con colletto aperto e merletti molto graziosi. Attirò immediatamente
l’attenzione di mio marito. Quel ragazzo era straordinariamente attraente, e
mio marito lo osservava in continuazione con i suoi compagni sulla spiaggia.
Non lo inseguì per tutta Venezia - questo non lo fece - ma il ragazzo lo
affascinò, e pensava spesso a lui... Ricordo ancora che mio zio, il
consigliere privato Friedberg, un famoso professore di diritto canonico a
Lipsia, era indignato: "Che scandalo! E perdippiù un uomo sposato e con
famiglia!".»
In questa foto si vede la "vera" famiglia polacca che
Thomas Mann ha incontrato nel suo albergo a Venezia nel 1911. A sinistra
(inginocchiato) il giovane Władysław Moes che è stato il modello per il
"Tadzio" del racconto di Thomas Mann.
foto:
Carroll & Graf/Gilbert Adair
Thomas Mann e Goethe:
Per Johann Wolfgang Goethe,
scrivere I dolori
del giovane Werther e far morire il suo protagonista per un
amore impossibile aveva una funzione liberatoria:
così scongiurò una volta per sempre le esasperazioni del coinvolgimento stürmeriano. Thomas Mann che ha sempre sentito una forte "affinità elettiva" nei confronti di Goethe e che soffriva per tutta la vita del contrasto tra rispettabilità borghese e inclinazioni omosessuali
certamente sentiva lo stesso bisogno di liberarsi e la morte di Aschenbach deve essere letta anche sotto questa
ottica.
Un'ulteriore conferma dell'importanza di questo aspetto ci fornisce Thomas Mann stesso. Prima di scrivere "Morte a Venezia" aveva un altro progetto: descrivere l'ultimo amore di Goethe,
quando aveva ormai più di settant'anni, per una ragazza diciassettenne, un amore nello stesso modo disperato e al limite del ridicolo, ma un amore che portò Goethe a scrivere delle
poesie che sono tra le sue più belle.
Dopo essere stato a Venezia e dopo aver incontrato nella realtà quel bel ragazzo polacco che nel racconto fa morire Aschenbach, Mann cambiò idea: aveva trovato un soggetto migliore (e più autobiografico) per quello che voleva scrivere.
Quindi, Aschenbach ha molto di Thomas Mann, ma
ha anche delle assomiglianze,
certamente portate all'estremo, del tardo Goethe.
Il film di Lucchino Visconti:
Nel 1971 Luchino Visconti girò il film Morte a Venezia tratto dal racconto
di Thomas Mann. Mentre il protagonista del libro di Thomas Mann è un
letterato, Visconti lo trasforma in un musicista raffinato. Pur applicando
alcune altre modifiche Visconti seguì però piuttosto fedelmente lo spirito
e la trama del racconto. In realtà, anche Thomas Mann si era ispirato al musicista
Gustav Mahler per creare il personaggio di von Aschenbach (infatti, entrambi si
chiamano di nome Gustav), ma aveva voluto
celare questa sua ispirazione. Visconti invece riportò le caratteristiche
del personaggio all'idea originale.
Il seguente video è una compilazione dei tratti più significativi del film (durata: 9.51 min):