Un racconto di Anna Maria che ha trascorso una giornata a Dangast, sul Mare del Nord.
Per orientarsi meglio:
Dove soggiornare a Dangast e dintorni?
Il racconto di Annamaria:
Moin Moin... è il saluto di qui, nel nord della Germania, un suono, un segno
di riconoscimento, in plattdeutsch (il dialetto del nord). Platt come tutto
qui, calmo, piatto, lungo, senza tempo. Sì, perchè è questa la sensazione
che mi ha colto approdata a Dangast, un paesino sul Mare del Nord di appena
550 abitanti.
Ci arrivi in auto (è meglio), l'aeroporto più vicino è Brema (servitissimo
dai low cost), poi vai su, dritto, verso Oldenburg, tutto segnato, facile.
Dangast, un'ora e mezza, se vuoi niente autostrada. Un'ora e mezza che passi
tra gli sguardi liquidi delle mucche assonnate ai lati della strada. Senso
di eterno, di spazio. Arrivi, un negozio di antiquariato precede le ultime
centinaia di metri, poi parcheggi lì subito, a destra il mare, che sembra
disegnato da un espressionista, a strisce, ad olio, variazioni di azzurro e
di grigio, a sinistra una casa blu. Ti chiedi dove sei, se tutto questo è
vero.
Respiri, e hai solo un desiderio: scendere sulla spiaggia di sabbia bianca,
due chilometri, andare verso quel mare, strano, fatto di melma ed acqua,
fango scuro scivoloso. Quella che chiamo melma è invece il Watt: il mare che
si ritira, durante la marea bassa, per chilometri e lascia una immensa
distesa di fango, fatto di microrganismi essenziali per l'ambiente, vecchio
come il mondo. Speciale la sensazione sotto i piedi, torni bambino, ti
sporchi fino alle ginocchia e cammini, cammini con i jeans tirati su.

Un faro a Dangast, con la marea bassa
foto:
Dickelbers
L'acqua va e viene, è la marea, puoi pestare fango per ore e vedere il mare
alzarsi lento come una carezza che ti spinge a riva. I piedi gelati si
passano veloci sotto l'acqua di una pompa, vicino all'unico moletto di legno
che trovi. Freddo, si fa freddo.
È l'ora del Kurhaus, la casa della cultura,
perchè Dangast è pensiero, pittura, immagine, arte mille volte all'anno. Il
Kurhaus è torta al rabarbaro, rossa, morbida, umida, dolce - mit oder ohne
Sahne (mit, mit!!). Una fetta non basta. Ti metti in
coda con il tuo vassoio, visi sorridenti, moin, ein Stück bitte... A volte
aspetti cinque minuti perchè è ancora in forno.
Fuori, al sabato e la domenica, c'è un mercatino, negozietti di vintage, un
pub caratteristico dove fanno un grog da urlo, mentre guardi il mare, a
tutto tondo, e ti chiedi cosa sei di fronte a quell'acqua che nella
profondità ha 40 milioni di anni, a quelle strisce di colori illuminate dal
sole...
Arriva un peschereccio nella baia di Sielhaven, è carico di gamberetti.
Magico, puoi comprarli lì direttamente, lì mangi aprendoli crocchianti con
le mani.
Ora ho solo un pensiero: tornare là, a Dangast. Ma la prossima volta non
passo solo di lì e basta. Magari mi rifugio in una di quelle casette con
scritto Zimmer frei o in un albergo dove ti coccolano. Avessi un camper
dormirei là nel camping sul mare, addormentandomi con i gabbiani e
svegliandomi conchiglia.

Un peschereccio carico di gamberetti
foto:
Anna Maria
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