"Der arme Poet" (Il povero poeta), circa 1840 Neue Pinakothek, München
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Secondo un'indagine condotta all'inizio di questo secolo, questo povero
poeta nella sua ancora più povera stanzetta fa parte dei quadri più amati
dai tedeschi. Si è discusso molto su quello che il poeta fa con la mano
destra: o scandisce il metro di una sua poesia o - più probabilmente -
schiaccia una pulce, un altro segno
della sua misera sistemazione. Il poeta che ispira un mix tra simpatia e
compassione non dispone nemmeno di un letto, deve accontentarsi di un
materasso e la stufa, unico "arredamento" della stanza dove evidentemente
piove anche dentro (vedi l'ombrello), viene alimentata da manoscritti, forse
anche del poeta stesso. Ma il poeta sembra vivere in un altro mondo ed è
proprio il contrasto tra il mondo della poesia e quello reale che fa
sorridere e che costituisce il fascino di questo quadro.
"Sonntagsspaziergang" (La passeggiata domenicale), 1841 Museum Carolino Augusteum, Salzburg
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In questo quadro Spitzweg ha dipinto una famiglia durante la sua passeggiata
domenicale. La gerarchia in questa famiglia è più che evidente: davanti il
marito, seguito dalla moglie, poi una figlia e infine la bambinaia o la
governante. La quinta persona a destra guarda in un'altra direzione, forse è
un'altra figlia che sembra però poco incline a seguire questa "marcia" in
modo corretto. Al centro sta comunque il marito che è piuttosto grasso e che,
nel modo curioso con cui si fa ombra con il capello, sembra quasi una
caricatura. Più che un piacere, per lui questa passeggiata sembra piuttosto
un dovere, sembra un comandante di un piccolo esercito. Insomma, una tipica
famiglia della piccola borghesia in cui le abitudini, le regole e
l'etichetta sociale vengono rigorosamente rispettate.
"Der Bücherwurm" (Il topo di biblioteca), circa 1850 Museum Georg Schäfer, Schweinfurt
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Anche questo topo di biblioteca sembra trovarsi, come il povero poeta (vedi
sopra), in un altro mondo, in quello dei libri. Probabilmente miope, l'uomo
anziano raffigurato in questo quadro è immerso nella lettura di un libro,
mentre nell'altra mano ne tiene un altro. Un terzo libro lo tiene stretto
tra il braccio sinistro e il corpo e un quarto libro tra le gambe. La
biblioteca sembra molto grande e i libri danno l'idea di essere vecchi e
impolverati. Il reparto che questo topo di biblioteca sta consultando porta
in alto la scritta "Metafisica", un ulteriore segno che sottolinea la
distanza tra il mondo fuori e quello dentro.
"Der abgefangene Liebesbrief" (La lettera d'amore intercettata),
circa 1860 Museum Georg Schäfer, Schweinfurt
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Dalla finestra in alto si sporge un giovane uomo, riconoscibile come
studente dal suo berretto rosso, che fa scendere, appesa a un filo, una
lettera d'amore destinata alla giovane ragazza del piano inferiore che si
vede attraverso la finestra aperta. Questa ragazza è concentrata su un telo
bianco che sta rammendando e non si accorge di niente, mentre la donna più
anziana accanto a lei, la madre, una zia o una governante, vede la lettera e
rimane stupita, con la bocca aperta. L'ambiente raffigurato in questo quadro
è un quartiere con vecchie case e vicoli stretti, probabilmente si tratta di
Schwabing dove Carl Spitzweg abitò per diversi anni. Sul tetto a destra si
vedono due tortore che si accarezzano col becco e che spiegano così le
intenzioni del giovane studente
"Der Briefbote im Rosenthal" (L'arrivo del postino a Rosenthal), circa 1858 Universitätsmuseum, Marburg
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L'ambiente descritto in questo quadro è molto simile a quello del quadro "La
lettera d'amore intercettata" (vedi sopra) che si può trovare anche in altre
opere di Spitzweg: ci sono gli stretti vicoli di un piccolo centro abitato
dalla piccola borghesia, non ricco, ma pulito e dignitoso, dove tutti
conoscono tutti e con delle botteghe di artigiani che si riconoscono dalle
insegne. Ecco il momento in cui arriva il postino, atteso da tutti (alle
finestre e in strada si vedono solo donne, gli uomini saranno al lavoro). Un
idillio che trasmette pace e serenità.
"Der Kaktusliebhaber" (L'amante dei cactus), circa 1850 Museum Georg Schäfer, Schweinfurt
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Spitzweg ha dipinto spesso persone che seguono una passione particolare,
anche insolita. L'amante dei cactus ne è un esempio. Dal cactus a sinistra è
appena sbocciato un piccolo fiore rosso, un evento che l'uomo a destra stava
forse aspettando da tempo. La cosa curiosa in questo quadro è che il cactus
si piega verso l'uomo nella stessa maniera in cui l'uomo che lo sta
osservando quasi con rispetto, si inclina verso il cactus. Un altro quadro
che fa sorridere l'osservatore.
"Engländer in der Campagna" (Inglesi nella campagna romana), 1845 Staatliche Museen zu Berlin, Alte Nationalgalerie
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All'epoca di Spitzweg il turismo, così come lo conosciamo oggi, era ancora
poco diffuso. Si viaggiava per lo più per motivi di studio e di lavoro. Solo
i ricchi potevano permettersi di viaggiare. Anche Spitzweg ha viaggiato
molto: è stato in Inghilterra, in Francia, in Olanda e in Italia - per
imparare dai maestri stranieri e per conoscere nuovi stili di pittura. In
uno dei suoi soggiorni in Italia Spitzweg avrà visto un gruppetto di inglesi
come questo: infatti, gli inglesi - insieme ai tedeschi - furono tra i primi
a scoprire i viaggi di piacere e tra i primi a scrivere guide di viaggi
di altri paesi.
In questo quadro vediamo al centro tre turisti, due dei quali ascoltano la guida (a
sinistra) che dall'aspetto è sicuramente italiano. A destra invece c'è un
fattorino con un carrello che trasporta i bagagli degli inglesi e che non
sembra particolarmente interessato a quello che dice la guida - forse l'ha
sentito già molte altre volte. I tre inglesi hanno tutti una guida di viaggi
in mano come se volessero controllare le spiegazioni della guida italiana
che parla delle rovine che si vedono a sinistra e nello sfondo. Sarà giusto
quello che racconta? L'uomo sembra scettico, mentre una delle due donne non
ascolta affatto, è girata da un'altra parte e si affida piuttosto a quello
che scrive la guida che sta leggendo.
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