Due ritratti di Ludwig: A sinistra aveva 20 anni, era alto 1,93 m, e fu ritenuto uno degli uomini
più belli della Baviera. A destra aveva 40 anni, era ingrassato
(pesava 110 chili) e imbruttito dall'abuso di alcool, cibi e farmaci.
ritratti di:
Ferdinand von Piloty /
Gabriel Schachinger
Due ritratti di Ludwig: In alto aveva 20 anni, era alto 1,93 m, e fu ritenuto uno degli uomini
più belli della Baviera. In basso aveva 40 anni, era ingrassato
(pesava 110 chili) e imbruttito dall'abuso di alcool, cibi e farmaci.
ritratti di:
Ferdinand von Piloty /
Gabriel Schachinger
Il seguente articolo è il testo integrale di una conferenza.
Relatore:
Wolfgang Pruscha
Ludwig in breve:
nato: 25 agosto 1845
padre: re Massimiliano II di Baviera
(1811-1864)
madre: principessa Maria di Prussia
(1825-1889)
fratello: Otto (1848-1916)
incoronazione: 10 marzo 1864 (a 18 anni)
morto: 13 giugno 1886 (a 40 anni)
I famosi tre castelli:
Sicuramente molti, sentendo il nome di Ludwig II, re della Baviera, pensano
subito ai famosi tre castelli nel sud della Baviera che Ludwig fece
costruire durante il suo regno. Probabilmente molti avranno anche visitato
quello più famoso, il castello di Neuschwanstein che
è diventato quasi un'icona della Baviera.
Ma oltre a Neuschwanstein,
il più fiabesco di questi tre castelli c'è anche la grandiosità imperiale
del castello di Herrenchiemsee, che sembra proprio una
copia del castello di Versailles in Francia.
Infine c'è il più
piccolo dei tre, il gioiello rococò di Linderhof
con il suo splendido parco dove spicca la cosiddetta Grotta di Venere che ha
all'interno un laghetto artificiale.
Questi tre castelli sono stati
ideati, sia nell'aspetto esterno che negli interni da Ludwig, anche nei
minimi dettagli, e da lì nasce anche il soprannome "re
delle favole".
Ma in questi tre castelli ci sono due cose
strane: la prima è il periodo in cui sono stati costruiti, cioè negli ultimi
decenni dell'800, tra il 1869 e il 1886. In quel periodo nessuno costruiva
più castelli, nella seconda metà dell'ottocento siamo nel pieno della
rivoluzione industriale. Si costruivano delle fabbriche sempre più
grandi con dei camini sempre più alti. Si costruivano le ferrovie, le prime
automobili. Ma l'epoca dei castelli era tramontata da almeno 100 anni.
La maggior parte delle monarchie in
Europa erano ormai monarchie costituzionali.
Rispetto all'epoca
dell'assolutismo i poteri dei re erano fortemente ridimensionati dalle
costituzioni dei loro paesi e dai parlamenti. I membri di questi parlamenti
non erano certo eletti con un suffragio universale, ma solo da un numero
piuttosto ristretto di persone in base al loro reddito e al loro stato
sociale. Ma i tempi erano comunque cambiati molto.
La seconda cosa
strana in questi castelli è di un'altra natura: di solito, nel 600 e 700 i
castelli si costruivano per ospitare la corte del re, per organizzare balli
e grandi eventi festivi, per rappresentare la grandezza e l'importanza del
regnante. I tre castelli di Ludwig erano invece stati costruiti per una
persona sola, cioè per Ludwig. Nessun ospite di stato entrò mai nelle loro
stanze, nessuna festa fu mai organizzata negli ambienti di questi
castelli. Ludwig voleva godersi i suoi castelli in beata solitudine. Per lui
i castelli erano degli immensi giocattoli da guardare e da ammirare.
L'infanzia di Ludwig:
Conoscere l'infanzia e l'adolescenza di Ludwig non serve solo per avere un
quadro biografico completo del futuro re della Baviera. Capire come cresceva
Ludwig fa comprendere quasi tutti i suoi tratti caratteriali da adulto.
Tutti i problemi personali, tutti i tormenti anche gravissimi di cui
soffriva, trovano la loro origine nelle condizioni di vita dei primi 18 anni
di Ludwig.
Come primogenito di Massimiliano II della Baviera e della
principessa Maria Federica della Prussia, Ludwig era, nella linea dinastica,
l'erede al trono della Baviera. Nel settecento e nell'ottocento gli eredi al
trono, in tutte le dinastie importanti, venivano cresciuti lontano dai
genitori, affidati a bambinaie, governanti insegnanti privati e i maschi erano seguiti
anche da precettori militari. E non bisogna credere che il lusso in cui
senz'altro vivevano rendesse la loro infanzia facile, anzi. Di solito i
maschi erano allevati per “fortificare il carattere" e per evitare che
crescessero viziati. Soprattutto per gli eredi al trono significava che
erano privati di molte comodità di cui altri figli dell'aristocrazia potevano
invece godere.
Dopo i primi anni Ludwig passò dalla culla
direttamente ad un letto da campo con coperte di lana ruvida. Un
programma di studio molto impegnativo limitò il suo tempo libero al
minimo. I genitori, nei suoi confronti, erano freddi e distaccati. Ludwig li
vedeva raramente, per lo più durante le cene. Ma queste cene non
rappresentavano dei momenti di intimità familiare, erano piuttosto delle
cerimonie semi-ufficiali dove erano presenti anche altri appartenenti alla
corte e i bambini dovevano star seduti appartati e zitti.
Appena
Ludwig imparò a leggere divenne un divoratore di libri, soprattutto di libri
storici che raccontavano i miti e le leggende germaniche. La madre,
confrontata con questa passione del figlio disse: "Non so che piacere c'è
nel leggere un libro, io non ne ho mai letto uno". Il padre incitava più di
una volta gli insegnanti del figlio ad essere più severo con lui e di non
permettere che esso si rifugiasse in un mondo di fantasia. L'unica persona
che dava a Ludwig il calore di cui lui aveva bisogno fu la governante, la
signorina Sibylle von Meilhaus. Era l'unica persona con cui Ludwig si apriva
e si confidava. Era lei che gli procurava i libri che parlavano dei
Nibelunghi, di Sigfrido, di Lohengrin e di Barbarossa, libri che
raccontavano la vita di Luigi XIV, il re sole della Francia che divenne poi
un modello per Ludwig.
Ma a parte gli indubbi meriti che la signorina
von Meilhaus poteva vantare per quanto riguarda l'educazione di Ludwig, ebbe
anche delle influenze su Ludwig che si dovevano rivelare molto negative. Gli
ripeteva continuamente, forse per aumentare la considerazione di se stesso,
che lui da futuro re della Baviera, aveva un incarico voluto da Dio e che
già da piccolo, era più importante di tutte le altre persone intorno a lui.
Un giorno la signorina von Meilhaus andò a fare delle compere e portò il
piccolo Ludwig con sé. Uscendo da un negozio notò che Ludwig aveva rubato un
borsellino. La governante lo invitò a riportarlo nel negozio e di scusarsi,
ma Ludwig si arrabbiò dicendo: "Cosa ho fatto di male? Perché non posso
prendere quello che mi piace, una volta sarò il re e tutto questo sarà mio".
Quando i genitori cominciarono a preoccuparsi del suo
comportamento, cercarono di fargli conoscere altri bambini coetanei
dell'aristocrazia bavarese per farli giocare insieme, ma Ludwig si rifiutò,
perché giocando si sarebbe messo al loro stesso livello e lui si sentiva
superiore.
Ma anche nei confronti degli adulti Ludwig si comportò
delle volte in maniera altezzosa. Una volta, quando aveva circa 12 anni,
passò le vacanze estive nel castello di Hohenschwangau e giocava da solo,
saltellando sulle mura esterne del castello. Un visitatore del castello lo
vide e capì subito che questo gioco poteva essere molto pericoloso. Lo
afferrò per il braccio e lo tirò giù dal muro. Il piccolo Ludwig lo respinse
con forza e con rabbia e senza dire una parola corse via. Molti anni più
tardi, quando Ludwig era ormai il re della Baviera, durante un ricevimento
della corte incontrò di nuovo quella persona, che forse gli aveva anche
salvato la vita, lo riconobbe subito, rifiutò il suo saluto e gli disse in
modo gelido e sprezzante: "Era lei che quella volta mi ha toccato il braccio
senza il mio permesso."
Una foto della famiglia di Ludwig a sinistra: Ludwig
(a 15 anni), al
centro: la
madre e il padre, a destra: il fratello Otto (a 12 anni)
foto:
Autore sconosciuto
Ludwig a scuola:
Gli insegnanti di Ludwig non dovevano solo
insegnargli la matematica, le lingue, la storia e le altre materie
scolastiche, erano anche incaricati a formare il suo carattere. Dovevano
scrivere regolarmente dei rapporti al re o alla regina. Dovevano dare dei
consigli al ragazzo che riguardavano non solo lo studio, ma anche la sua
vita privata. In questo contesto vorrei citare una lettera a scopo educativo
che uno degli insegnanti scrisse a Ludwig: "Cercate senza posa di formare la
mente e il corpo. Se le inclinazioni malvagie si ripresentano sopprimetele;
con una forte volontà si può fare qualsiasi cosa. La debolezza non è nobile
in un uomo." L'autore di questa lettera non spiega a cosa si riferisce con
l'espressione "inclinazioni malvagie" ma conoscendo la vita di Ludwig da
adulto, che era perennemente tormentato dai sensi di colpa per la sua
omosessualità, possiamo benissimo immaginare che questo insegnante ne aveva
percepito i primi segnali.
Nello studio Ludwig si
limitava a fare il minimo necessario, l'unica materia che gli interessava
veramente era la storia. Inoltre sviluppò una grande passione per il
nuoto e
per l'equitazione. Non aveva invece ricevuto nessuna preparazione specifica
per il suo futuro ruolo da re, non sapeva nulla di come funzionava
l'apparato statale, non conosceva i problemi che il governo della Baviera
doveva affrontare ogni giorno. Le sue idee del ruolo di un re erano per lo
più legate ai suoi grandi idoli, Carlo Magno, Barbarossa e soprattutto Luigi
XIV di Francia, la cui concezione di governo si sintetizzava nella celebre
frase: "Lo stato sono io".
Ludwig a 18 anni:
Quando Ludwig compì 18 anni,
nel 25 agosto del 1863, suo padre, il re Massimiliano II, aveva solo 52 anni
e pensava che ci fosse ancora del tempo per preparare Ludwig adeguatamente
al suo futuro ruolo. Ma sebbene fosse di salute abbastanza buona, neanche un
anno più tardi morì per una improvvisa grave malattia. Essendo diventato
così inaspettatamente il nuovo re, Ludwig rimase stordito. All'improvviso si
trovava al centro dell'attenzione di tutti e non sapeva come comportarsi.
Era un ragazzo molto bello, alto un metro e novanta, e molti lo
ritenevano, "il più bel re che la Baviera abbia mai avuto". La sua
personalità, per molti, era invece un mistero. Trattava la maggior parte della
gente intorno a lui con un freddo distacco, probabilmente per coprire la sua
insicurezza, mentre con i pochi che entravano
nella sua intimità poteva essere invece quasi soffocante nelle dimostrazioni
di affetto e ossessivo nel bisogno di sentirsi accettato.
Le illusioni del nuovo re:
Una volta superata la crisi creata dalla morte
prematura di suo padre Ludwig partecipava alle riunioni del governo con
grande interesse, voleva capire come poteva far valere le sue idee. I membri
del governo vedevano nell'inesperienza di Ludwig un fattore positivo, perché
credevano che così non avesse creato delle difficoltà per loro. Si sbagliavano di grosso.
Dopo due mesi dalla sua incoronazione sorprese i membri del governo con la
frase: "Intendo mettere un freno al parlamentarismo mantenendo l'equilibrio
politico nelle mani del sovrano". Era chiaro, voleva veramente tornare ai
tempi di Luigi XIV.
Ma queste intenzioni, nella seconda metà
dell'800, erano delle illusioni, impossibili da realizzare. La costituzione
della Baviera riservava al re una funzione soprattutto simbolica,
rappresentava le tradizioni, la storia della Baviera, la posizione
importante della Baviera tra le altre nazioni
dell'Europa. Doveva firmare i trattati internazionali e poteva proporre
delle persone per coprire i ruoli all'interno del governo. Ma alla fine
erano altri a fare il lavoro quotidiano. Con le sue idee anacronistiche su
come doveva funzionare lo stato Ludwig urtò ripetutamente contro il muro
della realtà costituzionale. E così, si creò un'avversione crescente di Ludwig verso le istituzioni statali.
Ludwig e Wagner:
Un personaggio
che ebbe un ruolo fondamentale nella vita di Ludwig fu il compositore
Richard Wagner. Ne aveva sentito parlare per la prima volta da adolescente
dalla sua ormai ex-governante, la signorina von Meilhaus. Lei conosceva bene
la passione del giovane per i miti germanici ed era sicura che le opere di
Wagner gli sarebbero piaciute. Ludwig si procurò tutti i libretti delle
opere liriche di Wagner e scoprì che queste opere evocavano proprio il mondo
delle sue fantasie. Capì che la sintesi tra musica, scenografia, evocazione
storica, poesie e religione che Wagner cercò di realizzare nelle sue opere
sarebbe diventato il modello di arte che lui, una volta diventato re, doveva
portare nei teatri della Baviera.
Quando aveva 17 anni assistette a una
rappresentazione del "Tannhäuser" di Wagner. Il segretario di corte che lo
dovette accompagnare scrisse di lui: "La musica aveva su Ludwig un effetto
impressionante. A volte, durante lo spettacolo, le sue reazioni erano quasi
patologiche. Quando l'opera giunse al punto culminante, Ludwig era in un
tale stato di agitazione che sembrava vicino a un attacco epilettico."
Per tutta la vita Ludwig avrebbe percepito la musica di Wagner come una
specie di droga.
Wagner aveva un grosso problema: i soldi. Amava il
lusso e visse sempre molto al di sopra delle sue possibilità. Inoltre, la
messa in scena delle sue opere costava moltissimo: Wagner pretendeva
orchestre e cori con un numero di musicisti e cantanti molto superiore del
solito. Così si trovò presto inondato dai debiti. Si lamentava spesso che la
Germania non apprezzasse in modo sufficiente la sua musica, e che lui non
aveva mai i mezzi sufficienti per vivere come riteneva adeguato e per
rappresentare le sue opere come voleva lui. Nella prefazione di un libretto
del "Anello del Nibelungo" scrisse che forse solo un principe tedesco
avrebbe potuto dargli l’appoggio di cui aveva bisogno, assicurando così la
sopravvivenza della sua arte. Concluse con la domanda: "Si troverà questo
principe"? Leggendo queste parole Ludwig fu sopraffatto dall'emozione: Aveva
trovato il suo destino, doveva essere lui questo principe che avrebbe
salvato Wagner.
Infatti, una delle
prime cose che Ludwig fece, quando era sul trono della Baviera fu incaricare
il suo segretario di gabinetto di portare Wagner a Monaco. Non fu così
facile, Wagner era introvabile, cioè di nuovo in fuga dai creditori. Infine,
dopo una lunga ricerca, l'emissario di Ludwig lo trovò a Stoccarda e visto
che portava come regalo di benvenuto niente meno di un anello con un grosso
rubino fu facile convincere Wagner che quasi non credeva alla sua fortuna.
Mandò subito un breve messaggio a Ludwig in cui scrisse:
“Diletto
grazioso Sovrano, Vi mando queste lacrime di celeste commozione per
dirVi che la mia vita, la sua più alta poesia e la sua musica più pura d’ora
in poi appartengono a Voi, mio grazioso giovane Sovrano, disponetene come di
cosa Vostra. In sommo rapimento, fedele e sincero il Vostro suddito
Richard Wagner”
Oltre al suo bagaglio portò a Monaco una montagna di
debiti, ma Ludwig gli garantì subito uno stipendio fisso che era quasi il
doppio di quello che guadagnava un funzionario del governo. In più gli mise
a disposizione una splendida villa sul lago di Starnberg, vicino al castello
di Berg dove Ludwig si fermò spesso.
Wagner e Cosima:
Nella sua incondizionata
ammirazione per Wagner, Ludwig accettò tutte le richieste del compositore
che non erano certo modeste. Per esempio, nel corso di una stagione teatrale
dovevano essere esibite a Monaco esclusivamente le sue opere, "per non
disturbare l'atmosfera poetica". Adesso Ludwig e Wagner si incontravano
quasi ogni giorno, nella villa sul lago di Starnberg dove Wagner, un giorno,
invitò anche un vecchio amico, il direttore d'orchestra prussiano Hans von
Bülow e sua moglie Cosima. Sebbene Cosima avesse 24 anni meno di Wagner si
sentì subito attratta da lui. Quando il marito di Cosima si dovette
assentare dalla villa di Wagner per una settimana Wagner e Cosima divennero
amanti.
Il fatto che Cosima passasse più tempo con Wagner che con suo
marito non passava certo inosservato e le voci su questa storia si diffusero
molto rapidamente. Il marito, che sicuramente si era accorto di tutto, fece
finta di niente, nella sua posizione di direttore d'orchestra dipendeva da
Wagner. Ludwig invece non prese neanche in considerazione ciò che si
raccontava in giro, la sua dedizione totale all'arte e alla persona del
compositore escluse categoricamente qualsiasi ombra sulla vita privata
dell'amico.
Ma un po' alla volta Wagner si sentì quasi onnipotente
nel suo ruolo da favorito del re. Oltre a chiedere, e ottenere, sempre più
soldi cominciò a pubblicare degli scritti in cui criticava la politica del
governo bavarese, senza consultarsi prima con Ludwig, suscitando prontamente
dei contro-attacchi sui giornali che, senza essere espliciti, criticavano
anche il re per il suo silenzio in questa faccenda. Ludwig non sopportava che a causa di
Wagner la sua vita privata fosse finita nelle prime pagine dei giornali. Per
non ferire troppo il suo amico lo invitò ad essere più prudente nelle sue
esternazioni, ma Wagner era testardo. Scrisse una lettera a Ludwig minacciando di lasciare la Baviera se
non poteva più esprimersi liberamente. Quando ricevette questa lettera
Ludwig fu colto dal panico e rispose: "Caro amico, restate, oh restate.
Tutto sarà meraviglioso come prima. Sono vostro fino alla morte." Wagner
rispose: "Ricomincio a vivere".
Nei mesi successivi le richieste di soldi da parte di Wagner divennero
sempre più esorbitanti, pretese continui aumenti del suo stipendio e arrivò
addirittura a chiedere, per la rappresentazione di nuove opere e per il
progetto di un nuovo teatro d'opera, la somma enorme di 200.000 gulden che
Ludwig, con tutta la buona volontà fece fatica ad accettare, in fondo si
trattava di soldi pubblici. L'opinione pubblica divenne sempre più ostile
nei confronti di Wagner, i commenti dei giornali sulla sua storia con
Cosima e sulla sua avidità di soldi divennero sempre più acidi e spesso
anche il sovrano fu trascinato nella disputa. A questo punto i membri della
famiglia di Ludwig, i ministri del governo e persino le gerarchie
ecclesiastiche fecero pressione su Ludwig affinché allontanasse Wagner dalla
Baviera. E Ludwig, con grande dolore, dovette cedere. Wagner andò in esilio
in Svizzera.
Ma il peggio doveva ancora arrivare. Anche con Wagner
in esilio Ludwig continuò a sostenerlo economicamente. Gli pagò l'affitto di
5.000 gulden all'anno per una sontuosa villa sul lago di Lucerna, dove
Wagner stava con Cosima, suo marito invece lavorava a Monaco e venne a
trovarli solo per poche settimane all'anno. Quando Ludwig andò di segreto in
Svizzera per trovare Wagner, la notizia inevitabilmente trapelò e suscitò
grande scalpore sui giornali. Gli articoli presero di mira soprattutto la
coppia Cosima-Wagner ma contenevano anche accenni molto sarcastici sul
marito di Cosima. Adesso il marito di Cosima e Wagner chiesero a Ludwig
di scrivere una lettera ai giornali per negare categoricamente qualsiasi
storia amorosa tra Wagner e Cosima. Anche se Ludwig conosceva la verità il
suo amore verso il compositore gli fece inghiottire
l'amaro boccone e firmò la lettera di cui Wagner aveva già preparato il
testo.
Cosima e Richard
Wagner, dopo il loro matrimonio foto: Fritz Luckhardt
In quegli anni Wagner era già un compositore famoso e molto
stimato in tutta l'Europa, e molte delle sue opere avevano riscontrato un
notevole successo. La faccenda di questa lettera mostrava invece il suo lato
peggiore in quanto con deliberate menzogne si servì della riputazione del re
per negare qualcosa che era ormai a conoscenza di tutti. Ma questa
lettera rivelava anche la crescente irresponsabilità di Ludwig e il suo
disprezzo per l'opinione pubblica, tratti del carattere che negli
anni a venire dovevano peggiorare ulteriormente.
Nei prossimi due
anni Cosima ebbe due figli e la paternità di Wagner
era chiara a tutti. A questo punto il marito Hans von Bülow chiese il
divorzio e poco dopo Cosima e Wagner si sposarono. Ludwig, l'autore della
famosa lettera, fece una figura non proprio felice.
Negli anni
successivi i rapporti tra Ludwig e Wagner furono sempre più segnati da
tensioni, anche alimentati da frequenti disaccordi su come mettere in scena
le nuove opere di Wagner. Ludwig conservò per tutta la vita un amore quasi
mistico per la musica di Wagner, a livello personale si sentì invece sempre
più deluso dal suo amico.
La questione del matrimonio:
Uno dei
compiti del re era sposarsi ed avere dei figli, possibilmente figli maschi
che potevano garantire la continuità della monarchia. I matrimoni erano di
solito delle unioni combinate, servivano a creare nuove alleanze tra le
monarchie dell'Europa o a rafforzarle. Se c'era simpatia o addirittura amore
tra i due che si dovevano sposare era una cosa di secondaria importanza.
Appena Ludwig era sul trono della Baviera la sua famiglia e gli altri membri
della corte cominciarono a sondare le possibilità che ci potevano essere per
lui tra le altre monarchie dell'Europa. La prima scelta fu
la figlia
dello zar Alessandro II della Russia, ma Ludwig si dimostrò completamente
disinteressato alla questione matrimonio. Anche i tentativi di proporre a
Ludwig la figlia della regina Vittoria del Regno Unito incontrarono un
cortese ma fermo rifiuto. L'ambasciatore austriaco che doveva fare da
intermediario riferì alla corte di Londra: "Sembra che Sua Maestà non trovi
alcun piacere nella compagnia dell'altro sesso." Aveva ragione.
Le amicizie di Ludwig:
Infatti, fino a questo momento, la relazione più intima di Ludwig era stata
quella con il suo aiutante di campo, il Principe Paul von Thurn und Taxis.
Ludwig era incantato dalla bellezza del suo aiutante e Paul dal fascino
misterioso di Ludwig. All'inizio i due giovani erano stati rapiti da un
impeto di entusiasmo romantico. Passavano tutto il tempo possibile da soli
in campagna, cavalcando attraverso le foreste alpine fermandosi poi in uno
dei padiglioni di caccia del re davanti al fuoco di un camino a recitarsi
poesie a vicenda. Quando erano lontani si scrivevano ogni giorno lunghe
lettere traboccanti di sentimenti e di promesse di eterna fedeltà.
In
questo rapporto Ludwig si rendeva per la prima volta perfettamente conto che
il suo orientamento sessuale riguardava esclusivamente gli uomini. E questa
consapevolezza lo turbò molto. Come sovrano cattolico aveva giurato di
sostenere i principi morali della chiesa e l'impossibilità di sfuggire ai
suoi impulsi creò dei laceranti sensi di colpa, per tutta la sua vita.
Quando Ludwig si innamorò, e per tutta la sua vita si innamorò solo di
giovani maschi, il suo amore divenne subito ossessivo e si
aspettava dall'oggetto del suo amore la stessa assoluta dedizione di anima e
corpo. Paul ammirò Ludwig, ma non era certamente innamorato. Un giorno,
Ludwig venne a sapere che Paul, in occasione di una festa di ballo a Monaco,
si era divertito, anche se in modo del tutto innocente, con altre donne.
Questa notizia sconvolse il suo fragile equilibrio emotivo. Si sentiva
tradito e ruppe immediatamente la loro amicizia. Ma la mancanza dell'amato
gli provocò delle grandi sofferenze. Seguirono lunghe lettere di scuse
e di giuramenti di eterna fedeltà da parte di entrambi, ma per Ludwig
qualcosa si era rotto, "l'eterno amore" un po' alla volta si raffreddò e
dopo un po' la stessa passione amorosa si ripeté tale quale con la prossima
vittima maschile delle ossessioni amorose di Ludwig.
Ludwig e Elisabetta:
Elisabetta, imperatrice dell'Austria (foto del 1865) foto:
Oskar Kramer
L'unica
amicizia femminile importante di Ludwig era con la cugina
Elisabetta, l'imperatrice dell'Austria, che proveniva da una famiglia aristocratica bavarese. Ludwig
adorava Elisabetta, amava la sua raffinatezza e sensibilità, il suo amore
per la poesia e per la natura. E c'era un'altra cosa importante: Elisabetta
che aveva otto anni più di lui, era già sposata, quindi non rappresentava
alcun pericolo per la sua fragile identità sessuale. L'imperatrice,
sicuramente più matura di suo cugino, condivideva con lui la repulsione per
la vita di corte. Elisabetta si rendeva perfettamente conto di tutte le
stranezze del comportamento di Ludwig e anche della sua omosessualità, ma le
tollerava. Nonostante tutto si sentiva simile a lui, erano due personaggi
anticonformiste, quasi complici, e Elisabetta gli dimostrava quella
comprensione che altri gli negavano. C'era però una fondamentale differenza
tra i due: Nella sua fantasia Ludwig visse nei secoli passati, nella
Germania medievale o nella Francia di Luigi XIV. Elisabetta invece, in molti
tratti del suo carattere, era una donna moderna, il suo ambiente naturale
sarebbe stato piuttosto il secolo successivo, magari come poetessa della
borghesia liberale.
Un fidanzamento disastroso:
Elisabetta, che aveva sposato l'imperatore
dell'Austria, aveva quattro sorelle e fu Sofia, la più giovane che venne
proposta come l'ennesima futura moglie per Ludwig. Ludwig, sempre più
disorientato e scosso dai sensi di colpa per la sua omosessualità e sempre
sotto pressione per i continui inviti a sposarsi, a un certo punto cominciò
a vedere in un matrimonio una possibile cura per i suoi problemi personali.
Sofia era una bella ragazza e anche lei amava Wagner. Fu proprio questa
comune ammirazione per il compositore che rese Sofia interessante per
Ludwig. Una volta presa la sofferta decisione di fidanzarsi con Sofia, fu
preso da un'eccitazione quasi infantile, adesso tutto doveva andare
velocemente, per non pensarci troppo. La data del matrimonio fu fissata per
il 25 agosto del 1867.
La contessa Sofia, la fidanzata di Ludwig, qui rappresentata
come se fosse già la Regina della Baviera Litografia:
Autore sconosciuto
Fu un fidanzamento disastroso. Più si
avvicinava la data del matrimonio, più Ludwig diventava nervoso. Si rendeva
conto che Sofia era molto innamorata, ma non aveva alcuna idea di come
trattarla. Durante i loro incontri Sofia di solito suonava il pianoforte e
cantava qualche pezzo di Wagner, poi Ludwig si dilungava in tono entusiasta
sul suo amico compositore, e niente di più. Anche se le lettere di Ludwig
iniziavano e si concludevano con parole affettuose, Sofia non sentì mai il
calore e l'entusiasmo con cui Ludwig parlava di Wagner. E Ludwig fece anche delle
gaffe incredibili: una volta, incontrando Sofia insieme a sua sorella
Elisabetta, Ludwig disse ad Elisabetta - di fronte alla sua fidanzata - che
ciò che trovava più attraente in Sofia era la sua somiglianza con la sorella
maggiore. Un’altra volta, alla fine di un incontro con Ludwig, Sofia, per
pura disperazione e per provocare una qualche reazione baciò Ludwig sulla
bocca. Ludwig rimase terrorizzato. Quando si era ripreso decise di rimandare
il matrimonio, prima dal 25 agosto al 12 ottobre, poi ancora una seconda
volta al 28 novembre.
In realtà aveva già deciso di rompere il
fidanzamento, ma aveva paura, non sapeva come farlo. A un certo punto, il
padre di Sofia scrisse una lettera a Ludwig chiedendogli in modo anche po’
impaziente una data definitiva per le nozze, altrimenti, Ludwig, per essere
coerente, doveva rompere il fidanzamento. Ludwig reagì furioso a questa
lettera, un re, come disse
spesso, non può accettare un “voi dovete fare”. In realtà questa lettera fornì a
Ludwig il pretesto che stava cercando. Comunicò a Sofia: "I tuoi genitori
desiderano che venga rotto il nostro fidanzamento. Accolgo la loro
richiesta" Dopo aver scritto questa lettera Ludwig si sentì subito sollevato
e confidò al suo diario: "Eliminata Sofia. La cupa immagine si dissolve.
Avevo bisogno di svegliarmi da questo terribile incubo."
La Germania a metà dell'800:
I primi sette anni della reggenza di
Ludwig, dal 1864 al 1871, furono un periodo di grandi sconvolgimenti per la
Germania. A metà dell'ottocento la Germania era ancora divisa in
35 stati
autonomi, tra cui tre grandi, l'Austria, la
Prussia e la Baviera e altri 32
piccoli e piccolissimi stati. Nel 1848 la Germania e l’Austria furono scosse
da moti rivoluzionari, le richieste erano sempre: unità della Germania,
libertà di stampa e parlamenti eletti con suffragio universale. Nessuno dei
reggenti voleva accettare riforme democratiche, ma il problema dell'unità
della Germania divenne sempre più urgente, anche per liberare lo sviluppo
economico, ostacolato da troppi confini e dogane interne e troppe leggi e
sistemi monetari diversi. Il problema più importante da affrontare in questo
contesto era l'Austria: includerla in uno stato unitario tedesco o no? La
Prussia, sotto la guida del cancelliere Bismarck, un uomo politico molto
abile, ma senza troppi scrupoli, voleva essere lo stato predominante in
Germania e per questo fece di tutto per limitare l'influenza dell'Austria.
In seguito a una contesa tra Austria e Prussia in una questione
territoriale nel nord della Germania al confine con la Danimarca, nel
1866 Bismarck
provocò una guerra con l'Austria che vide la Baviera intrappolata tra le due
potenze, con Ludwig incapace di decidere cosa fare. La guerra moderna, con i
suoi cannoni e fucili contrastava totalmente con la sua visione romantica di
eroici cavalieri medievali. Le simpatie di Ludwig erano naturalmente per
l'Austria, le due monarchie erano legate da molti unioni matrimoniali e
anche dalla comune fede cattolica. Nonostante Ludwig volesse tenere la
Baviera neutrale, alla fine decise di malavoglia e dopo giorni di tortuosa
incertezza, di allearsi con l'Austria. Dopo questa decisione si rifugiò nel
suo castello di Berg, dove non voleva più essere disturbato.
Ma Ludwig doveva
ancora firmare la dichiarazione ufficiale di
guerra e così una delegazione del governo andò a trovarlo nel suo rifugio
per ottenere quella firma. Ecco quello che successe quando i membri della delegazione
arrivarono a Berg: trovarono l’ingresso sbarrato da due sentinelle che
avevano ricevuto ordine preciso da Ludwig di non far entrare alcun rappresentante del
governo. Telegrafarono al Primo Ministro che si mise subito in
viaggio per affrontare personalmente il sovrano. Al suo arrivo costrinse le
guardie con la forza a lasciarlo entrare, ma dentro non trovava nessun
domestico che voleva dirgli dove si trovasse il re. Cominciò a cercarlo
stanza per stanza. Finalmente, facendo irruzione in una sala semibuia vi
scoprì Ludwig ed il principe Paul von Thurn und Taxis, travestiti in ricchi
costumi da Barbarossa e Lohengrin che recitavano poesie d’amore, illuminati
dai raggi di una luna artificiale.
L'ambasciatore austriaco scrisse
a proposito: "Si comincia a pensare che il sovrano sia impazzito". Ludwig
aveva deciso che questa guerra avrebbe avuto luogo senza di lui. La
popolazione non prese affatto bene questo comportamento del re, che doveva
essere il comandante in capo, vicino al suo esercito, vincente o perdente. Sembrava invece
che volesse abbandonare il suo paese in un momento di grave
crisi. E quando Ludwig si fece vedere a Monaco ebbe una amara sorpresa: per
la prima volta non fu accolto solo con applausi, ma anche con fischi.
La guerra durò sette settimane e finì con la totale disfatta
dell'esercito austro-bavarese: i soldati dell'esercito della Prussia erano
di gran lunga inferiori di numero, ma erano molto meglio preparati e
addestrati e disponevano di armi più moderne ed efficaci. Per l'Austria
significò la definitiva esclusione dal processo di unificazione della
Germania. Ludwig, obbligato ad inchinarsi ad una Prussia trionfante scrisse
a Wagner: "Ormai sono ridotto a un re ombra senza alcun reale potere."
La guerra franco-prussiana del 1870:
Dopo questa guerra la Prussia era diventata il potere predominante in
Germania, ma l'unità era ancora lontana. Per arrivarci ci voleva un'altra
guerra, una contro un nemico esterno che avrebbe unito tutti gli stati
intorno alla Prussia. Nel 1870 si offrì quell'occasione che Bismarck
aspettava: il trono della Spagna era vacante e gli spagnoli volevano
un'esponente della casa reale degli Hohenzollern, quella della Prussia, come
nuovo regnante. La Francia si oppose con forza al candidato tedesco sul
trono spagnolo, temeva un accerchiamento dei territori francesi. Scoppiò una
grave crisi diplomatica. Per trovare una soluzione della questione spagnola,
possibilmente senza guerra, Guglielmo
I, re della Prussia, incontrò il ministro degli esteri della Francia. Alla fine di
quell'incontro
Guglielmo I mandò un dispaccio a Bismarck informandolo del fallimento della
trattativa. A questo punto Bismarck si inventò una trappola per il re della Francia Napoleone III. Prima di dare il testo del dispaccio alla stampa lo
manipolò in alcuni punti per far sembrare la posizione di Guglielmo I
scortese e irriguardosa nei confronti dell'interlocutore francese. Letto il
testo, Napoleone III si sentì offeso e
umiliato e di conseguenza dichiarò guerra alla Prussia. Esattamente quello
che voleva Bismarck.
Questa volta Ludwig firmò subito la
partecipazione alla guerra contro la Francia, alla quale parteciparono
praticamente tutti gli altri stati della Germania. E a tutti era chiaro che,
se la guerra fosse vinta, ci sarebbe stata la unificazione della
Germania. Nella sua ingenuità Ludwig sognò addirittura di poter essere lui
alla fine l'imperatore della Germania. La guerra durò poco più di un mese e
finì con una disfatta della Francia. Subito dopo iniziarono le trattative
per l’unificazione della Germania. Bismarck voleva che fosse proprio Ludwig,
come rappresentante dello stato più grande dopo la Prussia, a scrivere una
lettera al re della Prussia per offrirgli la corona da imperatore del nuovo
impero tedesco, un'idea che Ludwig inizialmente rigettò con forza. Quello che convinse Ludwig alla fine a firmare fu la ingenua
convinzione che offrire il titolo al re della Prussia era sì una dolorosa
perdita di sovranità, ma rappresentava comunque la sua missione divina.
Doveva per forza inventarsi un ruolo decisivo per una cosa che sarebbe
avvenuta anche senza di lui. Il
18 gennaio 1871, Gugliemo I fu proclamato imperatore della Germania nella
Galleria degli Specchi a Versailles. Ludwig si rifiutò di partecipare alla
fastosa cerimonia, vedere la Baviera inglobata in un impero sotto la guida
della Prussia gli faceva sempre più male.
La proclamazione del Reich della Germania, nel 1871,
nella Sala degli Specchi del castello di Versailles.
Quadro di
Anton von Werner
Nel
1874, quando Ludwig
aveva passato dieci anni sul trono della Baviera, aveva solo
29 anni, ma
sembrava molto più vecchio. Il bel giovane era diventato un uomo grasso e
gonfiato che pesava più di 110 chili. Il conte Maximilian von Holnstein
scrisse: "Prima di ogni udienza e cerimonia di corte beve grandi quantità di
vino molto forti e poi dice le cose più stravaganti". E il principe
ereditario Federico della Prussia disse di Ludwig, quando lo aveva
incontrato di nuovo dopo molti anni: "Lo trovo terribilmente cambiato, ha
perso i denti anteriori, è pallido e ha qualcosa di nervoso ed agitato nel
modo di esprimersi." Il suo disinteresse per i suoi compiti e
doveri da re era diventato pressoché totale.
Dopo il fallimento del fidanzamento con Sofia Ludwig si fece vedere
sempre meno a Monaco. Si ritirò in uno ristretto circolo di uomini fidati
con i quali condivideva anche delle notti piene di alcool e di sesso. Ormai
anche nelle birrerie di Monaco si parlava non solo del dissesto delle
finanze del re, ma anche della sua vita privata sempre più sregolata. L'unica cosa che lo
appassionava ancora, oltre alla musica di Wagner, era la costruzione di
castelli.
Gravi problemi finanziari:
Il re della Baviera aveva
uno stipendio annuale di due milioni di gulden. Ma con questi due milioni
Ludwig doveva pagare la pensione del nonno e tutte le altre spese della
corte, compresa la manutenzione delle residenze reali. Alla fine gli
rimanevano all'anno circa 300.000 gulden. Per
avere un'idea cosa significava questa somma: la capo-cuoca
in un monastero bavarese guadagnava all'anno circa 60 gulden.
I soldi per Wagner che lavorava per i teatri della Baviera erano
soldi dello stato. I suoi castelli Ludwig li doveva pagare invece
con i
soldi suoi. Oltre al suo stipendio aveva naturalmente anche la possibilità
di farsi prestare dei soldi dalle banche che, almeno all'inizio, erano ben
felici di farlo perché pensavano che un re dovesse essere un debitore
affidabile. Ma Ludwig era convinto che gli altri dovevano dargli dei soldi
quanto e quando lui lo voleva, pensava solo a come spenderli e il suo
fabbisogno di soldi cresceva sempre di più, soprattutto da quando cominciò a
costruire i suoi castelli. Erano comunque sempre soldi privati - e debiti
privati - in cui lo stato non era coinvolto direttamente. Ma le cose stavano
per cambiare. Visto come Ludwig spendeva i soldi, i creditori erano disposti
a concedergli dei prestiti solo se Ludwig avrebbe ridotto drasticamente i
suoi programmi faraonici per sempre nuovi castelli e avrebbe dovuto usare
una parte consistente del prestito per saldare almeno gli interessi dei
vecchi debiti - ma Ludwig non voleva accettare nessuna condizione.
Visto che le
banche bavaresi avevano chiuso i loro portafogli Ludwig incaricava dei
funzionari della corte e del governo per andare in giro per l'Europa per
chiedere dei prestiti. Furono contattati il re della Prussia e della Svezia,
il sultano della Turchia e persino lo scià della Persia, si bussò alle porte
delle banche di Londra, Francoforte e Parigi.
La disponibilità c'era
dappertutto, ma sempre legata alle stesse condizioni. Quando i
funzionari della corte tornarono da Ludwig senza un soldo in mano Ludwig
divenne furioso e li licenziò di tronco. Quando tentò di licenziare
anche un funzionario del governo, tutto il governo bavarese si ribellò e
minacciò di dimettersi in blocco cosa che avrebbe creato una crisi costituzionale senza
precedenti. Ludwig stava trasformando i suoi gravi problemi finanziari
privati in una crisi politica dello stato. Secondo la
legge bavarese, il sovrano poteva essere pubblicamente perseguito dai suoi
creditori e questa eventualità divenne un pericolo sempre più concreto.
Le cose cominciarono a precipitare quando, nell'aprile del
1886, al re
venne formalmente fatta pervenire un'ingiunzione legale da parte della
società che forniva acqua e gas ai suoi castelli. Ludwig doveva pagare circa
100.000 marchi, soldi che non aveva. Nella sua disperazione Ludwig
chiese al
parlamento bavarese di inserire questi soldi nel bilancio dello stato, ma il governo
rispose con un secco no, la costituzione prevedeva che
la cassa dello stato
e quella del monarca dovevano rimanere separate. Ma si temeva anche che un
sì avrebbe creato un precedente al quale sarebbero seguite sempre nuove
richieste di soldi. Ludwig, furibondo per questo rifiuto, voleva licenziare
tutto il governo bavarese e sostituirlo con un altro e incaricò un suo
funzionario di trovare il modo per farlo. Sarebbe stato una specie di colpo
di stato dall'alto.
La perizia psicologica:
Di fronte a questa situazione drammatica il
governo e i membri della casa reale si misero insieme per discutere
seriamente su come si poteva detronizzare Ludwig. La costituzione della
Baviera prevedeva questa procedura, nel caso in cui il monarca
per un
periodo prolungato non era più in grado di compiere il suo dovere
costituzionale. Così fu incaricato lo psicologo Van Gudden, per redigere una
perizia che doveva contenere la descrizione delle sue precarie condizioni
mentali, i motivi della sua incapacità di esercitare il suo mandato e infine
il verdetto che la malattia di Ludwig era incurabile, rendendo necessaria,
in ottemperanza con la costituzione bavarese, la sua detronizzazione.
A questo punto bisogna parlare della cosiddetta "malattia dei
Wittelsbach" - la casa reale della Baviera - che era la stessa
malattia che colpì anche gli Asburgo e molte altre monachie d'Europa. Visto che la scelta dei partner per i matrimoni nelle case
reali d'Europa, molti di loro imparentate, era limitata, le unioni tra
partner consanguinei erano piuttosto frequenti. Questi matrimoni,
soprattutto celebrati con frequenza, sul lungo andare danneggiano seriamente
il patrimonio genetico. Portano a malattie mentali e difetti di carattere, e
aumentano la probabilità di malattie di ogni genere. Sintomi che apparivano
con frequenza crescente in tutti i rami di queste due famiglie. Ludwig aveva
anche un fratello di nome Otto, di due anni più giovane di lui, che già da
piccolo mostrò evidenti sintomi di squilibri mentali, più tardi venne
ricoverato nel castello di Fürstenried, sotto supervisione medica, fino alla
sua morte. Ludwig lo visitava spesso, ma ogni volta rimaneva scioccato dal
rapido progredire della follia di suo fratello ed era terrorizzato dall'idea
che anche lui potesse cadere vittima della stessa malattia.
Ludwig soffrì
anche di sifilide, i sintomi che Ludwig
stesso descrive nel suo diario sono più che evidenti. Aveva preso questa
malattia dopo il fallito fidanzamento con Sofia, quando i suoi contatti
omosessuali aumentarono notevolmente, e sicuramente questa malattia
contribuì al suo precario stato psichico.
La perizia psicologica su Ludwig è senz'altro
criticabile da vari punti di vista, non era certo "oggettiva" e equilibrata,
era il risultato di una estrema fretta. Si doveva, a tutti i costi, evitare
che Ludwig trascinasse la monarchia e il governo bavarese in una gravissima
crisi che avrebbe ridicolizzato la Baviera nei confronti delle altre nazioni
dell'Europa.
Il primo punto che spesso viene criticato è che la
commissione di medici che collaborò a questa perizia non ha mai visitato
Ludwig di persona. È vero, ma bisogna anche considerare che Ludwig avrebbe
immediatamente cacciato via qualsiasi medico di cui sospettava di essere uno
psicologo incaricato di esaminare il suo stato d'animo. Molti domestici dei castelli di Ludwig che raccontavano delle
stranezze del suo comportamento furono accusati di essere stati pagati per
testimoniare in questa maniera, altre testimonianze che insistevano invece
sulla assoluta normalità di Ludwig sono state lasciate fuori dalla perizia.
Ma per quanto riguarda le testimonianze pagate non esistono prove certe, e
le persone che parlavano a favore di Ludwig furono sospettate di essere tra
i compagni di Ludwig nelle ammucchiate notturne a base di alcool e sesso - anche
qui però senza prove sicure. Comunque sia, non c'era né il tempo né la
voglia di fare una perizia oggettiva, il documento doveva servire a uno
scopo preciso e questo scopo fu raggiunto.
L'11 giugno del 1886
Ludwig fu arrestato nel castello di Neuschwanstein e subito portato nel
piccolo castello di Berg sul lago di Starnberg che era stato trasformato, in
fretta e furia, in una prigione.
Intorno alla morte di Ludwig avvenuta appena un giorno dopo la sua cattura a
Neuschwanstein sono nate numerose teorie che si possono riassumere in
tre
gruppi:
l'assassinio di Ludwig, un incidente durante una
fuga di Ludwig andata male e il suicidio.Che cos'era successo?
Nel piccolo castello di Berg, destinato ad essere la prigione
di Ludwig, c'erano i domestici fidati di Ludwig, alcuni rappresentanti del
governo bavarese e naturalmente le persone di sorveglianza. All'inizio
Ludwig appariva calmo, forse anche un po' troppo, e accettava, senza
protestare, tutte le regole che avrebbe dovuto rispettare nei giorni
successivi.
Verso sera del primo giorno Ludwig espresse il desiderio di
fare una passeggiata lungo il lago e sebbene piovesse abbastanza forte, fu
accontentato, naturalmente accompagnato dallo psicologo Von Gudden che
doveva sorvegliarlo. Ma quando, anche dopo parecchio tempo, non erano ancora
tornati si cominciò a cercarli. Dopo un po' i due furono trovati nel lago,
entrambi morti. Il corpo di Von Gudden mostrava delle ferite anche gravi
mentre quello di Ludwig era quasi illeso.
a sinistra il medico von Gudden, a destra
Ludwig. Entrambe le foto sono del 1886, l'anno della loro morte nel lago
di Starnberg. Von Gudden aveva 64 anni, Ludwig 40. foto:
Autore sconosciuto / Joseph Albert
Le più fantasiose teorie
sulle sua morte sono quelle che presumono l'assassinio di Ludwig. Ma
assassinato di chi, chi erano i mandanti? Qualcuno pensava al governo
bavarese, altri a Bismarck e persino a frange estremiste del clero cattolico che consideravano
la vita sregolata di Ludwig insopportabile per la dignità della
cattolicissima Baviera. E non potevano certo mancare le congiure degli ebrei e
della massoneria. Tutte libere invenzioni senza un briciolo di prove.
Da prendere più sul serio è invece la teoria del tentativo di fuga di
Ludwig. Secondo questa teoria il medico Von Gudden che accompagnava Ludwig
avrebbe cercato di impedire la fuga, e in una colluttazione sulla riva del
lago sarebbero morti entrambi. Se la fuga fosse invece riuscita Ludwig
avrebbe attraversato il lago nuotando e dall'altra parte del lago avrebbe
aspettato la sua amica Elisabetta con una carrozza per portarlo in Austria o
in Svizzera.
In teoria sarebbe stato possibile, Ludwig era un ottimo
nuotatore e attraversare il lago non sarebbe stato tanto difficile per lui.
Ma anche questa teoria non sta in piedi. Se era un ottimo nuotatore, perché
annegò in un punto, dove il lago era profondo poco più di un metro? La
colluttazione con von Gudden non poteva essere stata fatale per Ludwig,
visto che il suo corpo riportava solo poche ferite leggere. Inoltre, una
fuga in Austria, un paese amico della Baviera, era impensabile. In Svizzera
avrebbe invece potuto ricongiungersi con Wagner. Ma l'argomento più convincente
contro la teoria della fuga, lo fornisce proprio Elisabetta.
Elisabetta
scrisse delle poesie, non erano destinate per il pubblico, ma sono importanti perché
contengono anche delle riflessioni sulle persone intorno a lei e
sull'aristocrazia. Alcune di queste poesie riguardano anche la morte di
Ludwig e in queste poesie scrisse esplicitamente che il governo bavarese
aveva spinto Ludwig a suicidarsi, mentre lei poteva solo assistere
passivamente, impotente e colma di dolore.
Quindi il suicidio,
anche in mancanza di prove certe, è l'ipotesi più probabile. Lo scenario
doveva essere più o meno questo: Già quando aveva iniziato la passeggiata
con Von Gudden Ludwig aveva preso la decisione di suicidarsi. Arrivati sulla
riva del lago il psicologo si accorse delle intenzioni di Ludwig e cercò di
impedirglielo. Nella colluttazione Ludwig lo colpì così forte che Van Gudden
morì. Poi Ludwig sì suicidò.
Un altro argomento che rende probabile
il suicidio è: che senso avrebbe avuto la vita per Ludwig se doveva
ubbidire, da prigioniero, agli ordini di altri, lui, che era sempre convinto
di essere incaricato da Dio a regnare il suo paese? Ancora oggi medici e psicologi non sono d'accordo sulla vera natura dello
stato psichico di Ludwig. È comunque fuori dubbio che negli ultimi anni Ludwig
mostrò forti sintomi di comportamenti squilibrati e che era assolutamente
incapace di esercitare il suo mandato. I suoi disturbi erano molto
probabilmente dovuti all'eredità dei numerosi matrimoni incestuosi del
passato, alla sua disastrosa educazione da bambino e da adolescente, al
crescente isolamento in cui si trovava in età adulta, ai suoi continui sensi
di colpa per la sua omosessualità e anche alla sifilide.
Visto che la
malattia mentale di suo fratello Otto, che avrebbe dovuto essere il suo
successore, era gravissima, egli non poteva essere il nuovo re. Così lo zio
di Ludwig, Luitpoldo, divenne il Principe Reggente di Baviera.
Una croce segna il punto nel lago di Starnberg (vicino alla località Berg)
dove sono stati trovati i cadaveri di Ludwig e di van Gudden.
foto: Wolfgang Pruscha
Le fonti usate per questa conferenza:
Libri:
Greg King, Ludwig, genio e follia di un re,
Mondadori Editore, 1999
Franz Herre, Ludwig II, Wahrheit und Legende,
Wilhelm Heyne Verlag, 1986
Hans F. Nöbauer, Ludwig II, Benedikt Taschen
Verlag, 1998