Viaggio in Germania - La storia della Germania
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La Germania e le origini della prima guerra mondiale

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Il Trattato di Versailles
Le delegazioni degli stati vincitori della prima guerra mondiale durante una delle riunioni a Versailles dove si discuteva il trattato di pace (1919).
foto:
Wikimedia Commons

Il Trattato di Versailles:

Nel giugno del 1919, dopo la fine della prima guerra mondiale persa dalla Germania, dall'Austria e dai loro alleati, il trattato di pace ("Trattato di Versailles") definisce la Germania "responsabile, per essere stata la causa, di tutte le perdite e di tutti i danni subiti dai governi alleati e associati e dai loro nazionali in conseguenza della guerra loro imposta dalla aggressione della Germania e dei suoi alleati".

Questa posizione dei vincitori della guerra è, naturalmente, una semplificazione che non regge a un esame più attento dei fatti avvenuti. Infatti, uno dei primi a mettere in dubbio questa tesi fu Lloyd George, primo ministro inglese tra il 1916 e il 1922 (quindi dalla parte dei vincitori), sostenendo che gli stati dell'Europa nel 1914 sarebbero "scivolati" in quella guerra, senza realmente volerla. Ma anche questo modo di vedere gli eventi che sembrava dare la colpa un po' a tutti (e contemporaneamente discolparli), è troppo banale per poter spiegare qualcosa, anche se fu sostenuto non solo dai politici interessati, ma anche da molti storici.

L'attentato di Sarajevo:

Molti credono che la causa della guerra sarebbe stata invece l'uccisione del principe ereditario austriaco Francesco Ferdinando nell'attentato di Sarajevo nel giugno 1914, alla quale, un mese dopo, segui la dichiarazione di guerra dell'Austria alla Serbia. Ma quell'attentato fu piuttosto un pretesto, abilmente sfruttato da chi voleva la guerra ad ogni costo. L'anno 1914 era talmente pieno di tensioni politiche che bastava molto poco per scatenare una guerra.

Non si racconta la storia con il "se", ma in questo caso è piuttosto evidente che, se non ci fosse stato il 19enne bosniaco Gavrilo Princip a uccidere l'austriaco Francesco Ferdinando, un'altro pretesto per scatenare la guerra sarebbe stata trovata comunque.

E allora, di chi era la colpa dello scoppio della prima guerra mondiale?

Al giorno di oggi, chiedere di chi è colpa di una guerra è del tutto comprensibile e legittimo, anche se non è sempre facile trovare una risposta soddisfacente. Nel 1914 invece, la domanda sulla "colpa" (intesa come concetto morale) di una guerra non fu posta da nessuno. Nei primi mesi della guerra in tutti i paesi partecipanti si discuteva animatamente sui rispettivi obbiettivi della guerra, si accusavano le altre nazioni di aver iniziato le ostilità, ma questo è una cosa molto diversa rispetto al concetto morale della "colpa". Per tutti i poteri imperiali dell'epoca la guerra era un mezzo assolutamente legittimo per ottenere dei risultati altrimenti non raggiungibili. La celebre frase del generale prussiano Von Clausewitz (1780-1831) - "La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi." - non fu messa in discussione da nessuno. È stata propria la inaudita crudeltà della prima guerra mondiale, il suo carattere spaventoso e totalmente nuovo rispetto alle guerre precedenti a cambiare radicalmente la sensibilità nei confronti delle guerre e ha dato alla pace un nuovo e aumentato valore, oggi universalmente riconosciuto - anche se poco rispettato.

Il concetto di "colpa" è quindi inapplicabile per l'epoca, rimane però la domanda sulle origini di quella guerra, sui fattori che lo hanno preparato e sulle concrete azioni politiche dei singoli capi di stato che infine l'hanno provocata. E in questo contesto la Germania ha giocato un ruolo importante che di seguito sarà esaminato più in dettaglio.

La nascita della Germania nel 1871:

La proclamazione del Reich della Germania, nel 1871 La proclamazione del Reich della Germania, nel 1871 La proclamazione del Reich della Germania, nel 1871, nella Sala degli specchi del castello di Versailles a Parigi. Quadro di Anton von Werner (1885)
fonte:
Wikimedia Commons
La Germania come stato nasce nel 1871, quindi molto tardi, più tardi anche dell'Italia. Nell'800 nell'area dove si parlava il tedesco esistevano ancora 38 stati autonomi, dai più grandi come l'Austria e la Prussia fino a molti territori piccoli e piccolissimi. Come in tutta l'Europa, l'800 fu il secolo delle crescenti idee nazionaliste che investirono anche la Germania. Ma in Germania le idee politiche non hanno mai avuto forza se non c'era qualcuno che metteva a disposizione un esercito.

Questo qualcuno era la Prussia sotto il "cancelliere di ferro" Otto von Bismarck. Quest'ultimo, un uomo politico molto abile e senza troppi scrupoli, aveva capito che la Germania veniva unita o "dal basso", cioè dal popolo - con tutti i rischi che questo comportava (bisogna ricordarsi che Carlo Marx aveva già scritto il suo "Manifesto dei comunisti") - o arrivava "dall'alto", cioè da qualcuno abbastanza forte da poter costringere gli altri stati ad aderire a una Germania unita. Chiaramente voleva essere la Prussia alla guida di questo nuovo stato.

Ma c'era un problema, e cioè l'Austria: integrarla o escluderla da una futura Germania? La Prussia fece di tutto per provocare i contrasti con l'Austria, che, un po' alla volta, fu emarginata, infine anche con una sanguinosa guerra, nel 1866. La soluzione definitiva fu la guerra contro la Francia (1870-1871), il nemico "storico" numero uno della Germania, una guerra iniziata per futili motivi, condotta dalla ormai potentissima Prussia (senza partecipazione dell'Austria) alla quale però nessuno degli altri stati tedeschi poteva dire di no. Vinta la guerra, tutti si piegarono allo strapotere dalla Prussia che nel nuovo stato tedesco, proclamato nel 1871 proprio nella "Sala degli specchi" del castello di Versailles (per umiliare ulteriormente la Francia), faceva il bello e il cattivo tempo.

L'era di Bismarck (1871-1890):

Il Congresso di Berlino nel 1878 Il Congresso di Berlino nel 1878 Il Congresso di Berlino nel 1878 in cui Bismarck, con la sua abilità diplomatrica riuscì ad evitare una guerra tra l'Austria e la Russia. Al centro del quadro Bismarck (in piedi, con i baffi) che saluta Šuvalov, uno dei rappresentanti della Russia.
Quadro di
Anton von Werner (1881)
Raggiunto lo stato unitario del "Deutsches Reich" (Impero tedesco), Bismarck, diventatone il cancelliere, si rivelò un uomo politico non affatto aggressivo, almeno nella politica estera. La Germania era circondata dalle potenze "vecchie", cioè Francia, Inghilterra, Austria e Russia, tutti diffidenti e sospettosi nei confronti di questo nuovo e forte elemento nella scacchiera politica dell'Europa, da sempre molto precaria e instabile. Fino alle sue dimissioni (forzate) nel 1890, Bismarck si mostrò un diplomatico cauto e molto abile che più di una volta riuscì a districare scontri politici e anche militari tra le potenze europee. Certo, sempre nell'interesse della Germania, ma l'equilibrio tra Russia, Turchia, stati Balcani, Austria, Francia e Inghilterra - pur essendo sempre fragile e spesso sull'orlo del tracollo - è sicuramente in buona parte merito suo.

Bismarck era poco interessato alla corsa per ottenere nuove colonie in Africa (la Germania ne aveva alcune, ma erano di scarsa importanza economica). A un suo collaboratore che un giorno gli mostrò una carta geografica dell'Africa per esporgli le possibilità di ulteriori conquiste coloniali Bismarck rispose bruscamente: "La Sua carta dell'Africa è molto bella, la mia carta dell'Africa è invece l'Europa". E il discorso era chiuso.

Per lo scopo di questo articolo non è necessario approfondire il complicato sistema di alleanze bilaterali e trilateriali - delle volte anche segrete e spesso di poca durata e molto mutevoli - tra Turchia, Russia, Austria, Francia, Inghilterra e Germania. Basta costatare che la politica estera di Bismarck non prefigurava in nessun modo la prima guerra mondiale, né nei risultati e tanto meno nei metodi. E chi vede addirittura una linea diretta tra Bismarck e Hitler probabilmente non conosce bene né l'uno né l'altro.

Nella politica interna Bismarck fu invece il temuto "cancelliere di ferro", piuttosto insofferente nei confronti dell'influenza che aveva ottenuto il parlamento del Reich. Odiava in particolare due partiti: i socialdemocratici, che durante il suo cancellierato (almeno all'inizio) erano ancora un partito rivoluzionario che volevano sovvertire lo stato a favore di una dittatura del proletariato e il nuovo partito del "Zentrum", un partito cattolico sospettato da Bismarck di agire non nell'interesse nazionale, ma nell'interesse del Vaticano. Contro entrambi i partiti Bismarck riuscì a far approvare delle leggi durissime - in particolare contro i socialdemocratici - che ostacolarono pesantemente la loro vita politica. Ma parallelamente cercò di venire incontri agli elettori dei socialdemocratici con delle riforme che per l'epoca erano rivoluzionarie: introdusse il primo sistema previdenziale al mondo, che servì da modello per molti altri paesi. Istituì l'assicurazione contro le malattie, quella contro gli infortuni e infine realizzò un progetto di assicurazione per la vecchiaia. Ma nonostante ciò non riuscì a impedire che il partito socialdemocratico cresceva, lentamente ma in maniera inesorabile. E anche la cosiddetta "Kulturkampf" (lotta culturale) contro il partito cattolico del Zentrum non ebbe il successo sperato.

Tutto cambiò dopo il 1890...

Tutto cambiò dopo il 1890. Il vecchio imperatore Guglielmo I era morto e quello nuovo, Guglielmo II, gradì sempre meno la politica di Bismarck, prudente verso l'esterno e dura verso l'interno. E così, nel 1890, il cancelliere è stato costretto a dimettersi.

Sono quattro i fattori che nel corso degli anni successivi cambiarono radicalmente e che ebbero poi una notevole importanza sul ruolo della Germania nello scoppio della prima guerra mondiale nel 1914:
  1. Nei vent'anni prima del 1914 la Germania vide una crescita economica senza precedenti e un conseguente aumento del benessere generale della popolazione che toccò anche la classe operaia. Mentre l'Inghilterra crebbe solo lentamente e la Francia ancora meno, la Germania diventò la potenza all'avanguardia in Europa per quanto riguarda la modernizzazione dell'industria e l'innovazione tecnica. Allo stesso tempo la popolazione della Germania crebbe da 41 milioni nel 1871 a 65 milioni nel 1914 e aumentò, negli ultimi anni prima del 1914, di circa 800.000 all'anno.
  2. Le tensioni politiche e sociali interne diminuirono rispetto all'era di Bismarck anche perché cessò la persecuzione del partito socialdemocratico. Questo partito, diventato ormai la forza politica più importante nel parlamento, si trasformò un po' alla volta da partito rivoluzionario in un partito riformista, che vide se stessa sempre di più come una parte integrante del Reich. Questo si rivelò di cruciale importanza quando i socialdemocratici e la stragrande maggioranza dei suoi elettori sostenevano la prima guerra mondiale, dall'inizio fino all'amara fine.
  3. Tutto questo creò in vasti strati della popolazione tedesca una nuova consapevolezza di unità nazionale, ci si accorgeva di contare di più nel concerto delle potenze europee, la Germania non appariva più solo uno tra altri stati. Adesso molti pretendevano che il Reich dovesse mettersi addirittura alla guida delle potenze mondiali. Una sopravvalutazione che nella stampa delle volte sconfinò nel ridicolo e che avrebbe avuto delle conseguenze fatali negli anni a venire.
  4. La politica estera del Reich diventò man mano più aggressiva e imprudente. Per mettersi alla pari con l'Inghilterra che, per mantenere in piedi il suo grande impero coloniale, aveva creato una marina militare impressionante, adesso anche la Germania cominciò febbrilmente a costruire navi da guerra. Iniziò una corsa agli armamenti che non lasciò presagire niente di buono. Invece di cercare l'equilibrio a livello europeo la nuova politica estera della Germania cercò (senza grandi successi però) di conquistare nuovi spazi coloniali e a mettere diplomaticamente la Francia e l'Inghilterra l'una contro l'altra, che alla fine ebbe solo il risultato opposto.

1911-1914 - la guerra si avvicina sempre di più:

La situazione in Europa negli ultimi anni prima della guerra era la seguente:

Conclusione:

Questo groviglio intrecciato di interessi, ambizioni e pretese diventò sempre più incandesente. In tutti i paesi cominciarono ad elaborare scenari possibili di guerra e così, secondo la già citata frase di Clausewitz ("La guerra è solo la continuazione della politica con altri mezzi"), la guerra era ormai nell'aria. In tutti i paesi c'era anche chi raccomandava la prudenza, ma il "partito della guerra" crebbe di importanza un po' dapertutto, da anno in anno. È interessante notare che i tre imperatori, cioè quelli della Germania, dell'Austria e della Russia - tra l'altro imparentati tra di loro - erano tra quelli che consigliavano più prudenza. Ma nonostante avessero, in teoria, l'ultima parola su guerra e pace, evvidentemente stavano sempre di più sotto l'influenza della casta dei militari. Erano questi che, stufi della diplomazia inconcludente, degli eterni compromessi che non duravano mai più di qualche mese, volevano la "soluzione rapida di tutti i problemi". Negli ultimi anni prima del fatidico luglio 1914 le loro discussioni non erano "guerra sì o guerra no", ma piuttosto quando iniziarla e come creare le condizioni migliori per condurla e per arrivare a una veloce vittoria.

La vera tragicità in tutto questo sta nel fatto che coloro che spingevano per la guerra credevano che tutto si fosse risolto in poche settimane, al massimo in qualche mese e che la propria vittoria fosse scontata. E invece fu l'inizio della carneficina più mostruosa mai vissuta fino ad allora che si trascinava avanti per 4 lunghi anni - con quasi 10 milioni di morti.

La Germania aveva sicuramente un ruolo di primo piano per quanto riguarda lo scoppio della guerra, faceva paura un po' a tutti. Ma la responsabilità si distribuisce su tutti. In tutti i paesi si credeva di avere dei conti aperti con i rispettivi "nemici" che si potevano risolvere solo con il sangue e il ferro. Forse l'Inghilterra era la nazione meno interessata alla guerra, ma anche loro non esitarono un minuto quando si trattava di decidere di entrare in guerra.
Prima guerra mondiale Prima guerra mondiale In tutti i paesi i soldati andarono in guerra con entusiasmo. In questa foto si vede un vagone di un treno di soldati tedeschi che parte da Monaco e che promette di arrivare tramite Metz a Parigi. A destra una scritta che dice "vagone-letto fornito di birra dell'Hofbräuhaus di Monaco".
foto:
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Silvano Bertoli:
Perchè l'Italia dichiara guerra alla Germania solo nell'agosto 1916?
(16/08/2014)

Wolfgang Pruscha risponde:
Inizialmente (nel maggio 1915) l'Italia dichiarò guerra all'Austria, nell'agosto 1916 anche alla Germania. Il motivo è che, solo dopo la battaglia di Gorizia, l'Italia si illudeva di essere in una posizione sufficientemente forte per dichiarare la guerra anche alla Germania.
(20/08/2014)

Oshadha Ushettige:
Grazie, molto utile!
(26/04/2013)


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