Otto von Bismarck (1815-1898) in una foto del 1890
foto:
Bundesarchiv
L'inizio della carriera politica di Bismarck:
Otto von Bismarck nacque a Schönhausen, una città sul fiume Elba,
nell'antica marca di Brandeburgo, il 1 aprile
1815. Fu il secondogenito
della famiglia aristocratica dei Bismarck-Schönhausen, una rigida casta di
latifondisti conservatori, autoritari e molto influenti.
Tra il
1832 e il
1835 Bismarck frequentò la facoltà di giurisprudenza
a
Gottinga e a Berlino. In realtà studiò poco e si divertì molto,
ma si laureò comunque
nel 1835.
Nei primi 32 anni della sua vita Bismarck non pensava molto alla politica. Nel
1847 sposò Giovanna Puttkamer e, per
trovarsi una "sistemazione di prestigio", iniziò ad interessarsi alla vita
politica. Nello stesso anno partecipò come deputato alla
Dieta degli Stati Tedeschi
convocata dal re della Prussia - la prima che raccogliesse i
rappresentanti degli Stati tedeschi che allora formavano la Confederazione
Germanica, formatasi nel 1815.
Nel 1848
scoppiarono delle rivolte democratiche in tutta l'Europa e rovesciarono
il fragile equilibrio politico che si era creato nel 1815, durante il Congresso
di Vienna. Anche la Germania fu coinvolta. Il 18 marzo 1848 venne repressa un'insurrezione popolare
a Berlino, provocando circa 800 morti. Gli obbiettivi di questa rivolta furono
l'introduzione di una costituzione democratica, una libera stampa, e l'unione
della Germania. Il trono di Federico Guglielmo IV, re della Prussia,
vacillò, ma il giovane deputato Bismarck si schierò decisamente dalla sua
parte, ribadendo che la sovranità non poteva venire dal popolo, ma solo dall'alto, dal
"diritto divino" dell'imperatore. Per Bismarck i rischi legati
alle rivendicazioni democratiche erano elevati - basta ricordarsi che Carlo
Marx aveva già scritto il suo "Manifesto dei
comunisti". L'atteggiamento duro di Bismarck fu premiato dal re della
Prussia, che in seguito gli affidò
sempre più importanti incarichi. In quegli anni Bismarck divenne il consigliere
più stretto del re.
Marzo 1848, Berlino Alexanderplatz: l'esercito prussiano (in basso a
destra) spara contro una barricata erretta dai rivoluzionari. L'odierna
bandiera tedesca (nero, rosso, giallo) all'epoca fu usata dai rivoluzionari. Litografia dell'epoca (autore sconosciuto)
Dal 1859
al 1862
Bismarck fu ambasciatore della Prussia a San Pietroburgo, dando
prova di una grande abilità diplomatica. Fu lui a inventare la "Realpolitik", una politica che lo avrebbe reso
famoso e che seguì una sola regola: raggiungere l'obiettivo proposto con il
mezzo più rapido, sicuro, efficace, qualunque esso fosse.
Un grande
salto di carriera fece Bismarck nel 1862
quando il re, a causa di una grave crisi politica, lo richiamò a Berlino
e lo fece diventare Cancelliere (Primo
Ministro) della Prussia e Ministro
degli affari esteri. Questa crisi era dovuta al rifiuto
dell'opposizione di accettare i provvedimenti di potenziamento,
ammodernamento e riorganizzazione dell'esercito. L'imperatore, come spesso, non sapeva bene cosa fare, Bismarck invece scelse la
linea dura. Questo conflitto diventa una vera e propria
guerra contro il
parlamento che si trascinò avanti fino al 1866. Il parlamento venne
sciolto due volte e la stampa liberale criticò aspramente Bismarck, ma
il cancelliere riuscì a restare sempre al suo posto di comando.
Le due guerre che portarono all'unità della Germania:
Dopo le rivolte del 1848 la questione dell'unità della Germania divenne
sempre più urgente da risolvere, anche per liberare lo sviluppo economico in
Germania,
ostacolato da troppi confini e dogane interni e troppe leggi diverse.
Bismarck aveva capito che la Germania poteva essere unita o "dal basso",
cioè dal popolo con tutti i rischi che questo comportava o "dall'alto",
cioè da qualcuno abbastanza forte da costringere gli altri stati ad aderire
a uno stato unitario. Per la verità, non era entusiasta dell'idea di una
Germania unita: era troppo prussiano per vedere la Prussia in uno stato
insieme a 30 altri stati tedeschi. Ma quando c'era un problema da affrontare
Bismarck lo affrontò, sempre con i suoi mezzi.
Il problema più importante da affrontare fu l'Austria:
includerla in una
Germania unita o no? Bismarck risolse la questione con una guerra. Nel
1866 provocò, per futili
motivi, una guerra
con l'Austria e inflisse agli Asburgo una schiacciante disfatta. La
Confederazione degli stati tedeschi, fondato nel 1815 e fino ad allora capeggiata dall'Austria fu
sciolta. Al suo posto venne costituita una Confederazione della Germania
settentrionale sotto l'influenza della Prussia. E così l'Austria era
estromessa dalla questione "Germania unita".
La nuova Prussia era
talmente grande e potente che la Francia si sentì minacciata. C’era aria di
guerra, e la guerra arrivò. Nel 1870 la Prussia provocò un'altra guerra, questa
volta contro la Francia, il "nemico storico" della Germania. La guerra,
alla quale adesso parteciparono quasi tutti gli stati della Germania, durò 6 mesi e finì con
la totale disfatta della Francia. Il 16 gennaio del 1871, nella galleria
degli specchi della reggia di Versailles, il re della Prussia fu proclamato
primo imperatore del nuovo Reich, col nome Guglielmo I.
1871: la proclamazione di Guglielmo I, già re di
Prussia, a Imperatore della Germania,
nella Galleria degli Specchi della Reggia di Versailles.
Quadro di
Anton von Werner
Il famoso "dispaccio di Ems":
Il modo in cui Bismarck aveva guidato la Prussia a diventare padrone
della Germania era senz'altro caratterizzato da una grande
spietatezza. L'appellativo "cancelliere di ferro"
che non dispiaceva più di tanto a Bismarck è sicuramente azzeccato, almeno
per certi aspetti della sua politica.
Un esempio, diventato famoso, di
questa spietatezza lo fornì Bismarck nel 1870, poco prima che iniziasse la
guerra con la Francia. Era scoppiata una crisi diplomatica tra la Francia e
la Prussia sulla successione al trono della Spagna, una questione in cui era
coinvolto anche un principe della casata degli Hohenzollern al quale la
Francia invece si oppose con forza. Dopo movimentate e eccitate trattative il re di
Prussia incontrò l'ambasciatore francese nella località termale di Ems e
dopo mandò a Berlino un dispaccio con un resoconto del colloquio, terminato con un
ennesimo nulla di fatto. A questo punto Bismarck fece esplodere la situazione con un
trucco: pubblicò la notizia del dispaccio, manipolando però
parzialmente il suo contenuto in modo che la posizione del re della Prussia
nei confronti della Francia sembrasse molto più dura di quanto non fosse in
realtà.
Il governo francese lo interpretò come una grave
provocazione, ingestibile di fronte all'opinione pubblica e
dichiarò guerra alla Prussia. Esattamente quello che voleva Bismarck.
Bismarck - "cancelliere di ferro" e "onesto intermediatore":
Raggiunto lo stato unitario del "Deutsches Reich" (Impero tedesco), Bismarck,
ora non più cancelliere della Prussia, ma cancelliere del Reich, si rivelò un uomo politico non affatto
aggressivo, almeno nella politica estera. La Germania era circondata dalle
potenze "vecchie", cioè
Francia, Inghilterra, Austria e Russia, tutti diffidenti e sospettosi nei
confronti di questo nuovo e forte elemento nella scacchiera politica
dell'Europa, da sempre molto precaria e instabile. Fino alle sue dimissioni
(forzate) nel 1890, Bismarck si mostrò un diplomatico cauto e
molto abile che più di una volta riuscì a districare scontri politici e
anche militari tra le potenze europee. Certo, sempre nell'interesse della
Germania, ma l'equilibrio tra Russia, Turchia, stati Balcani, Austria,
Francia e Inghilterra - pur essendo sempre labile e spesso sull'orlo del
tracollo - fu sicuramente in buona parte merito suo. Il soprannome
"eiserner
Kanzler" (cancelliere di ferro) adesso cambiò in
"ehrlicher Makler" (onesto
intermediatore).
Nella politica interna invece Bismarck rimase il temuto "cancelliere di
ferro", piuttosto insofferente nei confronti dell'influenza che
aveva ottenuto il parlamento del Reich. Odiava in particolare due partiti:
i
socialdemocratici, che durante il suo cancellierato erano ancora un partito
rivoluzionario che volevano sovvertire lo stato a favore di una dittatura
del proletariato e il partito del "Zentrum", un
nuovo partito cattolico
sospettato da Bismarck di agire non nell'interesse della Germania, ma
in quello del Vaticano. Contro entrambi i partiti Bismarck riuscì a far
approvare delle leggi durissime - in particolare contro i socialdemocratici
- che ostacolarono pesantemente la loro vita politica.
Parallelamente cercò
di venire incontri agli elettori dei socialdemocratici con delle
riforme
che per l'epoca erano rivoluzionarie: introdusse il primo
sistema
previdenziale sociale al mondo, che sarebbe servito da modello per tutti gli altri paesi.
Istituì l'assicurazione contro le malattie, quella
contro gli infortuni e
infine realizzò un progetto di assicurazione per la vecchiaia. Ma nonostante
ciò non riuscì a
impedire che il partito socialdemocratico cresceva, lentamente ma in maniera
inesorabile. E anche la cosiddetta "Kulturkampf" (lotta culturale) contro il
partito cattolico del Zentrum non ebbe il successo sperato.
Nel 1888 morì l'imperatore Guglielmo I.
e salì al trono suo figlio Guglielmo II. Subito si aprì
un contrasto tra Bismarck e il giovane 29enne sovrano che, oltre ad
essere geloso della popolarità di Bismarck, gradì sempre meno la politica di
Bismarck, prudente verso l'esterno e dura verso l'interno. Questi contrasti tra cancelliere e
imperatore andarono avanti per due anni e a un certo punto, nel
1890, Bismarck si
sentì costretto a dimettersi dal governo e ritornare a malincuore alla vita
privata.
"Il pilota scende dalla nave",
vignetta tedesca del marzo del 1890. In alto si vede l'imperatore Guglielmo II che
aveva costretto Bismarck a dimettersi
fonte:
Wikimedia Commons
Dopo otto anni di vita trascorsa nel suo podere di Friedrichsruh, Bismarck
morì il 30 luglio 1898, a 83 anni d'età.
Il ritiro di Bismarck dalla scena politica nel 1890 rappresentò una
specie di spartiacque nella storia della Germania. Soprattutto la nuova
politica estera del imperatore Guglielmo II, aggressiva e poco diplomatica,
aprì la strada per creare le condizione per lo scoppio del prima guerra
mondiale. Per saperne di più leggi:
La Germania e le origini della prima guerra mondiale