Günter Grass (1927-2015) in una foto del 2004
foto:
Florian K
Dopo l'uscita del romanzo "È una lunga storia" (titolo originale: "Ein
weites Feld") il critico letterario Herbert Glossner scrisse nel settimanale
"Das Sonntagsblatt":
"È forse il romanzo dell'Unità tedesca? Una reminiscenza della DDR? Una
satira sulla Stasi? Una passeggiata per la metropoli berlinese? Letteratura
nella letteratura? Anzitutto si tratta di un romanzo irriverente, con il
vecchio Fonty che si esibisce come controfigura di Theodor Fontane (...)
Dopo l'Oskar del 'Tamburo di latta', Grass è riuscito di nuovo a forgiare un
personaggio indimenticabile, con tutti i pregi e le debolezze che lo
contraddistinguono."
Oskar Matzerath, l'"eroe" del romanzo "Il tamburo di latta" all'età di
tre anni tenta di fermare il tempo rifiutandosi di crescere. Il
settantenne protagonista di "È una lunga storia" si estranea dalla
realtà di una Germania culturalmente stanca uscendo dal presente e
forgiandosi una seconda identità: quella di Theodor Fontane,
un romanziere tedesco vissuto esattamente un secolo prima di lui.
Nel
romanzo il personaggi principale del romanzo Theo Wuttke dice alla sua
nipotina: "Adesso
capirai, bambina mia, perché il tuo nonno desidera soltanto andarsene, qui
tutto ha di nuovo l'odore brandeburghese misto di pino e di caserma. Per
farla breve: voglio semplicemente 'volatilizzarmi', come dicono i berlinesi,
ma non appena mi riuscirà di riemergere in letizia da qualche parte, e il
più lontano possibile dallo scambio di colpi tedesco-tedesco, ti invierò
numerosi e significativi segnali lampeggianti..."
"È una lunga
storia" si può considerare come
un'esauriente panoramica di un secolo e mezzo di storia tedesca, dal 1848
fino ai nostri giorni. La "lunga storia" comincia con una passeggiata lungo
il Muro di Berlino in via di smantellamento e finisce con una rassegna dei
terribili fatti di intemperanza razziale degli anni Novanta.
Nato nel
1919, e dunque testimone di un bel pezzo di storia tedesca (dalla disastrosa
Seconda Guerra Mondiale alla riunificazione), Theo Wuttke, scherzosamente soprannominato "Fonty" per la sua
ammirazione per Theodor Fontane, trova conforto solamente nei libri. Sennonché, la
visita di una sua giovane nipote francese riesce a ravvivare il suo
entusiasmo per la vita. Nei racconti snocciolati dal settantenne Fonty, la
Germania appare tutt'altro che la nazione brillante che vorrebbe sembrare.
Gli aspetti peggiori della Nazione vengono impersonificati da un conoscente
di Wuttke/Fonty, suo amico-nemico e "Ombra Perenne". Il nome di questa
figura negativa è Hoftaller: un uomo che sa sempre adeguarsi a nuovi padroni e
nuovi regimi.
Come lo stesso Günter Grass, anche il vecchio protagonista
di "È una lunga storia" non si mostra affatto felice della riunificazione o,
meglio, del modo in cui essa è avvenuta. Anche per questo, il romanzo (che
l'editore ha troppo pomposamente preannunciato come "la più grande opera
letteraria del nostro secolo") è stato soggetto a non poche critiche.
"È una lunga storia" conserva - ovviamente - la tipica impronta
'grassiana': la sua è, come sempre, una "superba macchina narrativa", un
"duomo barocco" (più che gotico) dall'architettura complessa, in cui le
piccole vicende quotidiane si intrecciano con le tragedie collettive.
Il libro è un virtuoso affresco in politicis che, per
l'ennesima volta, ha dato adito a molti giudizi negativi. Ormai è diventata
una sindrome professionale quella di rimproverare a Grass una "scarsa
accessibilità" e di voler andare a tutti i costi controcorrente con le sue
idee politiche. Ma Grass è, e rimane, l'unico letterato tedesco di formato
internazionale, ed è significante che nessun altro romanziere abbia saputo
descrivere così bene e in maniera così esauriente la caduta del Muro con
tutti gli annessi e connessi.
Testo: Peter
Patti
Altre pagine su Günter Grass:
Günter Grass:
vita e opere
Su uno degli l'autori più conosciuti e più scomodi della Germania.
Premio Nobel nel 1999.