"È forse il romanzo dell'Unità tedesca? Una reminiscenza della DDR? Una satira sulla Stasi? Una passeggiata per la metropoli berlinese? Letteratura nella letteratura? Anzitutto si tratta di un romanzo irriverente, con il vecchio Fonty che si esibisce come controfigura di Theodor Fontane
(...) Dopo l'Oskar del 'Tamburo', Grass è riuscito di nuovo a forgiare un personaggio indimenticabile, con tutti i pregi e le debolezze che lo contraddistinguono."
(Herbert Glossner in Das Sonntagsblatt)
L'Oskar Matzerath de Il tamburo di latta all'età di tre anni tenta di fermare il tempo rifiutandosi di crescere. Il settantenne protagonista di È una lunga storia si estranea dalla realtà di una Germania culturalmente stanca uscendo dal presente e forgiandosi una seconda identità: quella di Theodor Fontane, un romanziere vissuto esattamente un secolo prima di lui:
"Adesso capirai, bambina mia, perché il tuo nonno desidera soltanto andarsene, qui tutto ha di nuovo l'odore brandeburghese misto di pino e di caserma. Per farla breve: voglio semplicemente 'volatilizzarmi', come dicono i berlinesi, ma non appena mi riuscirà di riemergere in letizia da qualche parte, e il più lontano possibile dallo scambio di colpi tedesco-tedesco, ti invierò numerosi e significativi segnali lampeggianti..."
"È una lunga storia" (titolo tedesco: "Ein weites Feld") si può considerare come un'esauriente panoramica di un secolo e mezzo di storia tedesca, dal 1848 fino ai nostri giorni. La "lunga storia" comincia con una passeggiata lungo il Muro di Berlino in via di smantellamento e finisce con una rassegna dei terribili fatti di intemperanza razziale degli anni Novanta. |
Nato nel 1919, e dunque testimone di un bel pezzo di storia tedesca (dalla disastrosa Seconda Guerra Mondiale alla riunificazione), il personaggi principale del romanzo Theo Wuttke, scherzosamente soprannominato "Fonty" per la sua ammirazione per Fontane, trova conforto solamente nei libri. Sennonché, la visita di una sua giovane nipote francese riesce a ravvivare il suo entusiasmo per la vita. Nei racconti snocciolati dal settantenne Fonty, la Germania appare tutt'altro che la nazione brillante che vorrebbe sembrare. Gli aspetti peggiori della Nazione vengono impersonificati da un conoscente di Wuttke/Fonty, suo amico-nemico e "Ombra Perenne". Il nome di questa figura negativa è Hoftaller: uomo che sa sempre adeguarsi a nuovi padroni e nuovi regimi. Come lo stesso Günter Grass, anche il vecchio protagonista di
"È una lunga storia" non si mostra affatto felice della riunificazione o, meglio, del modo in cui essa è avvenuta. Anche per questo, il romanzo (che l'editore ha troppo pomposamente preannunciato come "la più grande opera letteraria del nostro secolo") è stato soggetto a non poche critiche.
L'idea di un protagonista che narra un lungo stralcio di cronaca secolare, di cui è stato testimone, si riscontra in due antecedenti romanzi usciti dalla penna di autori inglesi -
"Earthly Powers" di Anthony Burgess e "Le nuove confessioni" di William Boyd. (E ad essi bisognerebbe aggiungere un altro libro di Burgess:
"Any Old Iron", dove, di nuovo, il Ventesimo secolo viene magistralmente passato in rassegna.) Ma
"È una lunga storia" conserva - ovviamente - la tipica impronta 'grassiana': la sua è, come sempre, una "superba macchina narrativa", un "duomo barocco" (più che gotico) dall'architettura complessa, in cui le piccole vicende quotidiane si intrecciano con le tragedie collettive. Naturalmente, non mancano i gustosi riferimenti a grandi personaggi della cultura, come p.es. Uwe Johnson. Johnson e Grass furono amici, e così scrive Grass di lui in
"È una lunga storia": "... Tutto quello che diceva era graziosamente costruito e a volte di una maniera incredibilmente rovesciata. Alla lontana, mi richiamava in mente Storm."
Il libro è un virtuoso affresco in politicis che, per l'ennesima volta, ha dato adito a molti giudizi negativi. Ormai è diventata una sindrome professionale quella di rimproverare a Grass una "scarsa accessibilità" e di voler andare a tutti i costi controcorrente con le sue idee politiche. Ma Grass è, e rimane, l'unico letterato tedesco di formato internazionale, ed è significante che nessun altro romanziere abbia saputo descrivere così bene e in maniera così esauriente la caduta del Muro con tutti gli annessi e connessi.
Peter Patti
peter.patti@t-online.de |
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le pagine sulla letteratura tedesca dopo il 1945
Heinrich Böll, Günter Grass, Friedrich Dürrenmatt, Ilse Aichinger,
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