Volker Schlöndorf durante la fiera del libro a Francoforte, nel 2011
foto:
JCS
Breve ritratto di Volker Schlöndorff:
Volker Schlöndorff, uno dei grandi registi contemporanei tedeschi, è noto
soprattutto per le sue riduzioni cinematografiche di opere della letteratura
tedesca e europea.
Schlöndorf è nato nel 1939, l'anno in cui
Hitler scatena la seconda guerra mondiale. Dopo essersi trasferito a Parigi
nel 1956 fa l'esame di maturità e frequenta l'università laureandosi in
scienze politiche e l'istituto cinematografico l'IDHEC (Institut des hautes
études cinématographiques).
Dopo lavora
come l'assistente alla regia per Louis Malle e altri registi francesi e
debutta come regista nel 1965. Fin dall'inizio si occupa della
trasposizione della letteratura nel film, il suo primo film è
Il giovane Törless, tratto da un romanzo di
Robert Musil. Uno dei suoi successi
più grandi diventa L'onore perduto della Katharina
Blum
(1975, da un romanzo di Heinrich Böll).
La fama anche a livello internazionale arriva con il film
Il tamburo di latta (1979) che gira
insieme a Günter Grass, l'autore
del libro. Questo film riceve, nel 1979, la Palma
d'Oro a Cannes (insieme a "Apocalypse Now" di Coppola) e nel 1980 a
Hollywood l'Oscar come miglior film straniero.
Dopo continua a cercare i soggetti per i suoi film nella letteratura
tedesca e internazionale. Nel 2023 riceve
Tra letteratura e cinema:
Alla domanda: "Signor Schlöndorff, perché ha quasi sempre adattato per il cinema dei romanzi?" il regista risponde in un intervista:
"Mi si potrebbe chiedere: bastano i libri o devono anche essere illustrati da un film? Per i lettori i libri bastano sicuramente, ma la maggior parte della gente si chiede "che cosa danno al cinema stasera?". Così la necessità di tradurli in immagini, anche se io sulla famosa isola deserta porterei una valigia di libri, non dei film. Il mio primo lungometraggio è stato, 30 anni fa, "I turbamenti del giovane Torless" da Robert Musil. Fu una scelta quasi casuale e mi riproposi di utilizzare solamente soggetti originali. Il secondo film, un giallo scritto da me, fu un flop e m'accorsi di non avere la penna facile.
Sono un regista, non ci fosse il cinema farei teatro, non lo scrittore. Non sopporto però che si metta in dubbio l'autorialità delle mie opere. Un autore si vede in molte cose: la sua personalità, il modo di farlo, la scelta dei libri. Alcune volte, dopo aver girato, mi sono accorto che quel testo non era per me, che io non ero stato in grado di interpretarne lo spirito. Inoltre se uno porta sullo schermo un giallo qualunque si parla esclusivamente del film, mentre non capisco perché per trasporre i capolavori letterari serva quasi un permesso speciale. I film possono prendere ispirazione da tutto: esperienze personali, fantasie, libri... Anche i libri ne traggono vantaggio: in fondo trovano migliaia di lettori in più."
Il cinema espressionista
L'espressionismo, nato all'inizio del '900 come corrente soprattutto della
pittura, della letteratura e del teatro, trovò una grande eco anche nel campo
del cinema che in quegli anni era appena nato.
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