"Ho sempre amato la musica [...]. La musica è un
dono sublime che Dio ci ha dato,
ed è simile alla teologia.
Non darei per
nessun tesoro quel poco che so di musica".
(Lutero, Dalla lettera a Ludwig
Sentì, 4 ottobre 1530)
La riforma protestante rivoluzionò la musica sacra:
"Ein' feste Burg ist unser Gott" (Forte rocca è il nostro Dio) - il più
famoso inno composto da Martin Lutero
fonte: Wikimedia Commons
La Riforma di Lutero non consistette soltanto nel dare
nuove regole alla liturgia, ma rivoluzionò anche il concetto di musica
sacra.
Tra l'inizio del Cinquecento e la fine del secolo successivo, la Riforma
luterana inserì molte novità anche nella musica. Martin Lutero, alla ricerca
di nuove impostazioni sul rapporto tra i fedeli e Dio, introdusse il volgare
nella liturgia riformata, la traduzione della Bibbia in tedesco è uno degli
esempi più famosi.
Anche la musica rientrava nella liturgia riformata ed ebbe una funzione
molto importante che Lutero non si lasciò sfuggire. Il corale fu una forma
espressiva prettamente protestante, serviva a coinvolgere il popolo in modo
personale alla liturgia.
Lutero sfruttò abilmente la grande tradizione dei canti popolari
per tradurla in corali, anche se spesso questi canti erano nati anche con
intenti dissacratori e talvolta anche di stampo erotico, ma molto diffusi
negli strati socialmente inferiori della popolazione.
Il corale si sviluppò, seguendo il progresso della tecnica musicale, in
svariate forme: monofonico, polifonico di tipo mottettistico e polifonico di
tipo armonizzato. Molti canti in lingua volgare, da quelli dei Minnesänger a
quelli penitenziali ed anche quelli militari, divennero, poi, corali.
L'uso del canto corale andava contro i canoni del cattolicesimo, che invece
delegava l'esercizio della musica soltanto ai musicisti ed agli
ecclesiastici (infatti i cori, come luogo architettonico all'interno delle
chiese cattoliche, sono uno spazio separato rispetto quello dei fedeli).
Il canto sacro doveva cessare di essere uno spettacolo o un concerto offerto
agli adepti da musicisti di professione, doveva diventare qualcosa di
diverso, coinvolgere il cristiano in una attiva partecipazione.
La parola cantata permetteva alla riunione dei credenti,
che ai suoi tempi erano per la maggioranza incolti, di imparare facilmente i
temi della fede cristiana, dal momento che i testi dei Lieder erano in
tedesco.
L'estremizzazione di questa impostazione fu poi inserita nella
Riforma da Calvino, che rifiutò ogni forma d'inquinamento di musica
strumentale all'interno delle chiese, ma solo canti omofonici e delegati
all'uso esclusivo della riunione dei fedeli.
Il corale fu sviluppato da vari musicisti dell'Europa centrale e
settentrionale, ma il suo esponente più celebre fu
Johann Sebastian
Bach (la famosa Passione Secondo Matteo).