Il cambiamonete e sua moglie (1514)
quadro del pittore fiammingo Quentin Massys
Lutero e il lavoro:
Gli scritti di Martin Lutero non trattano solo argomenti strettamente
religiosi, riguardano anche molti aspetti della vita quotidiana, tra l'altro
quello del lavoro.
Lutero non considerava il lavoro come castigo di Dio inflitto all'uomo, ma una
cosa che nobilita l'uomo. L'autore del libro "Genesi" della Bibbia fa dire a
Dio quando cacciò Adamo dal paradiso: "Con dolore ne trarrai il cibo per
tutti i giorni della tua vita ... Con il sudore del tuo volto mangerai il
pane..." E poi continua: "Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden,
perché lavorasse il suolo da dove era stato tratto." In quest'ottica il
lavoro è quindi la punizione per i peccati dell'uomo.
Di seguito alcune citazioni dall'opera di Lutero che riguardano il ruolo e l'importanza attribuiti al lavoro. Il contrasto con ciò che scrisse l'autore del libro "Genesi" della Bibbia è evidente.
L'ozio e la mancanza di
occupazione rovinano il corpo e la vita; l'uomo infatti è nato per
lavorare, come l'uccello per volare.
Chi parla di agricoltura dice: sono le orme del padrone che
ingrassano il campo; e non c'è concime migliore per il campo di quello
che cade dalle scarpe del padrone; cioè se il padrone va spesso sui suoi
campi.
Possedere esteriormente denaro, beni, terra e servi infatti non è un
peccato come tale, bensì dono e disposizione divini.
L'uomo deve e può lavorare e fare qualcosa [...], perché se non
lavora Dio non gli dà nulla.
La vita non è riposo, ma trasformazione del buono in meglio.
Dobbiamo attenerci con lieta coscienza al nostro mestiere, e sapere
che con la nostra opera facciamo più di chi avesse fondato tutti i
conventi e retto tutti gli ordini; anche se è il più piccolo dei lavori
domestici.
Ciascuno deve produrre quel tanto da potersi mantenere e non essere
di peso agli altri, bensì di aiuto.
Il lavoro in sé è gioia.
Sarebbe proprio necessario che nella cristianità venisse abolita
ogni forma di mendicità [...], ogni città si curi dei suoi poveri e non
lasci entrare mendicanti di fuori.
Cristo non vuole che non si possieda e non si accetti denaro né
beni, o che se li si ha li si getti via, come hanno insegnato e fatto
numerosi pazzi tra filosofi e dei santi pazzi tra i cristiani. Egli
permette infatti che tu sia ricco, però non vuole che l'amore sia legato
a ciò.
Quelli che non difendono e non mantengono nessuno, ma consumano,
oziano e impoltroniscono soltanto, il principe non dovrebbe tollerarli
nel suo paese, ma cacciarli o costringerli a lavorare: come fanno le
api, che cacciano via i fuchi che non lavorano e mangiano il miele delle
altre api.
Il riformatore svizzero Giovanni Calvino
(1509 - 1564) rafforzò ulteriormente questa etica del lavoro che Lutero
voleva vedere realizzata. Il lavoro aveva per Calvino un valore religioso,
nell'esaltazione del lavoro la nascente borghesia vedeva ben interpretata la
sua crescente aspirazione all'affermazione politica e sociale.
"L'etica protestante e lo spirito del capitalismo" di Max Weber:
L'economista e sociologo tedesco Max Weber è considerato uno dei fondatori
del pensiero sociologico moderno. Nel suo libro "L'etica protestante e lo
spirito del capitalismo (del 1905) analizzò l'influenza dei valori religiosi
sull'economia di una società, e in particolare sullo sviluppo della
mentalità capitalista. Il suo libro, criticato e apprezzato, ma sempre
rimesso in discussione, continua ad essere uno dei migliori testi per
approfondire l'argomento.
La religione e lo sviluppo delle scienze:
Nel corso del XVII secolo, nel pieno fermento della rivoluzione scientifica,
le scienze naturali vedono una grandissima predominanza di protagonisti di
fede protestante rispetto alla parte cattolica. I grandi scienziati olandesi
per la matematica, l'ottica, la microscopia e la fisiologia rappresentano un
capitolo di tutto rilievo nella storia della scienza. In Germania e nei
paesi scandinavi, la presenza protestante-luterana è dominante su tutta la
scena europea, ed è rappresentata da figure importanti quali Keplero, Otto
von Guericke, Leibniz. Questa predominanza
"numerica" è causata sia dallo spostamento del centro dei commerci dal
Mediterraneo al Mare del Nord, che dall'influenza specifica
della religiosità luterana. Bisogna anchee tenere in considerazione
l'azione frenante dei movimenti Controriformisti nell'Europa meridionale che
aveva effetti negativi sullo sviluppo delle scienze.
Ed infine occorre ricordare il clima di grande liberalità di cui si godeva
in nazioni protestanti quali i Paesi Bassi e l'Inghilterra, sicuramente
positivo per lo sviluppo di uno spirito scientifico. È vero che il calvinismo radicale non
era una corrente
"tollerante" nel senso più pieno del termine; tuttavia, i paesi protestanti
si caratterizzarono come rifugio privilegiato per gli
uomini di cultura esuli, soprattutto per dissenso religioso, da Italia,
Spagna e Paesi Bassi meridionali, per artigiani, commercianti e fabbricanti
che diedero grande impulso alla tecnica; ad esempio, con il fiorire di una
raffinata industria di strumentazione scientifica.