Faust nel suo studio che evoca gli spiriti, incisione di
Rembrandt (intorno a 1650)
fonte:
Wikimedia Commons
La vita del Faust (storico):
"Quell'uomo, del quale tu mi scrivi, che ebbe la sfrontatezza di
definirsi principe dei negromanti,
è un vagabondo, chiacchierone e
giramondo, degno di essere frustato".
Dalla lettera di un abate, 1507.
"Otto giorni fa giunse a Erfurt un chiromante di nome Giorgio Faust,
un vero e proprio spaccone, pazzo per giunta".
Dalla lettera di un commerciante, 1513.
Non sono dei ritratti molto lusinghieri che tracciano le fonti dell'epoca
del personaggio storico di Faust. In verità, di lui si sa poco di sicuro.
Georg (o Johann) Faust nasce nel 1480 a
Knittlingen (regione di Württemberg). Fa il
maestro di scuola girando per tutta la Germania. Poi fa il mago, forse anche
il medico e il barbiere (che nel '500 era spesso la stessa persona che, in
caso di necessità, faceva anche il dentista) e il consigliere di varie
corti. Viaggia sempre e opera incantesimi. Più volte viene cacciato via da
una città perché accusato di sodomia, pedofilia o di aver portato male a
qualcuno. Ricorre spesso a soprannomi per mascherare le precipitose partenze
oppure la presenza stessa in una città dove aveva commesso qualche misfatto.
Si dice che a Krakau insegnava la magia.
Bisogna comunque considerare il fatto che nel '500 non esiste ancora una
chiara distinzione tra scienza e quello che
oggi chiameremmo ciarlataneria. A quell'epoca magia, filosofia e scienza
sono
ancora un tutt'uno.
Già quando era ancora in vita cominciano a nascere le leggende più
avventurose intorno a lui ed è difficile separare verità e invenzioni. La
voce che sia accompagnato dal diavolo è molto diffusa. Le sue apparizioni
suscitano sempre ammirazione, ma anche paura. Faust muore attorno al
1540
a Staufen (vicino a Friburgo).
La morte di Faust:
Affresco sulla casa a Staufen (nella Foresta Nera) dove, secondo la legenda, è morto Faust:
il diavolo si prende Faust nel momento della sua morte.
foto:
Wolfgang Pruscha
Il libro "Storia del dottor Johann Faust" del
1587 racconta come trovarono
Faust, alla mattina, dopo una serata passata in birreria con i
suoi studenti:
"Quando fu giorno si recarono nella stanza dove era stato il dottor
Faust. Trovarono tutta la stanza imbrattata di sangue, il cervello era
spiaccicato alla parete poiché il diavolo lo aveva sbattuto da una parete
all'altra, vi erano pure i suoi occhi e molti denti sparsi qua e là, lo
spettacolo era tremendo e pauroso. Trovarono infine il suo corpo fuori
accanto al concime, orribilmente sfigurato, con la testa e le membra
ciondolanti".
Veramente una brutta fine, quella descritta in questo testo tedesco del
1587. Questo primo libro popolare sulle vicende di Faust non usa mezzi termini: l'uomo di
quell'epoca doveva capire che uno come Faust che vendeva la sua anima al
diavolo per avere in cambio conoscenze, oltre che una bella vita, doveva
fare la fine più crudele e sanguinosa che si potesse immaginare. L'uomo non
doveva voler superare i limiti dello stretto mondo medievale. Le prime
storie di Faust erano di chiara ispirazione religiosa, dovevano mettere in
guardia il lettore: attenzione, il diavolo che ti tenta è sempre in agguato!
La nascita del mito:
Il mito di Faust nasce già quando questo personaggio strambo è ancora in
vita. La gente racconta le storie più incredibili e a circa 50 anni dalla
sua morte, nel 1587, esce un libro, scritto da Johann Spies, con questo strano e lunghissimo titolo
che copre tutto il frontespizio del libro:

Il titolo, in forma già un po' abbreviata, dice:
"Storia del dottor Johann Faust, ben noto mago e negromante, di come
si è promesso al diavolo per un determinato periodo della sua vita, di quali
straordinarie avventure egli fu protagonista o testimone, fino al momento in
cui ricevette la ben meritata mercede. Un esempio orrendo per tutti i
superbi, i saccenti e gli empi, un esempio disgustoso oltre che amichevole
ammonimento. Siate sottomessi a Dio, combattete il diavolo, cosicché egli
fugga da voi."
L'autore non lascia nessuna incertezza riguardo le sue
intenzioni, si tratta di un chiaro ammonimento: non fate come ha fatto
Faust, non abbiate la presunzione di voler sapere tutto, la scienza è roba
da diavolo, piuttosto siate figli ubbidienti della chiesa e sottomessi a
Dio! Il libro ebbe un enorme successo, successivamente uscirono sempre nuovi
libri con "nuove storie" del dottor Faust, era una specie di "telenovela"
del '500. L'ammonimento religioso era sempre compreso, era d'obbligo per
l'epoca, ma la gente leggeva queste storie e le raccontava in giro con un
misto di paura e affascinata curiosità. Divenne per due secoli uno dei miti
popolari più diffusi e amati. Goethe conobbe Faust per la prima volta in uno
dei tanti spettacoli popolari di attori viaggianti che rappresentarono
queste storie fantastiche nelle piazze. E così "lo spaccone degno di essere
frustato" del '500 entrò nella grande letteratura.
Faust fa strage nella letteratura e nell'arte...
La figura di Faust ha avuto un enorme successo nella letteratura e nell'arte
in generale. L'elenco di drammi, poesie, romanzi, opere liriche, addirittura
di balletti che hanno come protagonista Faust è lunghissimo. Alla figura di
Faust furono ispirate opere di ogni genere, da quelle musicali di
Gounod, Boito,
Busoni, Spohr, Schumann, Liszt,
Wagner
e Berlioz, alle rivisitazioni teatrali e letterarie
di Marlowe, Klinger, Lessing, Goethe,
Novalis, Chamisso, Grabbe, Lenau,
Heine, Ibsen, Valéry,
Bulgakov e
Thomas Mann, ai film di
Murnau, Clair e di
Lara, fino al balletto di
Béjart.
Anche la pittura e il disegno (vedi in alto l'incisione di
Rembrandt
e sotto il quadro di Schaefels)
ne approfittarono alla grande. Persino la musica rock contemporanea trae
ispirazione dalla figura di Faust.
Una scena del dramma di Goethe: Faust passeggia con Margarita,
quadro di Hendrik F. Schaefels (1863).
fonte:
Wikimedia Commons
Il motivo di questo fascino?
Tra i motivi c'era naturalmente l'aspetto "spettacolare" del patto col
diavolo che è sempre piaciuto al grande pubblico. La figura di Margarita,
sedotta e abbandonata da Faust, suscitava le fantasie dei lettori e degli
spettatori. Ma quello che affascinava di più erano le infinite possibilità
che si aprono quando, con questo patto, si va oltre i limiti intellettuali e
fisici dell'uomo. Il problema che si ponevano tutti, anzi che spesso sta al
centro del mito del Faust, è questo: è bene o male se l'uomo vuole più dalla
vita di quello che gli dà la natura (o Dio, a seconda dell'autore)? É lecito
che l'uomo voglia, con l'intelletto e con la sua scienza, dominare tutto,
anche i segreti più nascosti del mondo?
Per Goethe, che voleva penetrare tutto con la luce della ragione,
quest'aspirazione dell'uomo a voler andare continuamente oltre i propri
limiti non poteva che essere positiva (vedi anche la pagina dedicata al
Faust di Goethe). Ma forse questa
visione era possibile solo in un'epoca in cui l'uomo con i suoi mezzi non
era ancora in grado di distruggere non solo se stesso ma anche tutto il
pianeta. Thomas Mann che ha visto di che cosa era capace un popolo come il
suo, abbagliato dai falsi ideali del nazionalsocialismo, certamente non era
più in grado di interpretarlo allo stesso modo ottimista. E oggi che l'umanità ha
in mano delle possibilità distruttive come mai prima e, con l'ingegneria genetica, delle
responsabilità enormi, il dilemma del Faust, mettersi o no col diavolo per
andare avanti e oltre, è più attuale che mai.
Un altro tema di Goethe che rimane eternamente attuale è quello dell'uomo
che deve trovare un significato e un valore per la sua vita, che erra tra
mille tentazioni e cade e pecca, ma alla fine ritrova la sua dignità e il
senso della sua esistenza.
Altre saghe popolari e miti letterari:
Il mito della Lorelei
La più famosa poesia che si ispira alla Lorelei è "Das Lied der
Loreley" di Heinrich Heine.
Il Faust di Goethe (libro e film):
Per approfondire:
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