Ebrei che ricevono la "punizione divina per i loro crimini contro la
cristianità",
silografia del di Hartmann Schedel (1493)
fonte:
Wikimedia Commons
"Gli ebrei sono quelli che hanno crocefisso Gesù"
Una delle fonti più antiche dell'antisemitismo è cristiana: "Gli ebrei sono quelli che hanno crocefisso Gesù!". Per molti secoli la chiesa ha alimentato nel popolo questa convinzione demagogica che serviva a giustificare la persecuzione e l'eliminazione della "concorrenza" religiosa. La comunità religiosa degli ebrei era sparsa in tutta l'Europa, e costituiva sempre un corpo estraneo in una società in cui la chiesa voleva essere l'unica autorità, non solo religiosa, ma anche
culturale e politica. Solo per la loro esistenza, gli ebrei erano un pericolo costante per una società medievale dominata dalla religione cristiana.
Il loro costante rifiuto di farsi cristiani era una specie di delegittimazione della validità universale della fede cristiana. Così è nato anche la spiegazione "teologica" per quest'odio. L'idea della "colpa collettiva" degli ebrei per la morte di Gesù fu praticamente la condanna a morte per decine di migliaia di essi. Questa convinzione si mantenne molto a lungo, a livello più o meno conscio, in vasti strati della popolazione.
"Gli ebrei sono responsabili della peste"
1350: uccisione di ebrei ritenuti responsabili per la peste,
illustrazione in una cronaca dell'epoca,
fonte:
Bibliothèque Royale de Belgique
Questa è una variante dell'odio di origine cristiana descritta sopra. Nel
medioevo, la peste fu una delle malattie più terribili e più temute capace
di
annientare decine di migliaia di persone e di spopolare intere regioni. L'origine
era misteriosa, e dalla convinzione che fosse il diavolo a mandare la peste
in terra fino a dare la colpa agli ebrei (che avrebbero avvelenavato i
pozzi) il passo non era lungo. Numerosi
teologi cristiani (come p.e. Johannes Chrysostomos o l'arcivescovo Agobardo
di Lione) avevano attribuito a gli tutti ebrei un carattere criminale e così,
gli ebrei erano facilmente individuati come quelli che scatenavano
periodicamente la peste per eliminare i cristiani.
Un'altra teoria sosteneva che
la peste era una punizione di Dio per il fatto che i cristiani tolleravano
gli ebrei nelle loro città. Comunque sia, i risultati erano gli stessi: ogni volta che il
flagello della peste colpì l'Europa aumentarono le sommosse popolari
antisemite, i massacri e saccheggi, spesso con il tacito consenso – se non
con l'appoggio attivo – delle autorità. Un esempio per tanti casi
simili: nel 1349, a Strasburgo, furono sepolti vivi 2.000 ebrei ritenuti
responsabili di quella terribile epidemia.
"Gli ebrei sono avari e si arricchiscono con i
soldi degli altri"
Un commerciante si rivolge a un cambiamenonete
ebreo,
incisione del 1450
Durante il Concilio Laterano del 1215 il Papa Innocente III, un nemico giurato degli ebrei, fece rilasciare una serie di norme che dovevano segnare il destino degli ebrei per molti secoli. Vietò per esempio ai cristiani di prestare soldi contro interessi e consigliò di escludere gli ebrei dalle altre associazioni professionali. Successivamente, quasi tutte le associazioni professionali, riferendosi a queste
prescrizioni della chiesa, vietarono agli ebrei l'esercizio della loro professione e costrinsero questi a delle attività professionali (cambiamonete, prestasoldi etc.) che il popolo, comprensibilmente, odiava. Tutti, anche i contadini più poveri, dovevano rivolgersi prima o poi a un ebreo per farsi prestare dei soldi e ogni raccolta andata male portava a un odio crescente verso di loro. Ma anche gli imperatori avevano un gran bisogno di denaro, motivo per cui di solito i poteri imperiali erano molto più tolleranti nei confronti degli ebrei dai quali spesso dipendevano.
"Gli ebrei non vogliono integrarsi nel mondo cristiano-occidentale"
Relegati da leggi religiose e civili nei loro ghetti, periodicamente
perseguitati e anche sterminati, gli ebrei svilupparono una forte identità
culturale che li fece sopportare e sopravvivere. Ma il loro essere diversi
che si vedeva anche nel modo di vestirsi e in molte abitudini quotidiane, la
loro "resistenza culturale", li rese ancora più oggetto di sospetti e di
attacchi ingiusti. Colui che è diverso è tendenzialmente pericoloso. E
questo valeva non solo per la società medioevale, ma anche per oggi.
"Gli ebrei vogliono manovrare tutti i paesi secondo i loro interessi"
Questa è la versione più recente dell'antisemitismo, è quella inventata dai nazisti per canalizzare e deviare i mille motivi di scontentezza e di rabbia del popolo contro una facile preda
e per dare una semplice "spiegazione" alle molte ingiustizie nel mondo che molta gente non riusciva a spiegarsi. In tutti i governi, in tutte le organizzazioni internazionali si potevano trovare degli ebrei, anche in posizioni importanti, e così era molto facile trovare delle "prove" per questa assurda affermazione.
Secondo la teoria di Hitler l'antisemitismo doveva diventare così una lotta di tutti i popoli contro un nemico
universale. Per essere giustificato, lo sterminio sistematico aveva bisogno di una motivazione più forte, più "politica" e non solo etnica o religiosa.
I nazisti boicottano i negozi degli ebrei (1933),
sul cartello si legge: "Tedeschi! Difendetevi, non comprate dagli ebrei!"
foto:
Bundesarchiv
La linea ferroviaria che conduceva all'entrata del campo di Auschwitz (Polonia).
Qui morirono circa 3 milioni di persone (soprattutto ebrei polacchi)
foto: Oleg Yunakov
Hermann Hesse sulle origini dell'antisemitismo:
Lo scrittore tedesco Hermann Hesse, in una foto del 1929
foto: Gret Widmann
"L'uomo primitivo odia ciò di cui ha paura, e in alcuni strati della sua anima anche l'uomo colto è primitivo. Anche l'odio dei popoli e delle razze contro altri popoli e razze non si basa sulla superiorità e sulla forza, ma sull'insicurezza e sulla paura. L'odio contro gli ebrei è un complesso di inferiorità mascherato: rispetto al popolo molto vecchio e saggio degli ebrei certi strati meno saggi di un'altra razza sentono un'invidia che nasce dalla concorrenza e un'inferiorità umiliante. Più fortemente e più violentemente questa brutta sensazione si manifesta nella veste della superiorità, più è certo che dietro si nascondono paura e debolezza." (1958)