Cartelli per orientarsi in un complesso scolastico a Lüneburg
foto: Joachim Müllerchen
Premessa:
Gian Maria Raimondi, l'autore di questo articolo, è italiano, ma lavora come insegnante di ruolo in una scuola tedesca. Quello che ci
racconta qui non è quindi risultato del "sentito-dire", ma parla di propria
esperienza.
"Vocatium" e "Praktikum" - cosa sono?
Vi spiego in breve come funziona il Dualsystem tedesco,
espressione ridotta per duales
Berufsausbildungssystem (sistema duale di preparazione al mondo del
lavoro). Anzitutto, in Germania non esiste la concezione di studio fine a se
stesso o separato dalla prassi professionale (come in Italia o in Francia),
quale essa sia: non esiste che uno frequenta un liceo o un tecnico o un
professionale senza aver mai messo piede in fabbrica o in azienda per poi
entrarvi "dopo" (ma "dopo" quando?). Sono cose che qui in Germania non
capiamo (o meglio: io sì, essendo anche italiano).
Quando ci si iscrive a quella che in Italia corrisponde alla scuola superiore
(licei, professionali, etc.) si è obbligati a confrontarsi fin da subito con
il mondo del lavoro (industrie, impresa, terziario). Come funziona? I
liceali tradizionali (Gymnasiasten. Studenti del liceo classico o
scientifico) accedono al mondo del lavoro attraverso la formula del
Vocatium, poi successivamente del Praktikum
(tirocinio). Il "Vocatium" (dal latino) è una visita dedicata che i nostri
studenti effettuano presso "Messen / grandi esposizioni commerciali e
industriali" ed aziende varie, per vedere dall'interno come funzionano.
Quando poi tornano a scuola da noi, tematizziamo insieme la loro esperienza,
approfondendo sotto ogni punto di vista quanto hanno appreso. Durante l'anno
hanno luogo diversi Vocatium: il numero di queste "visite o
gite di lavoro" dipende dalla politica scolastica dei singoli Länder, visto
che la scuola in Germania è materia di politica regionale, non federale (ma
la formula "dual" è federale). Il Praktikum (tirocinio),
che segue il "Vocatium" (spesso dalla 12 classe in poi: la seconda liceo in
Italia), è un vero e proprio tirocinio in quella azienda o in quella impresa
che ti ha particolarmente colpito durante il "Vocatium" (ma gli studenti
possono scegliersene anche altre). Il tirocinio professionale dei nostri
ragazzi è concordato fra noi (scuola) e impresa (banca, fabbrica, officina,
Lufthansa; ma anche realtà pubbliche, quali tribunali e ministeri) e
monitorato dalla scuola: per l'occasione, noi insegnanti diventiamo
ispettori e andiamo a vedere cosa combinano i ragazzi; mentre i referenti
aziendali, a loro volta, si informano da noi se i ragazzi a scuola studiano
e se, ovviamente, applicano il "know-how" appreso in azienda. Geniale, no?
Questo sistema configura una riuscita sinergia fra stato (scuola pubblica) e
impresa (settore privato), non intesi così quali corpi scollegati e fra loro
estranei (per non dire ostili). Cioè lo stato, in Germania, entra
nell'impresa - che rispetta - e l'impresa entra nello stato - che rispetta.
I risultati? Una nazione poco più grande dell'Italia e, comunque, con tanti
problemi (anche d'immigrazione) vanta una delle economie più potenti al
mondo (e nessuno sa chiarirsi perché. Ecco: ora lo sappiamo). E siamo solo
al liceo (classico, scientifico, etc.). Scuole tecniche e professionali:
preparati.
Una giovane ragazza in un centro di formazione della
Volkswagen a Wolfsburg
foto:
Engelbert Reineke
E nelle scuole tecniche e professionali?
Le Berufsschulen tedesche (scuole tecniche e professionali)
realizzano pienamente la perfetta sinergia "stato-impresa" costituendosi
come cardine e perno centrale dell'intero sistema duale e della sua
concezione. Non esiste niente di simile al mondo. Io sono professore di
ruolo in un plesso scolastico che accorpa a direzione unificata diverse
Schulformen (tipi di scuola) professionali, incluso un liceo tecnico (ibrido
fra liceo scientifico e ITIS italiani) e un liceo psicopedagogico: ospitiamo
spesso delegazioni dalla Norvegia, da Israele e dagli Stati Uniti che
vengono a vedere come facciamo (dalla Cina no, perché formiamo direttamente
formatori espressamente per i cinesi, nostri committenti).
Funziona così: esempio concreto. Mettiamo che uno vuole studiare da perito
informatico: viene da noi a scuola (abbiamo il ramo informatico,
ovviamente) e fa una pre-iscrizione. Compila il modulo in segreteria, poi
la scuola propone subito diverse aziende del settore (con la consulenza
dei colleghi del ramo). Nella azienda di sua scelta (l'unico vincolo è che
si devono trovare "innerhalb des Schulkreises", nel perimetro del distretto
scolastico), fanno fare subito un contratto di formazione con l'accredito
della nostra scuola (prima ancora di iniziare la scuola!). Dopodiché,
contratto alla mano, si ritorna in segreteria (il contratto aziendale consente
l'iscrizione a scuola. Sì: hai capito bene e sì, siamo in Europa; non su
Marte. È Germania) e cominciano le lezioni. Le lezioni (sempre nel
professionale, per i licei, vedi sopra) si chiamano Blockunterricht
/ lezioni a blocchi: per tre settimane lo studente è da me a scuola e insegno teoria (matematica informatica, matematica applicata, fisica,
statistica, teoria dei processori, tedesco, storia, etica, psicologia del
lavoro, economia politica, ma anche religione e storia dell'arte); per altre
due (o tre) settimane, invece, è alla Mercedes, alla Lufthansa, o in
un'azienda informatica e lavora con regolare
contratto di apprendista (Auszubildender). Poi, dopo tre settimane, di nuovo
a scuola!
La scuola professionale "Konrad Zuse" a Hoyerswerda, in
Sassonia.
Konrad Zuse è stato un ingeniere tedesco che, nel 1941, ha costruito il
primo computer.
foto:
SeptemberWoman
Cosa succede dopo la scuola?
Alla fine del corso, in genere tre anni, c'è la Gesellenprüfung
(esame di fine apprendistato): superato il quale, si lavora (spesso, si resta
nell'azienda di prima, cambia solo il rapporto contrattuale). Se uno preferisce,
può
proseguire lo studio e diventare Meister (Master); oppure
conseguire una vera e propria maturità tecnica (Berufliches
Abitur), ma a quel punto bisogna cambiare tipo di scuola (restando nello
stesso complesso) e ci si iscrive al liceo tecnico, sostanzialmente, uno
scientifico con "Schwerpunkt (punto focale) materie tecniche. Si capisce
bene che uno studente medio di diciannove anni (o anche di ventidue. Ma
anche di ventotto, nel caso della Berufsschule (istituto
tecnico, dove non c'è limite di età) che esce dalla maturità tedesca ne sa
non mille, ma un milione di volte di più del migliore studente italiano suo
pari-grado.
La "filosofia tedesca" della formazione professionale:
La filosofia tedesca è che non esiste politica del
lavoro senza istruzione, ma non esiste istruzione credibile senza prassi nel
mondo del lavoro. Come diciamo qui: genial, dual! (geniale,
duale!). In realtà, è una soluzione agile e semplice come l'uovo di Colombo:
costringi lo stato a farsi carico (a costi ridotti) delle imprese e le
imprese ad occuparsi di cosa pubblica (in tasse dirette e contributi
d'iscrizione. Mica donazioni da filantropo benefattore ai poveri!), ma
proprio come accadde a Cristoforo Colombo (che vinse la nota sfida di far
star dritto un uovo di gallina rompendo la base dell'uovo per tenerlo
dritto), ci vuole uno che le pensi.
Questa sinergia perfetta tra macchina industriale (che resta privata, mica
siamo sotto i soviet) e macchina statale rende la Germania un monolite
granitico, un mastodonte difficile da abbattere. Potremmo anche uscire
dall'euro: ma non saremmo noi che ne risentiremmo (il Dualsystem consente ai
tedeschi di sfornare un numero di brevetti industriali l'anno superiore a
quello di Cina e Stati Uniti messi insieme, ma penso tu lo sappia). Quanti,
in Italia, conoscono questa peculiarità del sistema tedesco? Tutti a
cianciare di "Germania insuperabile" perché "affama i vicini". Non so se
ridere o piangere. Forse tutti e due.
Scrivi un commento...Alberto:
Razionale e estremamente logico. L'istruzione fin dall'asilo rende molto, ma
bisogna avere amore e patriottismo per la propria nazione. Grazie della
lezione.