La Germania nella seconda guerra mondiale (1): Hitler prepara la guerra
Hitler e Mussolini a Monaco di Baviera, giugno 1940
foto:
Eva Braun
Hitler voleva la guerra - fin dall'inizio:
Hitler voleva la guerra, fin
dall'inizio
della sua carriera politica, e l'aveva preparata prima ideologicamente e poi anche
materialmente. A differenza dalla prima guerra mondiale fu una guerra che nessun altro in Europa aveva voluto o cercato.
Nel 1924, nove anni prima di arrivare al potere e quindici anni prima
dell'inizio della Seconda guerra mondiale, Hitler scrisse il
libro "Mein Kampf" (prima pubblicazione nel 1925) in cui gettò la base teorica del suo pensiero e del movimento nazista.
Al centro della teoria di Hitler stava l'idea della razza. Tutta la storia, dice Hitler nel suo libro, è solo espressione dell'eterna lotta tra le razze per la supremazia. La guerra è l'espressione naturale e necessaria di questa lotta in cui il vincitore, cioè la razza più forte, ha il diritto di dominare. L'unico scopo dello stato è mantenere sana e pura la razza e creare le condizioni migliori per la lotta per la supremazia, cioè per la guerra. E la guerra è l'unica cosa che può dare un senso più nobile all'esistenza di un popolo. Di tutte le razze quella cosiddetta "ariana" o "nordica" è, secondo Hitler, la più creativa e valorosa, in fondo l'unica a cui spetta il diritto di dominare il mondo.
Tradotto nella realtà questo significava per Hitler prima, la conquista del
continente europeo, per cercare poi
nuovo "spazio vitale" all'est, cioè in Polonia e in Russia. Ma questo doveva
essere, come scrive Hitler, solo il preludio dell'ultima grande sfida, dello
scontro finale contro gli Stati Uniti.
É un fatto singolare e significativo, che l'andamento reale della
seconda guerra mondiale rispecchiò abbastanza fedelmente questa teoria, che
Hitler aveva sviluppato 15 anni prima dell'inizio della guerra. Chi voleva
poteva saperlo, ma all'epoca quasi nessuno lo prendeva sul serio.
1933-1939 - Hitler fa sparire la disoccupazione, preparando la guerra:
Disoccupati in fila alla ricerca di un lavoro, Hannover 1930. Sul muro in fondo si legge "Wählt Hitler" (Votate Hitler)
foto:
Deutsches Historisches Museum
Quando, nel gennaio del 1933 Hitler diventò
Cancelliere, in Germania c'erano 6 milioni di disoccupati, la politica era in
agonia e sulle strade dominava la violenza politica soprattutto tra comunisti e nazisti, con morti e feriti
quasi ogni settimana. Hitler aveva
conquistato molti tedeschi con la sua promessa di mettere fine alla
disoccupazione e alla crisi economica e politica del paese.
Dopo solo 4 anni, nel 1937, i disoccupati erano quasi del tutto spariti,
si era raggiunta la piena occupazione. E i prezzi e i salari erano rimasti stabili, senza
un'ombra di inflazione, e tutto questo mentre negli altri paesi la
crisi continuava. Era successo quello che nessuno aveva creduto. Non c'era
più la disperazione degli ultimi anni della repubblica di Weimar, adesso si
ricominciava a sperare e a godersi un modesto benessere. Milioni di
operai che prima votavano socialdemocratici o comunisti scoprirono ora
con sorpresa che proprio Hitler, il nemico numero uno, aveva riportato
pane e lavoro.
Ma questo "miracolo economico", che sembrava l'argomento più forte a favore di Hitler,
era caratterizzato da tre fattori:
un massiccio incremento della produzione militare che nel '38 arriva al 25% dell'intera produzione industriale
un indebitamento dello stato senza precedentiche, tra il 1933 e il 39, si quadruplica
una crescente autarchia economica della Germania, necessaria per l'entrata in una guerra.
1933-1939 - investimenti pubblici e indebitamento dello stato:
Le cifre degli investimenti in servizi pubblici, forze armate e dell'indebitamento dello stato sono indicate in miliardi di marchi.
Questo cosiddetto "miracolo economico" fu possibile solo perché il libero mercato
era praticamente abolito. La dittatura totale che Hitler creò in pochissimo tempo non riguardò solo la società ma anche l'economia. Hitler non
aveva la minima intenzione di creare un'economia stabile, lo scopo dell'economia
era unicamente preparare la guerra che Hitler vide come l'ultimo obiettivo della sua politica.
Lo sviluppo economico della Germania in quegli anni era talmente squilibrato per il totale dirigismo statale e talmente gonfiato dalla smisurata produzione militare che poteva finire solo in due modi: o, prima o poi, in un crollo verticale
dell'economia, o nella guerra. Hitler lo sapeva benissimo, infatti nel 1938 disse: "La nostra situazione economica è tale che potremmo reggerla solo per pochi anni ancora. Pertanto non abbiamo tempo, dobbiamo agire."
La politica estera di Hitler prima della guerra:
1937: durante la guerra civile in Spagna l'aviazione tedesca distrusse
completamente la città di Guernica
che divenne un simbolo della crudeltà di questa guerra.
foto:
Bundesarchiv
1938: dopo l'annessione dell'Austria, Hitler parla a Vienna
davanti a decine di migliaia di entusiasti ascoltatori.
foto:
Bundesarchiv
Anche nella politica estera Hitler poteva presentare un "successo" dopo l'altro: Nel 1935 reintrodusse - contro il trattato di Versailles - il servizio militare obbligatorio. Nello stesso anno, la regione della Saar, ceduta alla Francia dopo la
prima guerra mondiale, tornò alla Germania, dopo un plebiscito. Nel 1936 le truppe tedesche rientrarono nella Renania - che, secondo i trattati internazionali, doveva rimanere smilitarizzata. Nel 1938
venne annessa l'Austria, che accolse le truppe tedesche con enorme entusiasmo. Nello stesso anno
venne occupata anche la Regione dei Sudeti, la zona di maggioranza tedesca nella Cecoslovacchia. Anche qui i soldati tedeschi
furono accolti con grande entusiasmo da quelli che si sentirono finalmente liberati.
In fondo Hitler fece quello che voleva. All'estero ogni tanto si protestò ma
non succedesse niente di più. Nel 1933 la Germania, per le disposizioni del
trattato di Versailles, aveva un esercito di appena 100.000 uomini, senza
armi moderne, senza aeronautica militare. Nel 1938, dopo solo 5 anni, la
Germania era diventata la potenza militare più forte dell'Europa.
Una specie di prova generale fu per Hitler la guerra civile
spagnola in cui la "Legion Condor", un'unità aerea appartenente alla
Germania, formata da alcune migliaia di volontari, agì (sotto copertura) in supporto alle forze nazionaliste di
Francisco Franco. La Legion Condor aveva l'esplicito incarico di
sperimentare nuovi aerei e nuove tecniche di bombardamenti che sarebbero
stati utili durante la seconda guerra mondiale.
In pubblico, Hitler parlò invece spesso di pace, per rassicurare l'estero
ma anche il proprio popolo. "La Germania vuole la pace e ne ha bisogno"
ripeté continuamente. Ma nel 1938 disse ai suoi collaboratori: "Le
circostanze mi hanno costretto per tanti anni a parlare di pace, solo così
era possibile raggiungere i successi di quegli anni e solo cosi potevamo
ricostruire la forza militare di cui la Germania ha bisogno".
1938-1939:
I capi di stato che hanno firmato l'accordo di Monaco, nel
1938. Da sinistra a destra: Chamberlain (Inghilterra), Daladier (Francia), Hitler
(Germania) e Mussolini (Italia)
foto:
Bundesarchiv
Nel 1939 la Germania era diventata la nazione militarmente più forte in Europa. Hitler aveva annesso praticamente tutte le zone al di fuori della Germania in cui si parlava il tedesco. L'Alto Adige
era un piccolo problema, perché l'Italia di Mussolini fu uno dei pochi alleati.
Ma Hitler si era messo d'accordo con Mussolini di trasferire i tedeschi di questa regione prima in Austria e poi, dopo la conquista del necessario spazio vitale all'est, di mandarli come colonizzatori in Russia.
Gli altri paesi
europei seguirono l'aggressiva politica estera della Germania con crescente preoccupazione.
Nel 1938, durante la Conferenza a Monaco di Baviera a cui parteciparono,
oltre alla Germania, l'Inghilterra, la Francia e l'Italia, si tentò inutilmente di fermare l'aggressività della
Germania di Hitler. Le altre nazioni volevano evitare, a tutti i costi, una nuova guerra mondiale, ma non
capirono che le concessioni a Hitler non servivano a niente, lui avrebbe fatto la guerra in ogni caso.
Infatti, nel 1939 Hitler non voleva più aspettare, la guerra doveva cominciare. Al ministro degli esteri della Romania, che era alleata alla Germania, confessò proprio in quell'anno: "Adesso ho cinquant'anni, preferisco avere la guerra adesso, che non più tardi, quando ne avrò 60 o 65." Questa citazione rivela un tratto del carattere tipico di Hitler: il destino della Germania si doveva compiere nell'arco della sua vita. Hitler non ha mai pensato a quello che poteva succedere dopo di lui, identificò praticamente la propria biografia con il culmine e il compimento della storia tedesca.
1939 - il patto tra Hitler e Stalin:
La firma del patto di non-aggressione tra la Germania e l'Unione Sovietica
(1939), seduto alla scrivania: il ministro degli esteri russo Molotov,
dietro di lui (in piedi): il ministro degli esteri della Germania Joachim Ribbentrop,
a destra (con la divisa chiara): Stalin.
foto:
National Archives & Records Administration
L'ultimo atto della preparazione sistematica della guerra fu un patto di
non-aggressione tra la Germania nazista e il suo nemico più importante:
l'Unione Sovietica. L'Europa rimase stupita e anche un po' scioccata quando
si venne a sapere del trattato tra questi due stati ideologicamente agli
opposti estremi. Ma questo patto fu di assoluta necessità, sia per Hitler
che per Stalin, anche se per motivi molto diversi.
Hitler che aveva già tutti i piani militari pronti per conquistare la
Polonia aveva bisogno che l'Unione Sovietica non reagisse a questa
aggressione. La conquista degli "spazi vitali all'est"', cioè l'attacco
all'Unione Sovietica era solo rimandata, doveva essere scatenata quando la Germania era
militarmente pronta. Stalin sapeva benissimo che l'Unione Sovietica continuava ad
essere nel mirino dell'aggressività della Germania nazista, ma aveva bisogno
di tempo per prepararsi, nel 1939 non era ancora pronta a questa guerra. Per
questo accettò questo trattato che prevedeva, tra l'altro, la divisione del
territorio della Polonia tra queste due superpotenze.
Ma appena il patto fu firmato Hitler non aspettò più: una settimana dopo,
il 1 settembre 1939, invase la Polonia. La seconda guerra mondiale era
iniziata.