L’albero come simbolo della vita è presente in tutte le religioni arcaiche
L'albero come simbolo della vita:
Le immagini in alto sono raffigurazioni dell'"Albero della Vita", a
testimonianza del fatto che l'albero come simbolo di vita (e talvolta anche
di morte) era diffuso in tutte le culture e in tutte le epoche, anche molto
prima della nascita del cristianesimo.
Anche nella cultura cristiana l'albero
è presente fin dall'inizio e si mescola spesso con il candelabro.
Entrambi portano le luci che illuminano e che si spengono. L'anticho
tema dell'Albero della vita si fonde anche con la croce di Cristo: è il legno che fiorisce
e che fruttifica come si vede in molte catacombe e battisteri paleocristiani
e anche nel quadro in basso, di Pacino di Bonaguida (1280-1340):
"Albero della Vita" di Pacino di Buonaguida (1305-1310
circa)
Galleria dell'Accademia a Firenze
fonte:
Wikimedia Commons
La nascita dell'albero di Natale:
Sembra che l'albero di Natale, così come viene usato oggi, sia nato a
Tallinn, in Estonia nel 1441, quando fu eretto un grande abete nella piazza
del Municipio, attorno al quale giovani scapoli, uomini e donne, ballavano
insieme alla ricerca dell'anima gemella. Questa usanza venne poi ripresa
in Germania: una cronaca di Brema del 1570 racconta di un albero che
veniva decorato con mele, noci, datteri e fiori di carta. Anche la città di
Riga (in Lettonia) è fra quelle che si proclamano sedi del primo albero di
Natale: vi si trova infatti una targa scritta in otto lingue, secondo cui il
"primo albero di capodanno" fu addobbato in questa città nel 1510. Un'altra notizia sull'uso dell'albero di Natale viene dall'Alsazia: una cronaca di Strasburgo annota nel 1605: "Per Natale i cittadini si portano in casa degli abeti ('Dannenbaumen' nel tedesco dell'epoca), li mettono nelle stanze, li ornano con rose di carta di vari colori, mele, zucchero, oggetti di similoro".
Un antenato dell'albero potrebbe essere l'antico rito pagano di portare in casa, prima del nuovo anno, un ramo beneaugurante. Nel Medioevo si diffonde la tradizione degli "Adam und Eva Spiele" (giochi di Adamo ed Eva) che prevedevano la ricostruzione nelle chiese dello scenario del paradiso in terra, proprio
il 24 di dicembre, alla vigilia di Natale, con tanto di alberi di frutta, simboli dell'abbondanza e del mistero della vita.
Poi, a questi alberi di frutta si preferirono sempre di più gli abeti. L'abete, il "Tannenbaum", ha la caratteristica "magica" di essere sempreverde, che, secondo una favola, ha avuto come dono da Gesù stesso, per avergli offerto rifugio mentre era inseguito dai suoi nemici. Così non stupisce che l'abete, con la sua sagoma triangolare che rispecchiava anche bene la struttura piramidale e gerarchica della società medievale, diventa nel folclore tedesco
anche l'albero cicogna dal quale la levatrice scuote i neonati.
Per molto tempo, la tradizione dell'albero di Natale rimase tipica delle
regioni a nord delle Alpi. All'inizio, i cattolici la consideravano un uso protestante e
solo nel '900 questa tradizione si diffuse anche
nel mondo cattolico.
Illustrazione di Ludwig Richter (1800),
pittore e disegnatore del romanticismo
fonte:
Wikimedia Commons
Grazie a Goethe l'albero di Natale trionfa a Weimar:
Johann Wolfgang Goethe, pur non essendo propriamente di fede cattolica o protestante, amava moltissimo questa usanza e grazie a lui l'albero si impose a Weimar che era il centro culturale dell'epoca. Nella sua famosa opera "I dolori del giovane Werther" l'albero di Natale compare per la prima volta anche nella grande letteratura. Anche i romantici che cercavano di valorizzare le tradizioni popolari non potevano non apprezzare questa antica usanza. In quell'epoca nasce anche la famosissima canzone "Oh Tannenbaum, oh Tannenbaum" che fino ad oggi è la canzone natalizia più cantata in tutta la Germania.
"Weihnachtsabend im protestantischen Deutschland"
(La sera di Natale nella Germania protestante)
Illustrazione di un libro (1863)
fonte:
Wikimedia Commons
Oggi, l'albero è diventato una moda:
Nel nostro secolo assistiamo a una diffusione massiccia e capillare di questa usanza.
Ma anche la festa di Natale non poteva certo fuggire al crescente consumismo. Molte tradizioni natalizie sono ormai quasi sparite (p.e. la recitazione di poesie natalizie da parte dei bambini, il cantare insieme le canzoni di natale, il "Wunschzettel", un biglietto che i bambini dovevano inviare a Babbo Natale o Gesù Bambino - a seconda della regione della Germania - elencando i regali desiderati, la preparazione in famiglia dei dolci tipici di Natale, etc.). La domanda principale di Natale spesso non è più: "Come rendiamo felice il nostro prossimo?", ma piuttosto: "Quanto possiamo spendere quest'anno?".
Ma l'albero ha resistito, anzi, ha rafforzato la sua posizione, ormai sembra
proprio lui il vero simbolo di Natale. Inoltre, si sono sviluppate anche
delle nuove usanze: nei paesi di lingua tedesca sono nati i mercatini di
Natale che si stanno diffondendo ormai in molti altri paesi. Questi, oltre
ad essere belli e accoglienti, hanno la simpatica caratteristica di essere
molto utili agli affari. E l'albero, molte volte, non è più l'abete, ma un sostituto di plastica, più o meno verosimile
(ringraziano le guardie forestali che protestavano da sempre - già all'epoca di Goethe - contro le devastazioni
dei boschi nel mese di dicembre). Le candele di cera sono diventate delle luci elettriche
(ringraziano i vigili del fuoco che a Natale, almeno in passato, dovevano sempre
fare gli straordinari). Ma rinunciare all'albero? - Mai!
Il mercato natalizio di Viernheim (in Assia) con un grande albero di Natale.
foto:
Stadt Viernhem
Scrivi un commento...Paolo Corridoni: Dopo 45 anni finalmente ho compreso il significato dell' albero di Natale...
grazie!
(28/11/2017) Concetta Ferrauto: Articolo ben scritto e abbastanza esauriente, grazie.
(01/01/2014)
Alessandra Guerini: Adoro l’albero di Natale,
e non sapevo dell’attaccamento di Goethe al Weihnachtsbaum…
(11/11/2013)
Christina Barbaliscia:
Molto interessante e approfondito l'argomento. Grazie!
(09/11/2012)