Mentre nella seconda metà dell'800 fu la Francia a influenzare più fortemente le tendenze della pittura internazionale, all'inizio del '900 questo ruolo passò all'Austria
e alla Germania. Prima
Vienna e poi
Monaco, Dresda e
Berlino diventarono i centri che esercitavano più influenza nel mondo della pittura.
In quel periodo la pittura tedesca era particolarmente ricca e feconda.
I protagonisti della pittura dell'epoca crearono un nuovo stile
artistico,
l'espressionismo, che ebbe la sua diffusione più estesa
tra il
1905 e il 1914 e che indica, in senso lato, tutta l'arte la
cui sorgente è l'esperienza emozionale e spirituale della realtà. I
mezzi pittorici consistono nella forte accentuazione cromatica e nella incisività
del segno che per molti pittori era il mezzo più adatto per esprimere il
loro crescente "disagio della civiltà".
Nella prima fase prevaleva il desiderio di arrivare a un'unità mistica
tra vita e arte, dopo l'esperienza traumatica della prima guerra
mondiale si fanno invece strada le idee più
realistiche.
I più importanti pittori dell'espressionismo nell'area tedesca erano:
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Lyonel Feininger (1871-1956)
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Franz Marc (1880-1916)
-
Ernst Ludwig Kirchner (1880-1938)
-
August Macke (1887-1914)
-
Egon Schiele (1890-1918)
Tra il 1905 e il 1911 naquero dei gruppo di artisti,
Der blaue
Reiter a
Monaco di Baviera e
Die Brücke
a
Dresda (più tardi a
Berlino) che diedero
maggiore forza a questo nuovo stile e che attiravano in Germania anche dei
nomi stranieri famosi come
Wassilij Kandinskij (1866-1944) e
Alexej Jawlensky (1864-1941).
Due riviste molto seguite servirono come piattaforme per discussioni
stilistiche, filosofiche e politiche:
Der Sturm
(fondata nel 1910) e
Die Aktion
(fondata nel 1911), entrambe a Berlino.
La corrente espressionista trovò una grande eco anche nel campo della
letteratura, del
teatro e del
cinema tedesco
che in quegli anni era appena nato.
La Prima Guerra Mondiale era attesa e salutata con entusiasmo frenetico non solo dai militaristi reazionari del Reich, ma anche da
molti giovani intellettuali: dallo scontro armato essi si aspettavano un nuovo ordine sociale esattamente come, nell'Apocalisse di san Giovanni, la nuova Gerusalemme era risorta dalle ceneri del mondo. Si auspicava la purificazione dell'Europa, il tramonto di tutti gli antichi poteri e di una società che
non poteva essere trasformata solo con l'arte. Dunque la guerra mondiale venne intesa come moderna apocalisse di dimensioni bibliche.
Molti artisti, animati da questo cieco idealismo giovanile, combatterono al fronte come volontari. Ma l'orrore della guerra era tale che, dopo
la guerra, molti artisti non riuscivano più a continuare a dipingere, dopo la guerra cominciò a prevalere una corrente più realistica dell'espressionismo di cui
Otto Dix (1891-1969),
Max Beckmann (1884-1950) e
George Grosz (1893-1959) erano i protagonisti di spicco.