Case a graticcio a Mosbach (Baden-Württemberg) foto:
Andrea Modesti
Come sono costruite le case a graticcio?
Fachwerk, in Germania, è il termine che si
usa per definire una geniale e plurisecolare metodologia costruttiva
in cui l’edificio è sorretto da una struttura lignea portante, fatta
di montanti, travi e puntelli, sapientemente assemblati tra loro.
Questo scheletro di assi a vista, straordinariamente sofisticato ed
ecologico, poteva sopportare le grandi sollecitazioni di neve e
vento.
Una volta eretta l’intelaiatura portante, rimanevano gli spazi vuoti
tra le travi e i pannelli (spazio chiamato Gefach), che
venivano riempiti talora con un graticcio o una cannicciata di rami
sottili rivestita di argilla su entrambi i lati, talaltra con un
impasto di ciottoli o laterizi.
Il risultato finale era un edificio in cui – a differenza di quanto
realizzato nell’architettura classica - struttura e decorazione
venivano a essere la stessa cosa, ingegnosa ed esteticamente
pregevole.
Tali principi rimasero validi fino all’Ottocento,
naturalmente declinati in tutta una serie di adattamenti, variazioni
e trasformazioni influenzate dalle varie correnti artistiche, dalle
caratteristiche regionali, dalle possibilità economiche e dalla
fantasia dei mastri carpentieri.
Così le case a graticcio in Germania si svilupparono in una
stupefacente varietà di forme, intrecci e decorazioni, a volte
figurative, altre puramente ornamentali, tanto che si può affermare
che non esistano due case Fachwerkuguali.
Case a graticcio a Rothenburg (Baviera) foto:
Andrea Modesti
A quando risalgono le case a graticcio?
Sebbene esistano case a travatura lignea in numerosi paesi a nord delle
Alpi, dall’Inghilterra alla Francia, dalla Svizzera alla Repubblica Ceca,
dalla Danimarca alla Polonia, probabilmente in nessun luogo al mondo queste
sono arrivate a caratterizzare così massicciamente – sia per quantità che
per qualità - la fisionomia del paesaggio urbano e rurale come in Germania.
Le più antiche, la cui età è stata stabilita grazie alla
dendrocronologia, risalgono al XIII secolo (ad esempio le case di
Esslingen, 1261, Bad Wimpfen, 1265, Göttingen, 1276), ma ne esistono
anche alcune centinaia costruite nel XIV secolo, benché la maggior
parte degli edifici oggi rimasti sia sorta nel periodo d’oro
dell’architettura a traliccio, quello compreso tra i secoli XV e XVI,
ovvero tra il Tardogotico e il Rinascimento.
Nondimeno, è possibile costatare come già nei primi esempi di
edifici Fachwerkpropriamente detti, risalenti appunto al
1200, la realizzazione tecnica sia sorprendentemente matura ed
evoluta (sebbene di aspetto più semplice e disadorno in confronto
alle creazioni dei secoli successivi) e non presenti più alcun segno
della “capanna” rudimentale.
Case a graticcio a Erfurt (Turingia) foto:
Neptuul
Classificazione delle strutture delle case in base ai criteri costruttivi:
Seguendo la letteratura specialistica si può operare una
classificazione, determinata da parametri stilistico-temporali, e
suddividere le case a graticcio in tre “macrofamiglie”.
Il Fachwerk tardomedievale (impropriamente chiamato
alemannisches Fachwerk, graticcio alemanno) diffuso soprattutto
nella Germania del sud, Alsazia e Svizzera tedesca, era la regola
durante il XV secolo. Il suo tratto distintivo era una chiara
organizzazione spaziale della struttura lignea, con montanti
distanziati, contrafforti brevi, cornicioni (Rahm) doppi,
modiglioni angolari molto prominenti (Knaggen) e il frequente
uso di lunghe traverse oblique. Le assi erano poi fissate tra loro
tramite calettatura e chiodi lignei. La crescita economica che visse la società urbana tedesca nel XV
secolo produsse una parallela spinta evolutiva in ambito
architettonico. Le entrate finanziarie della borghesia vennero
investite nella creazione di nuovi edifici di grande valore
artigianale e prestigio. Questo si concretizzò nella prima
importante fioritura del Fachwerk, con lo sviluppo di
configurazioni più scenografiche e meno legate a criteri di natura
strutturale e statica. Apparvero finestre a bovindo e torrette
cuspidate (Fritzlar, Kaufhaus, 1472; Michelstadt, municipio,1484;
Wernigerode, municipio, 1494), evidentemente ispirate agli elementi
gotici dell’architettura aristocratica e adottati come simbolo di
orgoglio cittadino. Inoltre si accentuarono le differenze regionali.
Lo stile costruttivo “alemanno” venne ufficialmente proibito nel
1568 da un decreto ducale del Württemberg, ma da decenni era stato
affiancato e superato da un secondo stile, denominato popolarmente
“francone” (fränkisches Fachwerk), e più correttamente
graticcio ornato (Zierfachwerk), diffusosi in tutto il centro
e il sud del paese. Tale metodo di intelaiatura si basava su un uso
di elementi verticali e obliqui molto più fitto e complesso, con la
creazione di incroci e combinazioni sofisticate e di gusto
squisitamente estetico, come le croci di Sant’Andrea flesse e i
puntoni ricurvi o ovali (che permettevano oltretutto l’uso di rami
storti, con un vero recupero delle risorse naturali!). Inoltre si
affermarono ulteriormente elementi architettonici tardogotici, come
le già citate torrette a punta (Frankenberg, municipio del 1509 con
ben nove torrette; Alsfeld, 1516) e i bovindi poligonali a più piani
(Miltenberg, Hohes Haus am Markt, 1508). La connessione tra
le travi vide l’abbandono della calettatura e l’adozione del più
solido metodo a perno e tassello interno, che liberava finalmente la
superficie esterna dei legni alla possibilità di ulteriori decori.
Non a caso questa tecnica si affermò e si espanse di pari passo alle
idee e alla cultura del Rinascimento e alla sua crescente domanda di
ornamentazioni.
L’ultimo gruppo è quello del Fachwerk della Bassa Sassonia (niedersächsisches
Fachwerk), riscontrabile soprattutto nelle grandi case a sala
della Germania settentrionale, dalla Frisia alla Prussia, e
formatosi contemporaneamente allo stile “francone”. Presentava una
travatura semplice e a scansioni regolari, supportata però da un
apparato iconografico, fatto di fregi, scritte e motti, bassorilievi
e sculture, superbamente illustrativo e di una ricchezza senza
paragoni (ad esempio a Celle, Hoppenerhaus, 1532; Einbeck, Marktplatz 19,
1542).
Case a graticcio a Celle (Bassa Sassonia) foto:
Pschemp
Le case a graticcio dal '500 fino ad oggi
Naturalmente i limiti stilistici e temporali tra i generi furono
sempre sfumati, con notevoli influenze reciproche, tuttavia quello
che conta è sapere che a partire dal Quattrocento lo sviluppo del
graticcio procedette impetuosamente, vivendo una vera iperbole negli
anni tra il 1540 e il 1620 (ancora oggi la maggior parte degli
edifici risale a questo arco temporale), per poi subire una brusca
frenata a causa della catastrofica Guerra dei Trent’anni
(1618-1648).
Gran parte delle configurazioni lignee apparse tra Gotico e Rinascimento vennero riprese dopo la
Guerra dei Trent’anni dalla nuova cultura barocca, che rinnovò i
modelli edilizi. Apparvero i tetti a mansarda, le finestre si fecero
più ampie e numerose, le case in generale più spaziose e con
facciate ampie e simmetriche, non di rado arricchite da stucchi. In
alcune regioni il graticcio visse una sorta di seconda giovinezza.
Tutto questo fermento si esaurì con il Secolo dei Lumi. Il gusto
neoclassico non poteva che trovare l’architettura a travatura
reticolare “medievale”, stravagante, irregolare e antimoderna. Le
regole imperanti di simmetria, uniformità e sobrietà, ispirate alla
classicità, portarono all’introduzione di severe norme costruttive
(ad esempio quelle del Württemberg, emanate nel 1776 con il pretesto
della prevenzione degli incendi), che prevedevano la sostituzione
delle case in legno con edifici in pietra, o almeno la copertura
delle Fachwerkhäusercon intonaci, ai fini di “travestirle” da
abitazioni moderne. Bovindi e torrette, dalle sporgenze così
caratteristiche, vennero spesso abbattuti.
Alla metà del XIX secolo, nelle città maggiori, il graticcio a vista
era in gran parte scomparso sotto uno spesso strato di intonaco
uniforme.
Il Romanticismo invece, con la sua riscoperta dell’estetica
medievale e i nascenti movimenti per lo studio
del patrimonio artistico, promossero massicce campagne per la
celebrazione e la ripulitura degli edifici storici, culminate da una
parte con la nascita di un graticcio storicista, dall’altra con il
provvidenziale ripristino di quello antico e la “liberazione” degli
splendidi vecchi edifici a intelaiatura visibile.