I rappresentanti dei paesi vincitori della seconda guerra mondiale alla conferenza di Potsdam (1945)
foto:
Autore sconosciuto
seduti, da sinistra a destra:
Clement Attlee (Primo Ministro della Gran Bretagnia) -
Harry S. Truman (Presidente degli Stati Uniti) -
Josef Stalin (Segretario Generale del Partito Communista dell'Unione
Sovietica)
in piedi, da sinistra a destra: William D. Leahy (Ammiraglio americano e Ambasciatore in Francia) - Ernest Bevin
(Ministro degli Esteri della Gran Betagna) - James F. Byrnes (Ministro degli
Esteri degli Stati Uniti) - W. M. Molotow (Ministro degli Esteri dell'Unione
Sovietica)
1949: la divisione della Germania:
Già nel 1945, appena finita la
seconda guerra mondiale scoppiò la Guerra Fredda tra Unione Sovietica e Stati Uniti e la Germania
fu il territorio di questa guerra che si sarebbe trascinata in forme più o meno aspre fino agli anni ottanta.
La Germania era occupata dai vincitori della guerra e divisa in quattro
zone. L'Unione Sovietica cominciò immediatamente a ricostruire la "sua" parte della Germania secondo i propri piani.
Durante la guerra
aveva pagato il prezzo più alto in vite umane e risorse economiche e ora chiese un risarcimento altissimo alla Germania: intere fabbriche, tra cui quelle più importanti,
furono portate in Russia, ingenti quantità di materie prime furono pretese per anni come pagamento dei danni della guerra. Ma
in questa maniera Stalin si creò molti nemici in Germania, compromettendo molto l'immagine dei russi come "liberatori dal nazismo".
Gli americani invece avevano capito che in questa Guerra Fredda avevano
bisogno di alleati in Germania affinché diventasse l'avamposto contro
l'Unione Sovietica. Quasi subito cominciarono ad organizzare aiuti per la
Germania. Decine di migliaia di pacchi "Care" con generi alimentari,
medicine e vestiti arrivarono in Germania nei primi anni del dopoguerra.
Ancor più che un aiuto materiale era un segnale politico e psicologico: gli americani, dopo essere stati nemici dei tedeschi
volevano dimostrare di essere adesso loro amici. Fin dall'inizio gli americani cercarono
di unire la loro zona a quelle occupate da inglesi e francesi, con
l'intenzione di rafforzare la propria posizione contro la zona occupata dai
russi.
Già pochi mesi dopo la fine della guerra la divisione della Germania era diventata praticamente inevitabile, anche se dovevano passare ancora 4 anni fino alla definitiva separazione
nel 1949. In realtà, tranne la maggioranza dei tedeschi stessi, nessuno
voleva veramente una Germania unita, nonostante le parole contrarie di tutti gli alleati.
In fondo, la divisione accontentò un po' tutti, a parte naturalmente i
tedeschi, e creò meno problemi nella gestione della Germania vinta. La Germania
era diventata oggetto della Guerra Fredda e non aveva ancora né la forza, né la reale possibilità di sottrarsi al dominio e alla concorrenza delle
due superpotenze USA e URSS.
Le due Germanie:
La "DDR" (Deutsche Demokratische Republik" - Repubblica
Democartica Tedesca) all'est stava sotto l'influenza dell'Unione Sovietica e la
"BRD" ("Bundesrepublik Deutschland" - Repubblica Federale della Germania)
all'ovest, sotto l'influenza degli Stati Uniti. Sul piano economico la Germania occidentale visse negli anni 50 un fortissimo boom, erano gli anni del cosiddetto "Wirtschaftswunder" (miracolo economico). Aiutata all'inizio dai soldi americani, la Germania Federale riuscì in breve tempo a diventare nuovamente una nazione rispettata per la sua forza economica.
La parte orientale faceva molto più fatica a riprendersi: era svantaggiata all'inizio per le pesanti richieste economiche fatte dall'Unione Sovietica per riparare i danni subiti nella guerra e per la mancanza di aiuti paragonabili a quelli che riceveva la parte occidentale. Inoltre la rigida struttura di pianificazione nazionale dell'economia non favorì lo stesso sviluppo come nella parte occidentale del paese. Più i due paesi si stabilivano al livello politico, più si facevano sentire le differenze per quanto riguarda lo standard di vita.
In quegli anni il confine tra est ed ovest non era ancora insuperabile e per tutti gli anni '50 centinaia di migliaia di persone fuggivano ogni anno dall'est all'ovest, per la maggior parte erano giovani con meno di 30 anni e spesso persone con una buona formazione professionale, laureati, operai specializzati e artigiani, che all'ovest si aspettavano un futuro più redditizio e più libero. Questo continuo dissanguamento stava diventando un
serio pericolo per la Germania dell'est ed era un'ulteriore causa delle difficoltà economiche di questo stato.
1961 - l'erezione del muro:
13 agosto 1961: viene eretto il muro di Berlino
foto:
Helmut J. Wolf
Nelle prime ore del 13 agosto del 1961 le unità armate della Germania dell'est interruppero tutti i collegamenti tra Berlino est e ovest e iniziavano a costruire, davanti agli occhi esterrefatti degli abitanti di tutte e due le parti, un muro insuperabile che
avrebbe attraversato tutta la città, che avrebbe diviso le famiglie in
due e tagliato la strada tra casa e posto di lavoro, scuola e università. Non solo a Berlino ma in tutta la Germania il confine tra est ed ovest diventò una trappola mortale. I soldati
della DDR ricevettero l'ordine di sparare su tutti quelli che cercavano di attraversare la zona di confine che con gli anni fu attrezzata con dei macchinari sempre più terrificanti, con mine anti-uomo, filo spinato alimentato con corrente ad alta tensione, e addirittura con degli impianti che sparavano automaticamente su tutto quello che si muoveva nella cosiddetta "striscia della morte".
Bloccato quasi completamente il dissanguamento
economico dello stato, negli anni 60 e 70 la DDR visse anch'essa un boom economico. Tra gli stati dell'est diventò la nazione economicamente più forte e i tedeschi,
sia all'est che all'ovest, cominciarono a rassegnarsi alla divisione. Di riunificazione si parlava sempre meno e solo durante le commemorazioni e le feste nazionali.
L'est comincia a cambiare:
Quello che infine, per la grande sorpresa di tutti e nel giro di
pochissimo tempo portò alla riunificazione furono due fattori: l'arrivo di
Gorbaciov come leader dell'Unione Sovietica e le crescenti difficoltà
politiche ed economiche dei paesi dell'est e specialmente della DDR. Con la "Perestrojka",
un'insieme di riforme politico-sociali ed economiche e con la "Glasnost", che doveva portare alla trasparenza politica, Gorbaciov cominciò a cambiare strada. Decisivo per gli eventi che portarono infine alla caduta
del muro fu invece la decisione di Gorbaciov di lasciare libertà agli altri paesi
del Patto di Varsavia promettendo di non intromettersi più nei loro affari
interni.
I dirigenti della DDR videro questo processo prima con un certo
imbarazzo e poi con crescente resistenza. In Polonia e in Ungheria, dove la
crisi economica e le spinte per una riforma erano più forti, la politica di
Gorbaciov trovò invece più amici anche tra i governanti. Più arrivavano
dall'URSS e dagli altri stati dell'est notizie di riforme economiche e
democratiche, e più la popolazione della DDR chiedeva di fare lo stesso nel
loro paese, più i leader della DDR si chiudevano a ogni richiesta del genere.
Lo stacco tra popolazione e governo diventò un abisso ma la reazione più
diffusa tra la gente era ancora la rassegnazione. Alla fine degli anni 80 la
DDR era, o almeno sembrava, economicamente abbastanza forte, l'apparato statale
sembrava indistruttibile e così nessuno poteva prevedere il crollo verticale che
nel 1989 sarebbe avvenuto in pochissimi mesi.
Ogni tentativo di lasciare la DDR in direzione ovest equivaleva ancora a un
suicidio, ma nell'estate del '89 la gente della DDR trovò un'altra via di
fuga: erano le ambasciate della Germania Federale a Praga, Varsavia e
Budapest il territorio occidentale dove si poteva arrivare molto più
facilmente!
Cominciò un assalto in massa a queste tre ambasciate che dovevano ospitare
migliaia di persone stanche di vivere nella DDR. Ma il colpo di grazia
all'esistenza della DDR arrivò quando l'Ungheria, il 10 settembre del 1989,
aprì i suoi confini con l'Austria. Ora, la strada dalla Germania dell'est
all'ovest (attraverso l'Ungheria e l'Austria) era libera!
Mentre il flusso di persone che arrivò nella Germania dell'ovest attraverso
l'Ungheria e l'Austria aumentò di giorno in giorno, anche nella DDR
crescevano le proteste e la gente si fece più coraggiosa. Ogni lunedì a
Lipsia decine di migliaia di persone manifestavano contro il governo ed ogni
lunedì le manifestazioni erano più affollate - anche se manifestare
apertamente contro il governo era ancora un rischio enorme dato che il
regime aveva ancora il pieno controllo della polizia, dell'esercito, dei servizi
segreti e
dell'intero apparato repressivo.
Ma anche l'ultimo tentativo da parte del governo della DDR di salvare il salvabile, cioè il cambiamento dei vertici del partito comunista e del governo non servì a nulla. Quando la sera del 9 novembre un portavoce del governo della DDR annunciò una riforma
piuttosto ampia della legge sui viaggi all'estero, la gente di Berlino est lo interpretò a modo suo: il muro doveva sparire
subito. Migliaia di persone si riunivano all'est davanti al muro, ancora sorvegliato dai soldati, ma migliaia di persone stavano anche aspettando dall'altra parte del muro, all'ovest, con ansia e preoccupazione. Nell'incredibile confusione di quella notte, qualcuno, e ancora oggi non si sa esattamente chi sia stato, dette l'ordine ai soldati
dei posti di blocco di ritirarsi e, tra lacrime ed abbracci, migliaia di persone dall'est e dall'ovest, scavalcando il muro, si incontravano per la prima volta dopo 29 anni.
3 ottobre 1990 - la riunificazione della Germania:
Il muro era caduto ma esistevano ancora due stati tedeschi, due stati con
sistemi politici ed economici completamente diversi. Le leggi, le scuole, le
università, tutta l'organizzazione della vita pubblica era diversa. La
riunificazione era di colpo diventata possibile, ma nelle prime settimane
dopo il 9 novembre dell'89 nessuno sapeva ancora come realizzarla e in quanto
tempo.
Tutti, anche i più ottimisti, prevedevano un periodo di alcuni anni, ma
ancora gli eventi stravolsero tutti i progetti.
Adesso la libertà tanto a lungo desiderata c'era, mancava però il benessere e la gente all'est non voleva più aspettare: infatti, dopo la caduta del muro il flusso dall'est all'ovest non diminuì, anzi aumentò di colpo e di nuovo si poneva il problema di un dissanguamento dell'est, di nuovo
erano soprattutto i giovani che volevano tutto e lo volevano subito, e non
fra dieci anni. "Se il marco non viene da noi, saremo noi ad andare dov'è il marco"
era uno degli slogan più gridati contro quelli che chiedevano pazienza.
Nella DDR cominciò a regnare il caos. Già dopo pochi mesi la riunificazione non
era più una possibilità, ma una necessità, era diventata l'unico modo per
poter fermare il degrado amministrativo e politico all'est. Ma riunire due stati non è così facile e nel caso della Germania si doveva considerare anche il fatto che la DDR faceva ancora parte di un sistema di sicurezza militare con l'Unione Sovietica e che anche la Germania Federale non poteva
agire senza il consenso degli ex-alleati della Seconda Guerra Mondiale.
Questo rendeva la riunificazione un problema internazionale e solo dopo trattative non facili tra Stati Uniti, Unione Sovietica, Francia e Gran Britannia e dopo il "sì" definitivo di Gorbaciov, la strada per la riunificazione
era libera.
Il modo in cui alla fine i due stati vennero unificati era senz'altro
dettato più dalla fretta che da considerazioni ragionevoli, ma probabilmente
non c'era altra possibilità. Infatti, il 3 ottobre del 1990, i due stati non
vengono riuniti, ma uno dei due stati, cioè la DDR, si sciolse e terminò ad
esistere e le regioni della DDR vennero annesse in blocco alla Repubblica Federale.
3 ottobre 1990: la grande festa della riunificazione, davanti al palazzo del Reichstag
foto:
Grimm, Peer
Conclusioni:
La data scritta sui resti del muro (il 3 ottobre 1990, a destra in basso), è
quella della riunificazione. I tedeschi chiamano Gorbaciov affettuosamente "Gorbi".
foto:
Boris Babanov
Nessun politico dell'ovest può reclamare un merito decisivo per quanto riguarda gli eventi che portarono alla riunificazione. Tutti, compreso il cancelliere Helmut Kohl, erano trascinati e travolti dai fatti, Kohl ebbe solo la fortuna di essere cancelliere della Germania quando si verificarono questi eventi. Kohl ha
comunque avuto il fiuto giusto di scavalcare
la valanga che si era messa in movimento senza nessuna guida
politica.
L'unico uomo politico che, in realtà, ha contribuito in modo decisivo a
iniziare e ad accelerare il processo della caduta del muro è stato Gorbaciov, che con la sua
politica ha reso possibile tutto quello che è successo. I tedeschi
lo sanno bene, e ancora oggi, Gorbaciov gode di una straordinaria
popolarità in Germania.
Poi c'è stato il governo dell'Ungheria che
nell'agosto dell'89 prese la coraggiosa decisione di aprire i
confini con l'Austria e che diede così inizio a quella valanga
inarrestabile che portò in pochissimo tempo alla caduta del muro di
Berlino.
Un ruolo molto importante e spesso trascurato hanno avuto anche i
centinaia di migliaia di cittadini della Germania dell'est che sfidarono, nei mesi prima della caduta del muro,
l'apparato statale della DDR, rischiando anche la propria vita.
Oggi la Germania è ancora lontana dall'essere un paese veramente unito. Era divisa per 40 anni, e non è del tutto escluso che
devono passare altri 40 anni prima che anche le ferite del passato siano chiuse.